aband-becch | bei-crede | credo-faces | faggi-insep | insid-murat | muri-posan | posar-ristr | risuo-steri | stesa-viii | villa-zizza
grassetto = Testo principale
Parte grigio = Testo di commento
501 VIII | in abondanza,~agli occhi bei, d'odor soave e buono.~E,
502 XXXVIII| nominare la presente città al belligero Marte, producitore in questi
503 XV | camere del figliuolo di Belo e la sidonia Dido andare
504 XVI | sempre a tua deità santa;~e bench'io senta il raggio tuo,
505 XII | sudori seccati con bianca benda, ravolta in uno sottile
506 XXIII | pieno di letizia a' miei benefici il raccomandò caramente.
507 XXXVIII| non ignorante del ricevuto beneficio, mirabilmente operò nelle
508 XI | mostrare~nel canto mio la sua benevolenza,~parte nel verso ne farò
509 XLV | suo primo amore~di somma beninanza sempre pieno,~nascemmo,
510 XXXV | ebbe effetto; e tanto con benivolo animo i loro sacrificii
511 XIV | derivate~di viva pietra, beon con sapore~tal che le serva
512 XIV | elle non hanno~ne' monti ber che basti; e pur pensate~
513 XXVI | dava, alli suoi, soavissimi beri con le chiare onde, e Idaspen
514 XXXVIII| miseramente vivea, già più bestia parendo che uomo, più volte
515 V | e, non sappiendo come, bevendo con gli occhi il non conosciuto
516 XXVI | che non desse dolcissimi beveraggi a' suoi popoli: Ganges,
517 XXXII | medesima surgente, non era bevuta dal sole; e il suo fondo,
518 XVIII | Muse, in quello abitanti, bevvi il dolce latte; e quindi
519 VII | delle sue case, il mondo biancheggiante riguarda; e vede li rivi,
520 IX | imitante la neve per propia bianchezza, apparisce più bella. Nella
521 XV | circunstanti panni la vegga, bianchissima, gli scoperti membri guardando,
522 XII | s'argomenta ciò che uno bianchissimo vestimento, al verde dimorante
523 XXXII | maravigliai del preso Marte e biasimai il folle ardire del figliuolo
524 XLVIII | reiterando nella sua mente, in sé biasimando la troppa affrettata partenza,
525 XXXVII | bella donna, sia più da biasimare la savia temenza che il
526 XXIX | io mi disposi tutta; e la biasimata rusticità co' mie' ammaestramenti
527 XXIX | lui pusillanimo e cupido biasimava, e in me più volte lui più
528 I | pensati, non troverrò chi biasimi quel ch'io lodo. Questi,
529 XXXVI | la credenza non porgea.~E Biblide dolente non divisa~dal mondo
530 XVIII | sarei gita come la misera Biblis per lo non pieghevole Cauno
531 XXII | al ciel di que' faccendo bica,~s'appressarono a Giove
532 XXXV | volte tonda e altrettante bicorne ci si mostrò Febea avanti
533 XLV | non fai di fori~con fatti biechi, mai non se 'n giranno,~
534 XXVI | cestute lattughe e d'ampie bietole e d'aspre borraggine e di
535 XLIV | gli achivi compagni veduto bifolco divenuto Giansone. Elli,
536 I | E alcuni sono che, dal biforme figliuolo feriti di Citerea,
537 XLIX | abandonando grazioso.~Quivi biltà, gentilezza e valore,~leggiadri
538 VIII | Cerere alle paglie secche e bionde,~dintorno crespi, al tuo
539 XII | quali appena comparazione di biondezza puote in sé trovare; e di
540 XVII | la bella ghirlanda della biondissima testa e scalzatasi, co'
541 V | disponga: molte minori forze ti bisognano a strignermi. -~Poi appresso
542 XX | meno prieghi a tirare lui bisognati sarieno, anzi più tosto,
543 XXVI | degli uomini; laonde io, bisognevole alle età dissolute, cominciai
544 XXVI | terra cotta, con lavorato bitume raggiunti, più sicure tolsero
545 VIII | sopravenuti.~E ciascheduna cosa i blandimenti~ora dell'ombre cerca; ma
546 XXXV | l'angosce mie come Ifi o Blibide miseramente pensai di finire.
547 XVIII | pure al rimedio delle mie boci, pensando con quelle, più
548 XXIX | Giove, ora reggente le terre boemie, abondevoli di metalli,
549 XXXVIII| fermò la terra nominata Boezia; la quale, se vergini meno
550 XLII | quello, né più né meno che il bogliente ferro tratto dell'ardente
551 XXXII | e cercante con vecchio bomere fendere la terra di quelli
552 XVIII | mareggiante sotto falsa bonaccia continuo serbanti ascosa
553 XXXVIII| preso il nome e lo scudo per bonissimo agurio, mirabile frutto
554 XXVI | d'ampie bietole e d'aspre borraggine e di sottili scheruole e
555 XIV | sol ch'io me n'empia la borsa e la gola.~Com'io le guardi,
556 III | andavano; altre, posti giuso li boscherecci archi e li strali, sopra
557 III | cerri e d'abeti un folto bosco e disteso infino alla sommità
558 VIII | mandorle e susine,~fravole e bozzacchioni in questo loco,~belle peruzze
559 XXIII | luoghi andanti le cose, tra bretti monti surgenti quasi in
560 XXVI | truova copiosa quantità di brettonica, piena di molte virtù, e
561 XXXIV | avvegna che alcuna volta brievi estimasse i ragionamenti
