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Giovanni Boccaccio
Comedia delle ninfe fiorentine

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-becch | bei-crede | credo-faces | faggi-insep | insid-murat | muri-posan | posar-ristr | risuo-steri | stesa-viii | villa-zizza

                                                   grassetto = Testo principale
     Parte                                         grigio = Testo di commento
501 VIII | in abondanza,~agli occhi bei, d'odor soave e buono.~E, 502 XXXVIII| nominare la presente città al belligero Marte, producitore in questi 503 XV | camere del figliuolo di Belo e la sidonia Dido andare 504 XVI | sempre a tua deità santa;~e bench'io senta il raggio tuo, 505 XII | sudori seccati con bianca benda, ravolta in uno sottile 506 XXIII | pieno di letizia a' miei benefici il raccomandò caramente. 507 XXXVIII| non ignorante del ricevuto beneficio, mirabilmente operò nelle 508 XI | mostrare~nel canto mio la sua benevolenza,~parte nel verso ne farò 509 XLV | suo primo amore~di somma beninanza sempre pieno,~nascemmo, 510 XXXV | ebbe effetto; e tanto con benivolo animo i loro sacrificii 511 XIV | derivate~di viva pietra, beon con sapore~tal che le serva 512 XIV | elle non hanno~ne' monti ber che basti; e pur pensate~ 513 XXVI | dava, alli suoi, soavissimi beri con le chiare onde, e Idaspen 514 XXXVIII| miseramente vivea, già più bestia parendo che uomo, più volte 515 V | e, non sappiendo come, bevendo con gli occhi il non conosciuto 516 XXVI | che non desse dolcissimi beveraggi a' suoi popoli: Ganges, 517 XXXII | medesima surgente, non era bevuta dal sole; e il suo fondo, 518 XVIII | Muse, in quello abitanti, bevvi il dolce latte; e quindi 519 VII | delle sue case, il mondo biancheggiante riguarda; e vede li rivi, 520 IX | imitante la neve per propia bianchezza, apparisce più bella. Nella 521 XV | circunstanti panni la vegga, bianchissima, gli scoperti membri guardando, 522 XII | s'argomenta ciò che uno bianchissimo vestimento, al verde dimorante 523 XXXII | maravigliai del preso Marte e biasimai il folle ardire del figliuolo 524 XLVIII | reiterando nella sua mente, in sé biasimando la troppa affrettata partenza, 525 XXXVII | bella donna, sia più da biasimare la savia temenza che il 526 XXIX | io mi disposi tutta; e la biasimata rusticità co' mie' ammaestramenti 527 XXIX | lui pusillanimo e cupido biasimava, e in me più volte lui più 528 I | pensati, non troverrò chi biasimi quel ch'io lodo. Questi, 529 XXXVI | la credenza non porgea.~E Biblide dolente non divisa~dal mondo 530 XVIII | sarei gita come la misera Biblis per lo non pieghevole Cauno 531 XXII | al ciel di que' faccendo bica,~s'appressarono a Giove 532 XXXV | volte tonda e altrettante bicorne ci si mostrò Febea avanti 533 XLV | non fai di fori~con fatti biechi, mai non se 'n giranno,~ 534 XXVI | cestute lattughe e d'ampie bietole e d'aspre borraggine e di 535 XLIV | gli achivi compagni veduto bifolco divenuto Giansone. Elli, 536 I | E alcuni sono che, dal biforme figliuolo feriti di Citerea, 537 XLIX | abandonando grazioso.