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Antonio Balsemin
Desso ve conto…

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Gli accenti

Breve preliminare.

L’appropriato uso dell’accento, quando si scrive in correttodialetto veneto’ / ‘lingua veneta’, evidenzia e conferma la particolaremusicalità’ che, assommata all’arguzia dei veneti, fa della parlata veneta uno degli idiomi più armoniosi del mondo.

 

Tutti sappiamo che i grafemi vocalici, cioè, le vocali, sono cinque, come nella lingua italiana: a, i, o, u, e. Ma, attenzione, nel ‘dialetto veneto’ i grafemi vocalici sono sette, perché sette sono i fonemi possibili: a, i, o (ò aperta, evidenziata con accento grave e ó chiusa, evidenziata con accento acuto), e (è aperta, evidenziata con accento grave e é chiusa, evidenziata con accento acuto). (Ecco, quindi, che le vocali a disposizione nel nostro dialetto sono: a, i, ó, ò, u, é, è).  Le vocali a, i, u se sono accentate, portano un unico accento: sentà, magnà, scoltà, sonà ecc. \-/ lì, dì, sì, cussì ecc. \-/ sùcaro, (((sùsta, sùgo, narànsa, creànsa, pànsa (essendo parole piane non vanno accentate) \-/  capìo, sentìo, partìo ( ((essendo verbi, vanno accentati)) ) ecc.

Nel ‘dialetto veneto’ il capitolo accenti è complesso e per renderlo fluido è necessario conoscerne a fondo le regole. Sono convinto che un bravo scrittore in ‘dialetto veneto’, che gode familiarità con l’accentuazione, non ha problematiche per agevolare colui che non ha dimestichezza o non conosce a fondo il nostro dialetto. Personalmente, partendo da questo punto di vista, adotto il principio ‘nel dubbio meglio un accento in più che uno in meno’ (sempre che sia usato correttamente o quando serve a chiarire una qualche difficoltà).

Due sono i tipi d’accento: accento tonico e accento grafico. L’accento tonico  è rilevabile solamente dal ‘tono’ (la voce). L’accento grafico, invece, va segnato sopra la lettera sulla quale si posa il ‘tono’ (la voce). L’accento può essere grave o acuto. L’accento grave ha suono aperto: bòte = percosse \-/ l’accento acuto ha suono chiuso: bóte = botte (del vino).  

 

A)       Le parole tronche, che portano l’accento tonico sull’ultima sillaba, richiedono l’accento grafico solo se terminano per vocale. Es.: parché = perché / cussì = così / inrabià = irato ecc.  Non portano, invece, alcun accento grafico le parole tronche che terminano in consonante (trattandosi, in genere, di parole che in origine sono piane). Es.: contadin = contadino / nissun = nessuno / osmarin = rosmarino ecc. .

B)        Le parole piane (e sono la stragrande maggioranza), che portano l’accento tonico sulla penultima sillaba, non hanno bisogno dell’accento grafico (salvo per quei casi nei quali si possono creare delle confusioni). Es. (non serve): casa = casa / tola = tavolo / mantile = tovaglia / cuciaro = cucchiaio \-/ Es. (serve) sòtozoppo, sóto = sotto (prep.) / bigòlo = arnese particolare ecc.

C)       Le parole sdrucciole, che portano l’accento sulla terzultima sillaba, devono sempre essere accentate. Es.: cógoma = bricco / bìgolo = spaghetto (tipo di pasta) / lugànega = salsiccia / sùcaro = zucchero / mùsica = musica / bùbola = truciolo ecc.

D)       Le parole bisdrucciole, che portano l’accento sulla quart’ultima sillaba, devono sempre essere accentate. Es.: disémoghelo = diciamoglielo / portémoghene = portiamogliene ecc.

 

Poiché ritengo che l’accento sia un’indicazione molto utile per chi non conosce bene il ‘dialetto veneto’, alle volte l’uso anche se sembra un di più, ma non lo uso mai se è inutile: pi (), pra (prà), bo (), si (sì) ecc. Tengo a precisare che solamente usando l’accento, determinati termini come: verbi, preposizioni, aggettivi, particelle ecc. possono assumere il loro ruolo inequivocabile. Ne elenco alcuni fra i più comuni.

Es.: a ... (verbo di ‘nare = andare) / na = una (agg. num. card.); (Jeri a a Vicensa = Ieri sono andato a Vicenza / Dame na saresa. = Dammi una cigliegia) \-/ (verbo di dare = dare) / do = due (agg. num. card.)  (Se te studi te do pumi. = Se studi ti do due mele) \-/ (verbo di fare = fare) / fa (prep. sem.) ( Tonio, i conpiti. = Antonio, fai i compiti. / A rivà na ora fa. = Sono arrivato un’ora fa. \-/ stò (verbo di stare = stare) / sto (agg. dim. o pron. dim.) (Mi stò chì. = Io rimango qui. / Sto pomo el xe smarzo. = Questa mela è marcia.) \-/ stà (verbo di stare = stare) / sta (agg. dim. o pron. dim.)  (Ti stà chì. = Stai qui. / Sta ua la xe crua. = Quest’uva è acerba) \-/ stè (verbo di stare = stare) / ste (agg. dim. o pron. dim.) (Voialtri stè sentà = State seduti. / Ste margarite le xe fiape. = Queste margherite sono appassite.) ecc.

 




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