562 XXIV | cupidezza e disfrenata,~madre di brighe e di quistion movente,~è
563 XXXIV | di Paride; la quale cosa Briseida avrebbe fatta, se il suo
564 XVIII | utilità contra Claudio e Britanio miseramente commesse.~Questi,
565 XIV | spine;~e tutte fuor delle brutte misture~bianche, con occhio
566 XXXIX | raccontare~al leone e al bue e all'uccello~piacque, e
567 XXXI | medesimo dice alcuna volta:~- O buoni iddii, come che queste bellissime
568 XXVI | l'alto faggio e il palido busso e più altre piante, le quali
569 XVI | L'arco, li strali e il cacciar lasciando~le paurose fiere,
570 III | aperse il ruvido seno; e, cacciatisi dal viso i sucidi sudori
571 XXVI | cotte de' presi animali a' cacciatori, e le crude radici delle
572 XXXV | potendola sostenere, fuggendo, cacciò quelle con quella che più
573 XXXV | cerca la grazia addomandata, cade ne' tesi lacciuoli e, invita,
574 XXXVIII| composte da chiaro suono, cadendo miseramente, sotto Teseo
575 XII | ritornasse sopra il sinistro, cadente l'altro con doppia piega
576 XI | riposando altrui,~acciò che di cader non sia temente.~Soave e
577 XXXVIII| cadmea ancora sopra noi caderanno, e nelle dolorose ruine
578 XXXIV | capelli, o barba prolissa, cadetemi! I bianchi sono più fortunati
579 XXVI | lane, che per sé medesime cadevano delle non tondute pecore,
580 XXXVIII| venuti sopra la generazione cadmea ancora sopra noi caderanno,
581 XXXVIII| gigli, avvegna che belli, caduci e poco duranti conosce;
582 XXXIV | mendicanti. O bellezza, bene caduco, perché venisti tu in me,
583 XXXVIII| preghieri, ebbero fine per li caduti fratelli da pari fato, e
584 VI | le selve e in quelle o va caendo o truova o aspetta le belle
585 I | acciò che di più alto luogo caggiano, l'umili cose schifando,
586 IX | corre all'onde di Speria, e, calate l'ore ferventi, a chiudere
587 XI | il raggio d'esta giace,~calcati i ben mondan con lo 'ntelletto,~
588 XXXV | euboici giovani, lasciata Calcidia, con le loro navi presero
589 VI | quale poi con loro nelle calde ore, ne' freschi prati posandosi
590 I | freddezza, così i suoi d'amorosa caldezza son testimonii. Questi,
591 XXIV | se la gente che vive, in calere,~come conviensi, l'avesser,
592 XLVIII | vipistrelli, già per la caliginosa aere trascorrenti; e non
593 XXXV | alcuna, o che più per me Caliopè dêa forma a nuovi versi!"~
594 XXXII | deboli e il secco petto e le callose mani e il già vòto corpo,
595 VIII | bellezze che tu hai,~che dal calor diurno offese sono~ogni
596 XXIII | rimasi, e a cui molto di me è caluto, seguendo nelle palestre
597 XV | la tonda gamba da niuno calzamento coperta; e bene che ombrosa
598 XV | fiata il piè di lei, andante calzato di sola scarpetta, la quale
599 XXXII | mai per alcuna altra ti cambi».~Ma io, dopo molto ascoltare,
600 XXI | abito e di modi in parte cambiando. E tanta fu di Diana ver
601 XXXVIII| bellezza, non altrimenti cambiandosi che le tele delle figliuole
602 XXXVIII| e se sono essi, il mio cammino è finito per li veduti segni
603 XXVI | fu che con isperanza di campare l'adoperasse. E Rubicone,
604 XXXV | consoli, si poteano vedere i campidogli non rozzi, con iscaglioni
605 XXIX | del sommo Giove ottimo di Campidoglio, non avendo i loro casti
606 IX | del mezzo de' quali il non camuso naso in linea diritta discende,
607 VIII | dèi.~Perdona all'arco e a' can, che seguire~più non ti
608 XXVI | fiata, ma poi per picciolo cancello, come Pomena volle, entrai
609 I | sanguinose battaglie, alcuni le candidate vittorie e chi le paci togate
610 IX | moti suoi, a cui il collo candidissimo non era dissimigliante,
611 XXXVII | cerve mature, a ogni rete, cane o istrale avvisate. E appresso,
612 XXI | interamente. Ma io, non seguente i canestri né le lane della santa dèa,
613 XVIII | tempo nel quale Febo, la caniculare stella lasciata, con luce
614 III | turbato il lor sollazzo per la canina rabbia, levate, con alte
615 II | coro,~nel dolce tempo che cantan gli uccelli~istanti all'
616 XXXV | spogliata Dite rendute (cantandole flammini laudanti le poche
617 XLVI | templi e quali le dèe di cui cantano e chenti sieno i loro amori,
618 XXIX | varii suoni e laudevoli voci cantanti piacevoli versi le mie case
619 X | la canzone ricominciando cantasse. E chi avrebbe alle petizioni
620 XIV | guardia fu distinto~che cantassimo qui; la qual chi mira~con
621 VIII | guida e move,~di cui tu già cantasti, vieni omai:~non è quest'
622 XXXVIII| più volte, da Agamennone cantata, pervenne ne' miei orecchi,
623 XXXV | gallo avea le prime ore cantate e ogni stella pareva nel
624 XXXV | conviene a me per premio de' cantati versi in vostra laude e
625 XXXIV | sentendo la donna avere cantato, alla bella giovane di verde