~Quivi biltà, gentilezza e valore,~leggiadri 538 VIII | Cerere alle paglie secche e bionde,~dintorno crespi, al tuo 539 XII | quali appena comparazione di biondezza puote in sé trovare; e di 540 XVII | la bella ghirlanda della biondissima testa e scalzatasi, co' 541 V | disponga: molte minori forze ti bisognano a strignermi. -~Poi appresso 542 XX | meno prieghi a tirare lui bisognati sarieno, anzi più tosto, 543 XXVI | degli uomini; laonde io, bisognevole alle età dissolute, cominciai 544 XXVI | terra cotta, con lavorato bitume raggiunti, più sicure tolsero 545 VIII | sopravenuti.~E ciascheduna cosa i blandimenti~ora dell'ombre cerca; ma 546 XXXV | l'angosce mie come Ifi o Blibide miseramente pensai di finire. 547 XVIII | pure al rimedio delle mie boci, pensando con quelle, più 548 XXIX | Giove, ora reggente le terre boemie, abondevoli di metalli, 549 XXXVIII| fermò la terra nominata Boezia; la quale, se vergini meno 550 XLII | quello, né più né meno che il bogliente ferro tratto dell'ardente 551 XXXII | e cercante con vecchio bomere fendere la terra di quelli 552 XVIII | mareggiante sotto falsa bonaccia continuo serbanti ascosa 553 XXXVIII| preso il nome e lo scudo per bonissimo agurio, mirabile frutto 554 XXVI | d'ampie bietole e d'aspre borraggine e di sottili scheruole e 555 XIV | sol ch'io me n'empia la borsa e la gola.~Com'io le guardi, 556 III | andavano; altre, posti giuso li boscherecci archi e li strali, sopra 557 III | cerri e d'abeti un folto bosco e disteso infino alla sommità 558 VIII | mandorle e susine,~fravole e bozzacchioni in questo loco,~belle peruzze 559 XXIII | luoghi andanti le cose, tra bretti monti surgenti quasi in 560 XXVI | truova copiosa quantità di brettonica, piena di molte virtù, e 561 XXXIV | avvegna che alcuna volta brievi estimasse i ragionamenti 562 XXIV | cupidezza e disfrenata,~madre di brighe e di quistion movente,~è 563 XXXIV | di Paride; la quale cosa Briseida avrebbe fatta, se il suo 564 XVIII | utilità contra Claudio e Britanio miseramente commesse.~Questi, 565 XIV | spine;~e tutte fuor delle brutte misture~bianche, con occhio 566 XXXIX | raccontare~al leone e al bue e all'uccello~piacque, e 567 XXXI | medesimo dice alcuna volta:~- O buoni iddii, come che queste bellissime 568 XXVI | l'alto faggio e il palido busso e più altre piante, le quali 569 XVI | L'arco, li strali e il cacciar lasciando~le paurose fiere, 570 III | aperse il ruvido seno; e, cacciatisi dal viso i sucidi sudori 571 XXVI | cotte de' presi animali a' cacciatori, e le crude radici delle 572 XXXV | potendola sostenere, fuggendo, cacciò quelle con quella che più 573 XXXV | cerca la grazia addomandata, cade ne' tesi lacciuoli e, invita, 574 XXXVIII| composte da chiaro suono, cadendo miseramente, sotto Teseo 575 XII | ritornasse sopra il sinistro, cadente l'altro con doppia piega 576 XI | riposando altrui,~acciò che di cader non sia temente.~Soave e 577 XXXVIII| cadmea ancora sopra noi caderanno, e nelle dolorose ruine 578 XXXIV | capelli, o barba prolissa, cadetemi! I bianchi sono più fortunati 579 XXVI | lane, che per sé medesime cadevano delle non tondute pecore, 580 XXXVIII| venuti sopra la generazione cadmea ancora sopra noi caderanno, 581 XXXVIII| gigli, avvegna che belli, caduci e poco duranti conosce; 582 XXXIV | mendicanti. O bellezza, bene caduco, perché venisti tu in me, 583 XXXVIII| preghieri, ebbero fine per li caduti fratelli da pari fato, e 584 VI | le selve e in quelle o va caendo o truova o aspetta le belle 585 I | acciò che di più alto luogo