La consonante
fricativa sonora alveolare x
Questa
consonante x, nella sua pronuncia ics, d’origine latina, è ormai scomparsa
nel dialetto veneto come nell’italiano. Infatti, negli ultimi tempi questa
consonante x è sembrata a molti
superata, anacronistica, una ‘reliquia della grafia veneta’ (Prati), tanto da
essere sostituita da una z (è = ‘zé’). Ora, se si dovesse prendere una decisione definitiva per un
unitario scrivere nel nostro Veneto, potrebbe essere buona l’idea di mantenerla
viva perché è un dato di fatto accettabile, sia dal punto di vista di una
semplice questione di... gusto, come dal punto di vista di fedeltà alla
tradizione veneta. Infatti questa x
è stata continuamente usata dal nostro grande commediografo veneziano Carlo
Goldoni e da molti altri grandi autori veneti. Attenzione, però, a che questa
particolarità di riportare l’anacronistica x
rimanga quale eccezione e non la prassi, mettendola ben in chiaro
solamente quale eccezione per il solo xe.
Una volta codificata detta particolarità del xe = c’è (3a pers. sing. e 3a pers. plur. del verbo èssere o èssare), tutti
gli scrittori impegnati nel comporre in ‘dialetto veneto’ devono adeguarsi.
La consonante x è già stata ampiamente commentata
dalla Giunta Regionale del Veneto nel 1995 nel MANUALE ‘Grafia Veneta
Unitaria’, pag. 50, 51.
Riporto quanto
ho già fatto stampare a riguardo della consonante x nei miei libri (secondo, 1999) “Ve vojo contar...”, a pag. 12
e (terzo, 2000) “Sta sera ve conto...”, a pag. 20).
‘Seguendo le
indicazioni (pag. 50, 51) della Grafia Veneta Unitaria, MANUALE, a cura della
Giunta regionale del Veneto, Venezia 1995, EDITRICE LA GALIVERNA, userò (fra le
tante forme trovate qua e là: xé, xè, xe; §é, §è, §è; zé, zè, ze) il ‘xe’, anche se, a mio modesto parere,
preferirei scrivere, come oggigiorno sostengono in molti, ‘ze’ (senza accento).
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