626 XXXV | palese per cui più altamente canterai che per noi, che qui venute
627 I | cui io sono, aiutandomi, canterò. E lasciando quel tempo,
628 XI | ne' sacrifici della qual cantiamo~divoti quanto può la voce
629 XXX | vòto,~dal freddissimo Borea canuto,~l'acque strignente, e dal
630 VIII | campi aperti con le sue capelle,~ma sotto l'ombre mitigan
631 XXVI | coperte di molte vesti e i capituti porri e gli spicchiuti agli;
632 XLII | fiamma si discerne l'acceso carbone, cotale in quella un luminoso
633 IX | allato alle quali li spenti carboni si diriano bianchi da' riguardanti;
634 XXVI | marito, e l'uno e l'altra carica de' suoi frutti; sopra l'
635 XXII | i monti l'un dell'altro caricando,~infin al ciel di que' faccendo
636 V | acque dal suo viso cacciata, caricatasi quella sopra i forti omeri,
637 XXVI | dovuti, si possono vedere cariche d'uve dorate e purpuree
638 XXVI | Tutte queste cose mi furono carissime; e con diligenzia dandole
639 XLIV | Adiona l'ebbe di drappi carissimi ricoperto, Agapes, in bocca
640 III | antica origine, quasi da carnalità costretto, di ciò avendo
641 XXXIX | sol ch'operato sia degno carribo~a così alti effetti, e che
642 XLVII | giammai non risolva,~o le mie carte, ad odio iniquo mossa;~(
643 XV | raccolti e quindi di dietro non cascanti sopra lo equale collo, con
644 XXXV | più anni, avvenne che per caso opportuno li convenne a
645 XVIII | io dicessi: quello che a Cassandra, ingannato da lei, tolse;
646 XXII | quello entrati, saran da noi cassi~l'iddii reggenti, o per
647 XXVI | dal corbo, e le piacevoli castagne difese da aspra veste, state
648 XVIII | là dove io gustai l'acque castalie, e l'altezza di Cirra tentante
649 XXVI | ne' correnti secoli sotto caste leggi, e nel suo senno abondava
650 III | popoli, ornata d'infinite castella, dilettevole di graziose
651 XXXV | giovane, come rubatore della castità del tuo letto, ma come focoso
652 XXXII | delizie, così sùbita ancora casura come salio, riempie il mondo;
653 XXXVIII| sembianza infino a' tempi di Catellina si stette, gl'inganni del
654 XXIX | prima il viso mio, che le caterve de' vaghi giovani, a me
655 XVIII | Biblis per lo non pieghevole Cauno se n'andò all'ombre di Stigia.
656 XXXVIII| destro piede e la terra cavando, che mai violazione alcuna
657 XXVI | ciascuno dovessi la terra cavare, e quale barbato e quale
658 XII | E il candido collo, non cavato ma pari, e la dilicata gola,
659 XXXVIII| forte unghione fermato, caverà la terra dinanzi a' miei
660 XXVI | era ripieno di fronzuti cavoli e di cestute lattughe e
661 XXXVII | abondevole di giovinette cavriuole e lascive, di damme giovani
662 XXXVIII| io tratto della mentale cechità con la mia luce a conoscere
663 XXVI | cieche lenti e i ritondi ceci con le già secche fave,
664 XXVI | cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli e' petronciani violati con
665 XVII | chiamava recenti, forse quale Cefalo per adietro con malo agurio
666 XXXII | mossa a' falli loro, si cela agli occhi che si debbono
667 XXXII | quale niuna parte mi si celava, se non quanto coprivano
668 XXVI | India, mi fu padre: questi, celebrantesi in Tebe, amantissima terra
669 XXXV | stato coronato de' regni, a celebrare si dispose una gran festa,
670 XXXVIII| simile giorno ogn'anno si celebrino ad etterna memoria della
671 XXXVIII| avegna che quelle molto celi la mia sembianza, le mie
672 XXXV | arci di Palatino, e monte Celio e Aventino con gli altri
673 XXXVIII| questo piano, e le lievi ceneri cadute delle triste reliquie
674 XXIII | di nulla fama e di meno censo, già dato a' servigii di
675 XXXVI | che 'n Utica morio, e 'l Censorino~mostrâr con forte petto
676 VIII | veggendoli io.~E ho con lor tre cerbi piccolini~che, nelle reti
677 XLVIII | col quale i lassi zeffiri cercavan di riposarsi. Onde ciascuna
678 XXVI | loro radici, con misura cercavano l'onde, tolsi via le cagioni
679 XLV | piaciuti amori~per cui ora cercavi in te fortezza.~Li qua'
680 XXXI | sarebbono quelli che più non cercherebbono che quello che io, non conoscendolo,
681 XXXV | morto, non che io con forza cerchi i miei piaceri o aspetti
682 XI | come dio sospetto,~e ancor Cerer prende con misura,~temendo
683 XXXVII | preste e più correnti, e di cerve mature, a ogni rete, cane
684 XXXII | secoli che il rinnovante cervio, dagli anni in poca forma
685 XXIV | sentì tristo, convertito in cervo.~Con dritta lista a ciascun
686 XXXV | ciascuna e pontefici massimi e cesari ebbe nella sua casa.~Di
687 XXXVIII| sordide mani tentanti ogni cespuglio, spesse fiate m'imaginai
688 XXI | mio consiglio; dal quale cessandoti, di necessità di me perderesti