caggiano, l'umili cose schifando, 586 IX | corre all'onde di Speria, e, calate l'ore ferventi, a chiudere 587 XI | il raggio d'esta giace,~calcati i ben mondan con lo 'ntelletto,~ 588 XXXV | euboici giovani, lasciata Calcidia, con le loro navi presero 589 VI | quale poi con loro nelle calde ore, ne' freschi prati posandosi 590 I | freddezza, così i suoi d'amorosa caldezza son testimonii. Questi, 591 XXIV | se la gente che vive, in calere,~come conviensi, l'avesser, 592 XLVIII | vipistrelli, già per la caliginosa aere trascorrenti; e non 593 XXXV | alcuna, o che più per me Caliopè dêa forma a nuovi versi!"~ 594 XXXII | deboli e il secco petto e le callose mani e il già vòto corpo, 595 VIII | bellezze che tu hai,~che dal calor diurno offese sono~ogni 596 XXIII | rimasi, e a cui molto di me è caluto, seguendo nelle palestre 597 XV | la tonda gamba da niuno calzamento coperta; e bene che ombrosa 598 XV | fiata il piè di lei, andante calzato di sola scarpetta, la quale 599 XXXII | mai per alcuna altra ti cambi».~Ma io, dopo molto ascoltare, 600 XXI | abito e di modi in parte cambiando. E tanta fu di Diana ver 601 XXXVIII| bellezza, non altrimenti cambiandosi che le tele delle figliuole 602 XXXVIII| e se sono essi, il mio cammino è finito per li veduti segni 603 XXVI | fu che con isperanza di campare l'adoperasse. E Rubicone, 604 XXXV | consoli, si poteano vedere i campidogli non rozzi, con iscaglioni 605 XXIX | del sommo Giove ottimo di Campidoglio, non avendo i loro casti 606 IX | del mezzo de' quali il non camuso naso in linea diritta discende, 607 VIII | dèi.~Perdona all'arco e a' can, che seguire~più non ti 608 XXVI | fiata, ma poi per picciolo cancello, come Pomena volle, entrai 609 I | sanguinose battaglie, alcuni le candidate vittorie e chi le paci togate 610 IX | moti suoi, a cui il collo candidissimo non era dissimigliante, 611 XXXVII | cerve mature, a ogni rete, cane o istrale avvisate. E appresso, 612 XXI | interamente. Ma io, non seguente i canestri né le lane della santa dèa, 613 XVIII | tempo nel quale Febo, la caniculare stella lasciata, con luce 614 III | turbato il lor sollazzo per la canina rabbia, levate, con alte 615 II | coro,~nel dolce tempo che cantan gli uccelli~istanti all' 616 XXXV | spogliata Dite rendute (cantandole flammini laudanti le poche 617 XLVI | templi e quali le dèe di cui cantano e chenti sieno i loro amori, 618 XXIX | varii suoni e laudevoli voci cantanti piacevoli versi le mie case 619 X | la canzone ricominciando cantasse. E chi avrebbe alle petizioni 620 XIV | guardia fu distinto~che cantassimo qui; la qual chi mira~con 621 VIII | guida e move,~di cui tu già cantasti, vieni omai:~non è quest' 622 XXXVIII| più volte, da Agamennone cantata, pervenne ne' miei orecchi, 623 XXXV | gallo avea le prime ore cantate e ogni stella pareva nel 624 XXXV | conviene a me per premio de' cantati versi in vostra laude e 625 XXXIV | sentendo la donna avere cantato, alla bella giovane di verde 626 XXXV | palese per cui più altamente canterai che per noi, che qui venute 627 I | cui io sono, aiutandomi, canterò. E lasciando quel tempo, 628 XI | ne' sacrifici della qual cantiamo~divoti quanto può la voce 629 XXX | vòto,~dal freddissimo Borea canuto,~l'acque strignente, e dal 630 VIII | campi aperti con le sue capelle,~ma sotto l'ombre mitigan 