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1 s. f., v. rust., =
it., paiuolo (pentola di rame usata soprattutto per la cottura della polenta).
(Candiago-Romanato, pag.
2 panàro, s. m. = it.,
tafferia, sul quale si stende la polenta cotta. (panaro de la polenta =
tagliere della polenta). (Candiago-Romanato, pag. 128).
3 caldièro com.,
calièro v. rust., s. m. = it., paiolo in rame per cucinare la polenta.
(Candiago-Romanato, pag. 32).
4 méstola, s. f. = it.,
mestolo per fare la polenta. (Candiago-Romanato, pag. 112). (Ricordo che mamma,
spesso, mi diceva: ‘pàssame la méstola ca giro la polenta’ = Passami il mestolo
che giro la polenta). La ‘méscola’ era un semplice paletto di legno, che, alle
volte, poteva finire (nella punta rivolta verso la polenta) a forcella o,
addirittura, a più monconi di rami recisi. \-/ Non confondere con altra parola
simile: méscola = it., mattarello. Così
era chiamato, anche, l’attrezzo che serviva per stendere e spianare la pasta a
sfoglia per fare le tagliatelle. Tira fora la méscola ca femo le tajadele. =
Prendi il mattarello che prepariamo le tagliatelle. (Marchetto-Baretta, pag.
40).
5 sbevarón, sbeverón,
sbevaròto, sbeveràto, sberaòto s. m. = it. beverone, intruglio, pastone o
bevanda liquida per bovini e maiali. (Candiago-Romanato, pag. 21)
6 àlbio, àbio, làbio
(plur. àlbij), s. m. = it., abbeveratoio, truogolo, mangiatoia.
(Candiago-Romanato, pag.11, 12).
7 sbrodegaùra, s. f.,
sbròdego, s. m. = it. resto del lavaggio
dei piatti. (Belloni, pag. 72) - (Candiago-Romanato, pag. 167).
8 vansaùra, s. f. =
it., avanzi. (Belloni, pag. 72) - (Candiago-Romanato, pag. 226) –
(Marchetto-Baretta, pag. 76).
9 spolentaùra,
spolentaùre, s. f. = it. i rimasugli del paiolo della polenta. (Belloni, pag.
72). (Candiago-Romanato, pag. 200).
10 baldonèla, s. f., v.
rust. = = it., salsiccia di sangue suino. (Candiago-Romanato, pag. 17) –
(Marchetto-Baretta, pag. 9).
11 muséto, s. m., m. d. d.,
v. rust. = vocabolo locale, che indica un tipo particolare d’insaccato,
con abbondante lardo tritato. (Candiago-Romanato, pag. 118). Ricordo che era
fatto bollire con altre verdure per insaporire il minestrone oppure era bollito
da solo. Una volta bollito, era affettato ed era mangiato ancor fumante,
oppure, era fritto nell’olio in un tegame.
(Candiago-Romanato, pag. 118).
12 cincionéla,
s. f., m. d. d., v. rust. = vocabo locale che indica le salsicce. Ricordo
perfettamente che, molte volte, la mamma mi diceva: “Va dal becaro a tor sinque
cicionele. = Va dal macellaio per comperare cinque salsicce).
13 sparagàgna, s. f. =
it. costicine di maiale, che vanno rosolate in padella o arrostite sulla
graticola. (Candiago-Romanato, pag. 197) – (Marchetto-Baretta, pag. 67). .
14 tòcio, s. m. , v.
rust., pòcio, (com.) = it., intingolo. (Candiago-Romanato, 140).
15 déo, déi, s. m. =
it., dito, dita (della mano); dèo, dèi = dio, dei (divinità pagane). (Belloni,
pag. 198). (Candiago-Romanato, pag. 53). Osservare gli accenti!
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