689 XXIX | che i sopravegnenti casi cessassono sventurati e che egli coraggioso
690 III | parole da sé, quanto poteva, cessava i morsi loro; le quali non
691 V | né per altro accidente cessò quel giorno infino che la
692 XXVI | calda salvia con copioso cesto in palida fronda, e èvvi
693 XXVI | di fronzuti cavoli e di cestute lattughe e d'ampie bietole
694 XXXII | lei ravolte in forma di chelidro. Ma poi che io ebbi lasciatimi
695 XLVI | le dèe di cui cantano e chenti sieno i loro amori, e non
696 XXXVIII| lungo silenzio si dispose a' cheti sonni. Li quali poi che '
697 XXXVIII| fiori e i cavalli, stati chetissimi infino allora, diedero fortissimo
698 XXVI | riempié de' suoi doni Naxon e Chia e Nisa e Elea e il monte
699 XVIII | nave inghiottire».~Io il chiamai più volte e reiterai le
700 XLII | disordinate concupiscenzie chiamano dèa, ma quella dalla quale
701 XVIII | che egli consentisse a me chiamante, ma appena mi pur rispuose;
702 XXXVIII| Altri voleano che quella si chiamasse Mavorzia dal principale
703 XXVI | tremante giugnesse la lingua; e chiamatolo, sedendo con lui, così gli
704 XXXVIII| luoghi, e villa sarnina la chiamavano tutti. La quale, l'avento
705 XXIII | nomato e così ancora mi chiamo.~Ma il mio padre, sì come
706 XXVI | Diana nomata, continuo mi chiamò Adiona; e presami per la
707 XIV | salir le fa vogliose~e veder chiar dall'erba la locusta.~L'
708 XI | prestando sempre liete lor chiarezze,~manifestando, a chi l'acquista,
709 XII | sotto le quali due occhi chiarissimi come matutine stelle sintillanti
710 XXXII | sante penne lucenti d'oro chiarissimo, con le fatte saette si
711 XI | nelle sue cose aver vòlta la chiave.~E 'l suo sommo diletto
712 II | o voglia o possa ciò che chiederai?~Nullo, ch'io credo; ch'
713 XV | braccia, delle quali se per chiedere andasse, domanderebbe così
714 VIII | sempre ammirarti~di grazia chiederei al sommo Giove~di star,
715 XXXII | portare per lo cielo; e chinati gli occhi alle cose basse,
716 XIV | Acaten]~Dunque a ciò non chiude la quistione?~Chi più avanza,
717 XIII | preste dita ora aprendo ora chiudendo i fatti fori, dava piacente
718 XXVI | lasciare multiplicare, e come chiuderli e da cui guardarli, e in
719 VII | luce letizia, vede spesso chiudersi di nuvoli stigii li quali,
720 | Chiunque
721 XXIII | palesi co' ricevuti inganni, chiuse gli occhi e del mondo a
722 XXIX | timida pecora dintorno a' chiusi ovili sentente i frementi
723 XLIX | di fiori,~da folti rami chiuso, posto m'era~ad ascoltare
724 XXVI | via erbosa da' solchi con chiusura di canne, con loro congiunte
725 XXXII | notte tirata con queste ciance, gli orti di Venere invano
726 XII | ricadendo, più la fanno cianciosa. A quelli con intero animo
727 | ciascheduno
728 XXXVIII| io dalla mia puerizia a Cibele divotissima stata e avendo
729 XXIX | Giunone e chi per l'antica Cibelen, ti priegano, n'eleggi alcuno,
730 XLVIII | trascorrenti; e non s'udien le cicale, ma gli stridenti grilli
731 XXXV | fuggito de' liti africani, di Cicilia partito e tornato dalle
732 XXX | riguardato~il fondamento del cicilian sito.~E oltre a ciò fa chi
733 XXXII | E come che la fortuna, ciecamente trattante i beni mondani,
734 XVIII | della figliuola del Sole, di Cileno conosciuto l'avvento a sua
735 XXIX | di Minerva, abitanti in Cimbria, signoreggia, con ampissimo
736 XXXII | ardire del figliuolo di Cinara, avuto contra i vietati
737 V | aguti spiedi li spumanti cinghiari, e i miei cani non dubitano
738 IX | considerare la candida gola, cinghiata di grassezza piacevole non
739 XXXV | mura co' suoi successori cingono l'arci di Palatino, e monte
740 | cinque
741 XXVI | pugnenti rosai sono per tutto cinte. E come 'l cielo di molte
742 XXIII | armi donate e cavallo, e cintolo di milizia a me graziosa,
743 V | biondi capelli, con vezzose ciocche sparti sopra le candide
744 XV | sopra ciascuna tempia bionda ciocchetta; le quali lei, di ciò non
745 XXVI | pedale si mutò il fanciullo Ciparisso; e il quarto luogo teneva
746 XXVI | dovere producere mostrava le cipolle coperte di molte vesti e
747 XII | quanto acquistasse la bella Ciprigna nel cospetto de' popoli
748 XXXVIII| terra premeva, e infinito la circunferenzia di quella si stendea; il
749 XLII | parte a sé dintorno fra la circustante luce ripieno. Ma del divino
750 VIII | suole esser mia usanza,~le ciriege ti serbo; e già per poco~
751 XXVI | nostra dèa, e l'eccelso ciriegio e il lazzo sorbo e il fronzuto
752 I | saette tempera nell'acque di Citera, pietoso de' suoi suggetti,
753 XXXII | palese il piacevole monte citereo, e sopra quello i santi
754 XXXV | acquistate vittorie con la cittadinanza luoghi nobili diede in Roma.