631 XXVI | coperte di molte vesti e i capituti porri e gli spicchiuti agli; 632 XLII | fiamma si discerne l'acceso carbone, cotale in quella un luminoso 633 IX | allato alle quali li spenti carboni si diriano bianchi da' riguardanti; 634 XXVI | marito, e l'uno e l'altra carica de' suoi frutti; sopra l' 635 XXII | i monti l'un dell'altro caricando,~infin al ciel di que' faccendo 636 V | acque dal suo viso cacciata, caricatasi quella sopra i forti omeri, 637 XXVI | dovuti, si possono vedere cariche d'uve dorate e purpuree 638 XXVI | Tutte queste cose mi furono carissime; e con diligenzia dandole 639 XLIV | Adiona l'ebbe di drappi carissimi ricoperto, Agapes, in bocca 640 III | antica origine, quasi da carnalità costretto, di ciò avendo 641 XXXIX | sol ch'operato sia degno carribo~a così alti effetti, e che 642 XLVII | giammai non risolva,~o le mie carte, ad odio iniquo mossa;~( 643 XV | raccolti e quindi di dietro non cascanti sopra lo equale collo, con 644 XXXV | più anni, avvenne che per caso opportuno li convenne a 645 XVIII | io dicessi: quello che a Cassandra, ingannato da lei, tolse; 646 XXII | quello entrati, saran da noi cassi~l'iddii reggenti, o per 647 XXVI | dal corbo, e le piacevoli castagne difese da aspra veste, state 648 XVIII | dove io gustai l'acque castalie, e l'altezza di Cirra tentante 649 XXVI | ne' correnti secoli sotto caste leggi, e nel suo senno abondava 650 III | popoli, ornata d'infinite castella, dilettevole di graziose 651 XXXV | giovane, come rubatore della castità del tuo letto, ma come focoso 652 XXXII | delizie, così sùbita ancora casura come salio, riempie il mondo; 653 XXXVIII| sembianza infino a' tempi di Catellina si stette, gl'inganni del 654 XXIX | prima il viso mio, che le caterve de' vaghi giovani, a me 655 XVIII | Biblis per lo non pieghevole Cauno se n'andò all'ombre di Stigia. 656 XXXVIII| destro piede e la terra cavando, che mai violazione alcuna 657 XXVI | ciascuno dovessi la terra cavare, e quale barbato e quale 658 XII | E il candido collo, non cavato ma pari, e la dilicata gola, 659 XXXVIII| forte unghione fermato, caverà la terra dinanzi a' miei 660 XXVI | era ripieno di fronzuti cavoli e di cestute lattughe e 661 XXXVII | abondevole di giovinette cavriuole e lascive, di damme giovani 662 XXXVIII| io tratto della mentale cechità con la mia luce a conoscere 663 XXVI | cieche lenti e i ritondi ceci con le già secche fave, 664 XXVI | cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli e' petronciani violati con 665 XVII | chiamava recenti, forse quale Cefalo per adietro con malo agurio 666 XXXII | mossa a' falli loro, si cela agli occhi che si debbono 667 XXXII | quale niuna parte mi si celava, se non quanto coprivano 668 XXVI | India, mi fu padre: questi, celebrantesi in Tebe, amantissima terra 669 XXXV | stato coronato de' regni, a celebrare si dispose una gran festa, 670 XXXVIII| simile giorno ogn'anno si celebrino ad etterna memoria della 671 XXXVIII| avegna che quelle molto celi la mia sembianza, le mie 672 XXXV | arci di Palatino, e monte Celio e Aventino con gli altri 673 XXXVIII| questo piano, e le lievi ceneri cadute delle triste reliquie 674 XXIII | di nulla fama e di meno censo, già dato a' servigii di 675 XXXVI | che 'n Utica morio, e 'l Censorino~mostrâr con forte petto 676 VIII | veggendoli io.