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Giovanni Boccaccio
Ninfale fiesolano

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328

Torniamo un poco a Mensola, la quale

sen gìa, pensosa e sola, su pel monte;

e parendole aver fatto pur male,

forte pentiasi, e con la man la fronte

si percotea, dicendo: «Poi che tale

fortuna m'ha percossa con tant'onte,

deh, Morte, vieni a me: i' te ne priego,

che non mi facci d'uccidermi niego».




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