755 XXXVIII| noi stiamo. E se alcuno cittadino fu di questo avvisato, egli
756 XXVI | scheruole e di molte altre civaie. E così nel quarto la pianta
757 XXXII | patrocinanti le quistioni civili sopra minate [aiutato],
758 XVIII | colpe a sua utilità contra Claudio e Britanio miseramente commesse.~
759 XXIX | i nobili; né era alcuno clima che quivi i suoi maggiori
760 XV | tenente una saetta, la cui cocca tal volta la bella bocca
761 XVI | senta il raggio tuo, che coce~me, per la forza degli occhi
762 VIII | Lia, trascorri per l'aure cocenti;~e, trascorrendo, alli occhi
763 XXVI | gialli poponi co' ritondi cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli
764 III | uno la gola all'altro la coda e qual per li piedi tirando
765 XXIX | Semelè, quando divinamente cognobbe Giove; ma queste, tutte
766 XXXVIII| diminutivo di regali fummo cognominati. Il quale mio padre, da'
767 XXVI | fattosi per molti paesi cognoscere, riempié de' suoi doni Naxon
768 XVIII | forma della mia bellezza cognosco, la quale ancora lieto possederai,
769 XXXVIII| tolta via l'antica quercia, colà dove dimorava, a Marte compuose
770 XLIX | incominciò, e il sole a colcarsi,~e fuor di Gange si mostrò
771 XXXVIII| riguardava, così come ne' colchidi campi arati dal tesalico
772 XXI | di Piero, questi luoghi colente, sopra le pulite onde a
773 XXXV | sollevato con picciolo colle dal mare, videro fruttifero
774 XXVI | tirati padiglioni mostrano i colmi loro.~Questo con l'altre
775 IX | eminentissimo, sopra marmoree colonne sostenenti candida lammia,
776 VII | freschi fra l'alte erbe e fra' colorati fiori, sotto le graziose
777 VII | vestimento di fiori innumerabili colorato, a lei dal noioso autunno
778 XXXII | grana avea fatto tornare colorito. Dunque di questa dèa son
779 L | malizia, ma ignoranza n'ha colpa. E però liberamente l'examinazione
780 XVIII | maraviglia dolere, vendicando le colpe a sua utilità contra Claudio
781 XXXV | dubbio conosco. Ma acciò che colpevole non sia riputata la madre
782 XXXV | nella sua destra mano il coltello apparecchiato a perdonare
783 XXXVIII| Cadmo, il quale, ricevuto il comandamento, ubidiente e sbandito si
784 XII | un solo capello fuori del comandato ordine vede partire; sopra
785 XXIX | animale dalla terra mandato a combattere con Orione, ond'elli i mal
786 XL | unghiuti piedi fieramente combattersi sopra loro; e l'aere non
787 V | mente. E così in continui combattimenti s'accende del piacere di
788 XXIX | le nostre vele da Euro, cominciammo ad abandonare i liti tireni;
789 V | non sano vestimento, già cominciandosi a vergognare se alcuna cosa
790 XIII | con segni che ad Alcesto, cominciante co' suoi versi cantando,
791 XXXVIII| pedate dell'aspro cavallo, comincianti tumultuoso romore, tutti
792 XLVIII | secca terra s'aveano fatto cominciare a sentire; e Espero già
793 XXXIV | ninfa, perché questi amori cominciasti? Io vedendo, contento quasi
794 XXXV | vengono; e la parte maggiore i cominciati fondamenti altra volta rinnova
795 XXVI | partitasi la santa dèa, già cominciava ad avere maggior paura,
796 II | in quelli,~com'io posso comincio, tua virtute~superinfusa
797 XXVI | abondanza d'acque molto da commendare, le quali così copiose e
798 XV | sole, gli dànno materia di commendarle, e il naso, nel suo luogo
799 XXVI | essi era più atta a tale commerzio. E insegnommi come e in
800 XXXVIII| converrà discendendo. I furti commessi d'Europa da Giove erano
801 XXXIV | Quale peccato si dovea commettere da me che io per quello
802 L | examinazione e la correzione d'essa commetto nella madre di tutti e maestra,
803 XVIII | tra le sapientissime Muse commise, là dove io gustai l'acque
804 XXIX | ch'elle fossero udite, i commossi altari ne diedono segno,
805 XLIX | che il bene era più, ben compensando.~Così ne' miei pensieri
806 L | senta la sua letizia.~ ~Compie la Comedia delle ninfe fiorentine.~
807 XXXVIII| imaginai co' miei membri compiere la sua rabbiosa fame; e
808 XXIX | madre, i tempi del ventre compierono, tiene i luoghi dove nacque
809 XXXII | per lui non è possibile di compiersi; e per questo modo la notte
810 XXXIV | che troppo tosto non si compiessero e, compiuti, quindi si dovessero
811 XXVII | geniale.~Minerva le sue fila, compilate~con artificio ad uso non
812 XXIII | sollecitudini e continue tirano a compimento uno de' pensati modi dal
813 X | già Lia la sua orazione compiuta, quando a' loro orecchi
814 XVI | rimosso~tosto l'effetto, ma compiutamente~segua il disio che da pietate
815 XXVI | ritondo filo e di quelle comporre tele più utili a' vestimenti
816 V | sopra la sommità di quello compose ambo le mani, e sopra esse