~E ho con lor tre cerbi piccolini~che, nelle reti 677 XLVIII | col quale i lassi zeffiri cercavan di riposarsi. Onde ciascuna 678 XXVI | loro radici, con misura cercavano l'onde, tolsi via le cagioni 679 XLV | piaciuti amori~per cui ora cercavi in te fortezza.~Li qua' 680 XXXI | sarebbono quelli che più non cercherebbono che quello che io, non conoscendolo, 681 XXXV | morto, non che io con forza cerchi i miei piaceri o aspetti 682 XI | come dio sospetto,~e ancor Cerer prende con misura,~temendo 683 XXXVII | preste e più correnti, e di cerve mature, a ogni rete, cane 684 XXXII | secoli che il rinnovante cervio, dagli anni in poca forma 685 XXIV | sentì tristo, convertito in cervo.~Con dritta lista a ciascun 686 XXXV | ciascuna e pontefici massimi e cesari ebbe nella sua casa.~Di 687 XXXVIII| sordide mani tentanti ogni cespuglio, spesse fiate m'imaginai 688 XXI | mio consiglio; dal quale cessandoti, di necessità di me perderesti 689 XXIX | che i sopravegnenti casi cessassono sventurati e che egli coraggioso 690 III | parole da sé, quanto poteva, cessava i morsi loro; le quali non 691 V | né per altro accidente cessò quel giorno infino che la 692 XXVI | calda salvia con copioso cesto in palida fronda, e èvvi 693 XXVI | di fronzuti cavoli e di cestute lattughe e d'ampie bietole 694 XXXII | lei ravolte in forma di chelidro. Ma poi che io ebbi lasciatimi 695 XLVI | le dèe di cui cantano e chenti sieno i loro amori, e non 696 XXXVIII| lungo silenzio si dispose a' cheti sonni. Li quali poi che ' 697 XXXVIII| fiori e i cavalli, stati chetissimi infino allora, diedero fortissimo 698 XXVI | riempié de' suoi doni Naxon e Chia e Nisa e Elea e il monte 699 XVIII | nave inghiottire».~Io il chiamai più volte e reiterai le 700 XLII | disordinate concupiscenzie chiamano dèa, ma quella dalla quale 701 XVIII | che egli consentisse a me chiamante, ma appena mi pur rispuose; 702 XXXVIII| Altri voleano che quella si chiamasse Mavorzia dal principale 703 XXVI | tremante giugnesse la lingua; e chiamatolo, sedendo con lui, così gli 704 XXXVIII| luoghi, e villa sarnina la chiamavano tutti. La quale, l'avento 705 XXIII | nomato e così ancora mi chiamo.~Ma il mio padre, sì come 706 XXVI | Diana nomata, continuo mi chiamò Adiona; e presami per la 707 XIV | salir le fa vogliose~e veder chiar dall'erba la locusta.~L' 708 XI | prestando sempre liete lor chiarezze,~manifestando, a chi l'acquista, 709 XII | sotto le quali due occhi chiarissimi come matutine stelle sintillanti 710 XXXII | sante penne lucenti d'oro chiarissimo, con le fatte saette si 711 XI | nelle sue cose aver vòlta la chiave.~E 'l suo sommo diletto 712 II | o voglia o possa ciò che chiederai?~Nullo, ch'io credo; ch' 713 XV | braccia, delle quali se per chiedere andasse, domanderebbe così 714 VIII | sempre ammirarti~di grazia chiederei al sommo Giove~di star, 715 XXXII | portare per lo cielo; e chinati gli occhi alle cose basse, 716 XIV | Acaten]~Dunque a ciò non chiude la quistione?