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Giovanni Boccaccio
Ninfale fiesolano

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218

Ma credo il tenne, più ch'altro, paura

delle compagne e degli archi ch'avièno;

ma poi ch'alquanto con lor s'assicura

cominciò a dir di quel ch'elle dicièno,

e ragionar con lor della sventura

di quel cinghiar che morto tenièno,

e come lo trovaro, e tutti i tratti

ch'ognuna avea adosso al cinghiar fatti.




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