817 XXXII | luogo alla vista de' male composti e logori e gialli, anzi
818 XII | bellissimi appena gli lascia comprendere la loro essenza o chi in
819 XXIX | acciò che brievemente li comprendiamo, quanti il mondo ne manda
820 XV | ridente, col sottoposto mento, compreso in picciol cerchio, hanno
821 XXXV | umile e accostante alle loro compressioni la trovarono, e il luogo,
822 XXXVIII| colà dove dimorava, a Marte compuose in forma ritonda uno onorevole
823 IX | bellissimo, in sé picciola concavità sostenente, soprastante
824 XII | tirato in fuori ma ritondo e concavo in mezzo, merita grazia
825 XLV | convienci, ove, l'ombre passate,~concedendolo Iddio, potrén reddire~e
826 XXI | madre. Li quali spero che concedenteliti Lucina, ti loderai d'avere
827 XXIII | tempo con degna solennità concedesse che que' s'aprissono, ultimamente
828 XXXV | perdonare e a offendere, come io concedessi, examinava quello che io
829 XXXIV | qual cosa, o sommi iddii, concedete ch'ella sia: io non dubiterò
830 XLIV | conseguente il valido aiuto concedi; e le pregate cose confermi
831 XXVI | chi sedesse, largo spazio concedono ad erbe di mille ragioni.~
832 XXI | entrata degli alti cieli, non conceduta loro, per l'aria vagabundi
833 XXXVIII| dilettevoli giugnimenti, concepéo i disiati frutti; dopo la
834 XXIX | apparecchiò vendette alla conceputa ira, non sostenendo più
835 XXXII | anni levata.~A costui mi concessero i fati, il quale lieto mi
836 XXXII | che a uno più giovane ti concessono! A me non madre soprastante
837 XXVIII | fa diverse imaginazioni concordevoli a' suoi disii. Egli alcuna
838 IX | questo, come a più solenne, concorre ciascuno; niuna abitazione
839 IX | ornati, con divoti incensi concorrono; in quelli li eccettuati
840 XXXVIII| igualmente ogni gran greco concorse col suo sforzo; e tra gli
841 XXXII | vietati animali, e cognobbi la concupiscenza degli iddii quando la vidono
842 XLII | stolti alle loro disordinate concupiscenzie chiamano dèa, ma quella
843 I | amori, un'altra volta col concupiscevole cuore transfugano Elena,
844 XLVI | poco in sé si vergogna de' concupiscevoli pensieri avuti, udendo quelli
845 XLIX | volli; poi mi tenni,~temendo condizion non peggiorare,~e con quel
846 XIX | Costei l'antiche e nuove condizioni~con occhio chiaro memora
847 XXXII | pessimo fiato della sua bocca condotta ad estremo supplicio, gl'
848 XIV | dimora;~e poi ch'i'ho lassù condotte quelle,~le nuove erbette
849 XIV | conoscenti~di me che lor conduco alle pasture.~ ~[Acaten]~
850 V | Giove a cui sì bella cosa si confaccia, il quale è da credere che
851 XIII | riguarda, examina, distingue e conferma in sé delle venute ninfe
852 XLIV | concedi; e le pregate cose confermi l'etterna mano. Ecco che
853 XXXIX | tengo, e il pentere~col confessar rimedio a' peccatori.~Così
854 XXXII | ardeva, ma gli occhi in ciò confessavano quello che il sentimento
855 XIII | lui in quelli medesimi si confidava nelle sue parole di vincerlo,
856 XIV | Ma le mie poche nell'alto confine~vivaci, poste d'assalto
857 VIII | velo;~e Zeffiro soave ne conforta~di lui fuggire e l'ombre
858 XVIII | predicava i danni suoi, confortandolo a fuggir quelli. Ma le mie
859 XXIX | lasciate l'estremità, con la confortante dèa mi renderono sicura.
860 XXIII | desiderato, dissi:~«Dèa, confòrtati: la smarrita e non perita
861 XXI | lasciai né da lei mi fu donato congedo come a Calisto, con tutto
862 XXXVIII| meno mi furono cagione di congiugnermi ad altro per simile legge;
863 XXI | Giunone, de' nostri matrimonii congiugnitrice, non avesse la mano ritratta
864 XV | splendente, discerne; la quale congiungeva le parti dello sparato mantello
865 IX | vicino dove con esso si congiungono i preziosi drappi, in mezzo
866 XXIII | ad uno armigero di Marte congiunsono con dolorose tede in matrimonio,
867 XXIX | per matrimoniale legge congiuntasi, seco ne menasse in Sicania.
868 VII | stigii li quali, con la terra congiunti, hanno potenzia di fare
869 XXVI | forme, i pedali delle quali, congiuntissimi col muro, niuno impedimento
870 XXXV | li quali d'alberi copiosi conobbero, e i piani atti a' lavorii
871 XXIX | la diedi solamente alla conocchia: diversi studii m'ebbero,
872 XXXVIII| potesse, né offese commesse si conosceano per le quali adirati giustamente
873 XXXI | cercherebbono che quello che io, non conoscendolo, forse posseggo. Io non
874 XXXV | questo; ma nulla altra via conoscendovi, gliel credetti. E la seconda
875 V | alcuna cosa in sé forse conosceva deforme, e così dice:~-
876 XVIII | antiste; e tu, acciò che ben conoschi come la tua Lia, molto da
877 XLIV | bellezze, di quelle libero conoscimento a sé sentendo, lieto in
878 XXI | mia dèa cercato perdono e conosciutola di ciò consenziente nel