~Chi più avanza, 717 XIII | preste dita ora aprendo ora chiudendo i fatti fori, dava piacente 718 XXVI | lasciare multiplicare, e come chiuderli e da cui guardarli, e in 719 VII | luce letizia, vede spesso chiudersi di nuvoli stigii li quali, 720 | Chiunque 721 XXIII | palesi co' ricevuti inganni, chiuse gli occhi e del mondo a 722 XXIX | timida pecora dintorno a' chiusi ovili sentente i frementi 723 XLIX | di fiori,~da folti rami chiuso, posto m'era~ad ascoltare 724 XXVI | via erbosa da' solchi con chiusura di canne, con loro congiunte 725 XXXII | notte tirata con queste ciance, gli orti di Venere invano 726 XII | ricadendo, più la fanno cianciosa. A quelli con intero animo 727 | ciascheduno 728 XXXVIII| io dalla mia puerizia a Cibele divotissima stata e avendo 729 XXIX | Giunone e chi per l'antica Cibelen, ti priegano, n'eleggi alcuno, 730 XLVIII | trascorrenti; e non s'udien le cicale, ma gli stridenti grilli 731 XXXV | fuggito de' liti africani, di Cicilia partito e tornato dalle 732 XXX | riguardato~il fondamento del cicilian sito.~E oltre a ciò fa chi 733 XXXII | E come che la fortuna, ciecamente trattante i beni mondani, 734 XVIII | della figliuola del Sole, di Cileno conosciuto l'avvento a sua 735 XXIX | di Minerva, abitanti in Cimbria, signoreggia, con ampissimo 736 XXXII | ardire del figliuolo di Cinara, avuto contra i vietati 737 V | aguti spiedi li spumanti cinghiari, e i miei cani non dubitano 738 IX | considerare la candida gola, cinghiata di grassezza piacevole non 739 XXXV | mura co' suoi successori cingono l'arci di Palatino, e monte 740 | cinque 741 XXVI | pugnenti rosai sono per tutto cinte. E come 'l cielo di molte 742 XXIII | armi donate e cavallo, e cintolo di milizia a me graziosa, 743 V | biondi capelli, con vezzose ciocche sparti sopra le candide 744 XV | sopra ciascuna tempia bionda ciocchetta; le quali lei, di ciò non 745 XXVI | pedale si mutò il fanciullo Ciparisso; e il quarto luogo teneva 746 XXVI | dovere producere mostrava le cipolle coperte di molte vesti e 747 XII | quanto acquistasse la bella Ciprigna nel cospetto de' popoli 748 XXXVIII| terra premeva, e infinito la circunferenzia di quella si stendea; il 749 XLII | parte a sé dintorno fra la circustante luce ripieno. Ma del divino 750 VIII | suole esser mia usanza,~le ciriege ti serbo; e già per poco~ 751 XXVI | nostra dèa, e l'eccelso ciriegio e il lazzo sorbo e il fronzuto 752 I | saette tempera nell'acque di Citera, pietoso de' suoi suggetti, 753 XXXII | palese il piacevole monte citereo, e sopra quello i santi 754 XXXV | acquistate vittorie con la cittadinanza luoghi nobili diede in Roma. 755 XXXVIII| noi stiamo. E se alcuno cittadino fu di questo avvisato, egli 756 XXVI | scheruole e di molte altre civaie. E così nel quarto la pianta 757 XXXII | patrocinanti le quistioni civili sopra minate [aiutato], 758 XVIII | colpe a sua utilità contra Claudio e Britanio miseramente commesse.~ 759 XXIX | i nobili; né era alcuno clima che quivi i suoi maggiori 760 XV | tenente una saetta, la cui cocca tal volta la bella bocca 761 XVI | senta il raggio tuo, che coce~me, per la forza degli occhi 762 VIII | Lia, trascorri per l'aure cocenti;~e, trascorrendo, alli occhi 763 XXVI | gialli poponi co' ritondi cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli 764 III | uno la gola all'altro la coda e qual per li piedi tirando 765 XXIX | Semelè, quando divinamente cognobbe Giove; ma queste, tutte 766 XXXVIII| diminutivo di regali fummo cognominati. Il quale mio padre, da' 767 XXVI | fattosi per molti paesi cognoscere, riempié de' suoi doni Naxon 768 XVIII | forma della mia bellezza cognosco, la quale ancora lieto possederai, 769 XXXVIII| tolta via l'antica quercia, colà dove dimorava, a Marte compuose 770 XLIX | incominciò, e il sole a colcarsi,~e fuor di Gange si mostrò 771 XXXVIII| riguardava, così come ne' colchidi campi arati dal tesalico 772 XXI | di Piero, questi luoghi colente, sopra le pulite onde a 773 XXXV | sollevato con picciolo colle dal mare, videro fruttifero 774 XXVI | tirati padiglioni mostrano i colmi loro.~Questo con l'altre 775 IX | eminentissimo, sopra marmoree colonne sostenenti candida lammia, 776 VII | freschi fra l'alte erbe e fra' colorati fiori, sotto le graziose 777 VII | vestimento di fiori innumerabili colorato, a lei dal noioso autunno 778 XXXII | grana avea fatto tornare colorito. Dunque di questa dèa son 779 L | malizia, ma ignoranza n'ha colpa. E però liberamente l'examinazione 780 XVIII | maraviglia dolere, vendicando le colpe a sua utilità contra Claudio 781 XXXV | dubbio conosco. Ma acciò che colpevole non sia riputata la madre 782 XXXV | nella sua destra mano il coltello apparecchiato a perdonare 783 XXXVIII| Cadmo, il quale, ricevuto il comandamento, ubidiente e sbandito si 784 XII | un solo capello fuori del comandato ordine vede partire; sopra 785 XXIX | animale dalla terra mandato a combattere con Orione, ond'elli i mal 786 XL | unghiuti piedi fieramente combattersi sopra loro; e l'aere non 787 V | mente. E così in continui combattimenti s'accende del piacere di 788 XXIX | le nostre vele da Euro, cominciammo ad abandonare i liti tireni; 789 V | non sano vestimento, già cominciandosi a vergognare se alcuna cosa 790 XIII | con segni che ad Alcesto, cominciante co' suoi versi cantando, 791 XXXVIII| pedate dell'aspro cavallo, comincianti tumultuoso romore, tutti 792 XLVIII | secca terra s'aveano fatto cominciare a sentire; e Espero già 793 XXXIV | ninfa, perché questi amori cominciasti? Io vedendo, contento quasi 794 XXXV | vengono; e la parte maggiore i cominciati fondamenti altra volta rinnova 795 XXVI | partitasi la santa dèa, già cominciava ad avere maggior paura, 796 II | in quelli,~com'io posso comincio, tua virtute~superinfusa 797 XXVI | abondanza d'acque molto da commendare, le quali così copiose e 798 XV | sole, gli dànno materia di commendarle, e il naso, nel suo luogo 799 XXVI | essi era più atta a tale commerzio. E insegnommi come e in 800 XXXVIII| converrà discendendo. I furti commessi d'Europa da Giove erano 801 XXXIV | Quale peccato si dovea commettere da me che io per quello 802 L | examinazione e la correzione d'essa commetto nella madre di tutti e maestra, 803 XVIII | tra le sapientissime Muse commise, dove io gustai l'acque 804 XXIX | ch'elle fossero udite, i commossi altari ne diedono segno, 805 XLIX | che il bene era più, ben compensando.~Così ne' miei pensieri 806 L | senta la sua letizia.~ ~Compie la Comedia delle ninfe fiorentine.~ 807 XXXVIII| imaginai co' miei membri compiere la sua rabbiosa fame; e 808 XXIX | madre, i tempi del ventre compierono, tiene i luoghi dove nacque 809 XXXII | per lui non è possibile di compiersi; e per questo modo la notte 810 XXXIV | che troppo tosto non si compiessero e, compiuti, quindi si dovessero 811 XXVII | geniale.