879 XVII | però che a varie dèe si conoscon serventi, e tutte a Giove,
880 XXXVI | l'anima avrebbe la carne conquisa.~Così di sé alcuni male
881 XXIX | domandandone, il conosce' di consanguinità strettissimo alla bella
882 XXXVIII| Laonde Ismene, de' fati conscia del garzone, con sollecita
883 XXIX | al copioso monte Gargano, consecrato a Cerere, santa dèa; e in
884 XLIV | ineffabile nome triforme, per conseguente il valido aiuto concedi;
885 XXXII | non prima la bocca apersi consentendo a' detti suoi che io, nel
886 XXI | lei rifiutata non fossi. Consentì a questo la lieta madre
887 XXIII | Imeneo non porsero alcuno consentimento a' secondi fatti, bene che
888 XVIII | l facesse, non che egli consentisse a me chiamante, ma appena
889 XII | parte del petto, dal vestire consentita, agli occhi di colui che
890 XXXI | nulla di ciò che i panni consentono a chi riguarda. Oh quanto
891 XXI | perdono e conosciutola di ciò consenziente nel movimento benigno della
892 XXXIX | suoi regni il tengo,~lui conservando dentro al petto mio;~e col
893 L | La quale poscia ti priego conservi, sì come tua, nel santo
894 XV | queste cose in sé tutte considerate, raccolto nella sua mente,
895 XXXV | voi e i passati sguardi considererete, voi a me promessa vederete
896 XXVII | ov'ella regna.~I pensati consigli dà maturi~agli occhi ben
897 XXIX | questa sola, la quale noi ti consigliamo che graziosa ti disponghi
898 L | lieta non altrimenti che io, consola con la soavità della voce
899 XXXII | e di vecchio marito male consolata, dubito che i miei anni
900 XXXIV | quasi della tua bellezza, consolato ti riguardava; ora, ad una
901 XXXV | sotto il libero uficio de' consoli, si poteano vedere i campidogli
902 IX | guance di convenevole marte consperse, di misurata lunghezza e
903 XXIII | per adietro, da Nettuno construtta al suono della cetera d'
904 XXXVIII| sotto fruttifero albero, construtti per adietro da Dardano;
905 XXIII | quale il suo era, essere per consuetudine antica mentiva. Dove dimorante
906 VI | alla bella ninfa pensando consuma i tempi suoi: le notti per
907 IV | ov'io mi miro,~sé per sé consumando con dolore,~in fior si convertì;
908 XXXVIII| prieghi che egli i suoi dì consumare non lasciasse sanza figliuoli.
909 XXVI | più preziose fila, usi di consumarsi in esse, cominciarono ad
910 XXVI | primi uomini la mia puerizia consunsi, li quali di me niuno bisogno
911 XLIV | ngegni rendete sottili a contemplarla, acciò che, se possibile
912 I | ad Amore solo con debita contemplazione seguitare, in una ho raccolte
913 XXXII | terra rimira, la quale credo contempli lui tosto dovere ricevere:
914 XXXV | lungamente miratola, fra me contendeva se altra volta veduta l'
915 VIII | Qui dilettevoli ore a trar contendi,~e 'l dilicato corpo, all'
916 L | fronda o altra parte si contenesse alcun difetto, non malizia,
917 XXXII | i cui amori userai per contentamento dell'animo tuo mentre vivi;
918 IX | mancava; e co' suoi occhi contentando Ameto, soavemente cominciò
919 XXXVIII| in cotal modo pensossi di contentarla. E levato il capo, con alta
920 XIII | mira bellezza, Teogapen, contentate le donne, finisce la sua
921 XXVI | di questa medesima cosa contentavano i Persi, e l'egiziaco Nilo,
922 XXVI | così fatta [vita] erano contente, con più sottile ingegno
923 XXIII | sicura che quella, con passo continovo, che voi direte, seguirò
924 XXXII | dannabile. E nel suo andare continuamente curvo, la terra rimira,
925 V | lasciare queste cose più convenevolmente usare a coloro che più volte
926 XXXIX | e col suo operar sì mi convengo~che parte alcuna di quel
927 XXXIV | ad Ensone. Certo ella si convenia più a me che a colui: io
928 XXIX | uno giovane sparuto e male conveniente alla mia forma, sicanio
929 XXXI | agli occhi suoi. Ma non si conveniva egli che alcuno vantaggio
930 XXXV | che per caso opportuno li convenne a Capova, per adietro l'
931 XXIII | saramenti e le 'mpromesse convenzioni alla mia madre. Ma l'iddii,
932 XXXVIII| manifesti, a quelli poi come si converrà discendendo. I furti commessi
933 XXIX | quale non altra vendetta si converrebbe che sostenesse la misera
934 IV | consumando con dolore,~in fior si convertì; il qual con diro~occhio
935 XXV | appo te, di farmi in Ibrida convertire e Ibrida in Ameto, che non
936 XV | seguendo, non so come mi convertirò in amante, servendo donne,
937 XXVIII | la verde erba con parole convertita alcuna, d'allegrezza fatto
938 XXIV | Atteone~il sentì tristo, convertito in cervo.~Con dritta lista
939 XXIV | Chi segue i suoi piacer convien che stea~a tal dover con
940 XLV | chiama; onde partire~quinci convienci, ove, l'ombre passate,~concedendolo
941 XXXV | con aspetto piacevole i convitati. Ma mentre che egli con
942 XXXV | che più lieti facesse i conviti, visitò con aspetto piacevole
943 XXIX | venne e me sùbita tutta coperse per modo che né veduta era
944 XIV | scienza~con altrui cerca coprirla di tale~mantel, che meco;
945 XV | quello, sottile e stretta, copriva; e, nera, pensa che lui
946 XXIX | cessassono sventurati e che egli coraggioso divenisse a' suoi bisogni,
947 XXVI | lazzo sorbo e il fronzuto corbezzolo e l'alto faggio e il palido
948 XXVI | sparti fichi aspettati dal corbo, e le piacevoli castagne
949 VII | faticati archi e le loro corde lo spende. Egli ancora ammaestra
950 XXI | di Niobe, quando essa ne' cori della figliuola mi mescolò
951 XXVI | sonati i tamburi e i rauchi corni e i tintinnanti bacini in
952 XXXVIII| sante divelse un giovane cornio solo crescente in dritta
953 XXVI | avanti mutata dal sole, e il corniuolo di poco tornato da udire
954 VII | con le voci propie, col corno e co' cani li fa risonare,
955 XLVII | Che s'avvenir ciò dêe, a coronali~fiamme più tosto le cheggio
956 XXXII | dell'acque e di mortine coronate, in uno grazioso seno, che '
957 XXXV | poco tempo davanti stato coronato de' regni, a celebrare si
958 L | e le meritate ghirlande coronino la bella donna, della faticata
959 XVIII | con quelle, più che con la corporale forza, giovare a' miei disii;
960 XXVI | anni fu pervenuto ov'io correa, a me per marito l'aggiunse.
961 XXIX | mondo per diverse cagioni vi correano i nobili; né era alcuno
962 XXXVIII| confini; e sotto legge plebea correggendo la mobile pompa de' grandi
963 XVI | etterne ragioni~reggete e correggete, disponendo~sempre a buon
964 V | molta preda. Io, presto, correrò agli strabocchevoli passi
965 L | liberamente l'examinazione e la correzione d'essa commetto nella madre
966 XIV | mescolato con limo e, tabefatte,~corrompon l'altre e muoion con dolore.~
967 XVIII | abitante; la quale, poi che sé corrotta dal potente iddio conobbe,
968 XXXIX | che d'esta vita finirò la corsa,~l'anima a lui rendendo
969 XXXII | lontani alla terra, vi sento corta, istanti nel morbido letto,
970 XXVI | d'uno albero nelle tenere cortecce dell'altro pigliassero forze.
971 XXIX | Driope si sentì da sottile corteccia coprire, mi sentii da' piedi
972 XXVI | cagione di vizio, usava le sue cortesie. Questi così fatti popoli
973 XII | vede raccolti; e altri più corti, o in quello non compresi,
974 XV | guance, non d'altra bellezza cosperse che nella bianca rosa si
975 XXXV | nascoso sotto la cenere, mi cosse la mano palpante; ma, tirata
976 V | o il contrario? A me non costa nulla il provare: se io
977 XXXVIII| Tebe e sotto antiveduta costellazione, Marte dimorante nelle sue
978 XXXVIII| sacerdoti e quello giorno costituirono solenne per sempre mai;
979 XXIII | fare quello che le divine costituzioni a sé non permettono, e forse
980 XXXIX | poi d'ello~iscrisse, da costor non deviante,~con intelletto,
981 IV | io veggo onde, tante son costretta~del mio padre onorar la
982 XXXVIII| da quelli insieme con li costretti Fiesolani fu abitata e chiamata
983 XXXII | propie mani già molte ne costrinsero stare in ordine d'alte mura.
984 XXXII | ne' primi tempi d'abitare costumati con le ninfe quelli luoghi
985 XVIII | so che da lei fu nominata Cotrulla. E essendo carissima dalla
986 XXVI | brace davan le carni mal cotte de' presi animali a' cacciatori,
987 XXXI | piacque più mai. E se tu forse cotto dall'amorose fiamme ti senti
988 XXXIII | quel caldo tal frutto si crea,~che se ne acquista conoscere
989 XLI | servate lor d'allor ch'io le creai.~Chi di me parla, alle cose
990 XVI | obliando le pene.~Voi le creaste e belle le faceste~con virtù
991 XXXIX | gl'infimi qua giù furon creati~interi, e ben, dalle divine
992 XXXVIII| dando libera uscita al creato figliuolo, l'anima tolse
993 XXXVIII| sacrificii al loro iddio e crebbero il numero de' suo' sacerdoti
994 XXXI | simili. E però chi vorrà il creda, e chi no, io non me ne
995 V | più e più fiso mirandoli, credendosi forse porre fine a quello
996 XXXVI | in guisa~miglior che la credenza non porgea.~E Biblide dolente
997 XXXIX | divina regione~con fermo creder non passa la mente,~sanza
998 XXXI | narrerò queste cose, chi le crederà? Niuno fia che possa estimare,
999 XXXII | potessi o sapessi, appena si crederrieno? E come che gli antichi
1000 XXVI | sodisfaceano a tutti i digiuni. E credesi che Dadona allora per santissima
1001 XX | anzi più tosto, s'elli credesse che gli giovasse, porgerebbe
1002 XXXIV | servita che il vecchio. Tu credesti nuocere a uno e hai nociuto
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