~Minerva le sue fila, compilate~con artificio ad uso non 812 XXIII | sollecitudini e continue tirano a compimento uno de' pensati modi dal 813 X | già Lia la sua orazione compiuta, quando a' loro orecchi 814 XVI | rimosso~tosto l'effetto, ma compiutamente~segua il disio che da pietate 815 XXVI | ritondo filo e di quelle comporre tele più utili a' vestimenti 816 V | sopra la sommità di quello compose ambo le mani, e sopra esse 817 XXXII | luogo alla vista de' male composti e logori e gialli, anzi 818 XII | bellissimi appena gli lascia comprendere la loro essenza o chi in 819 XXIX | acciò che brievemente li comprendiamo, quanti il mondo ne manda 820 XV | ridente, col sottoposto mento, compreso in picciol cerchio, hanno 821 XXXV | umile e accostante alle loro compressioni la trovarono, e il luogo, 822 XXXVIII| colà dove dimorava, a Marte compuose in forma ritonda uno onorevole 823 IX | bellissimo, in sé picciola concavità sostenente, soprastante 824 XII | tirato in fuori ma ritondo e concavo in mezzo, merita grazia 825 XLV | convienci, ove, l'ombre passate,~concedendolo Iddio, potrén reddire~e 826 XXI | madre. Li quali spero che concedenteliti Lucina, ti loderai d'avere 827 XXIII | tempo con degna solennità concedesse che que' s'aprissono, ultimamente 828 XXXV | perdonare e a offendere, come io concedessi, examinava quello che io 829 XXXIV | qual cosa, o sommi iddii, concedete ch'ella sia: io non dubiterò 830 XLIV | conseguente il valido aiuto concedi; e le pregate cose confermi 831 XXVI | chi sedesse, largo spazio concedono ad erbe di mille ragioni.~ 832 XXI | entrata degli alti cieli, non conceduta loro, per l'aria vagabundi 833 XXXVIII| dilettevoli giugnimenti, concepéo i disiati frutti; dopo la 834 XXIX | apparecchiò vendette alla conceputa ira, non sostenendo più 835 XXXII | anni levata.~A costui mi concessero i fati, il quale lieto mi 836 XXXII | che a uno più giovane ti concessono! A me non madre soprastante 837 XXVIII | fa diverse imaginazioni concordevoli a' suoi disii. Egli alcuna 838 IX | questo, come a più solenne, concorre ciascuno; niuna abitazione 839 IX | ornati, con divoti incensi concorrono; in quelli li eccettuati 840 XXXVIII| igualmente ogni gran greco concorse col suo sforzo; e tra gli 841 XXXII | vietati animali, e cognobbi la concupiscenza degli iddii quando la vidono 842 XLII | stolti alle loro disordinate concupiscenzie chiamano dèa, ma quella 843 I | amori, un'altra volta col concupiscevole cuore transfugano Elena, 844 XLVI | poco in sé si vergogna de' concupiscevoli pensieri avuti, udendo quelli 845 XLIX | volli; poi mi tenni,~temendo condizion non peggiorare,~e con quel 846 XIX | Costei l'antiche e nuove condizioni~con occhio chiaro memora 847 XXXII | pessimo fiato della sua bocca condotta ad estremo supplicio, gl' 848 XIV | dimora;~e poi ch'i'ho lassù condotte quelle,~le nuove erbette 849 XIV | conoscenti~di me che lor conduco alle pasture.~ ~[Acaten]~ 850 V | Giove a cui sì bella cosa si confaccia, il quale è da credere che 851 XIII | riguarda, examina, distingue e conferma in sé delle venute ninfe 852 XLIV | concedi; e le pregate cose confermi l'etterna mano. Ecco che 853 XXXIX | tengo, e il pentere~col confessar rimedio a' peccatori.~Così 854 XXXII | ardeva, ma gli occhi in ciò confessavano quello che il sentimento 855 XIII | lui in quelli medesimi si confidava nelle sue parole di vincerlo, 856 XIV | Ma le mie poche nell'alto confine~vivaci, poste d'assalto 857 VIII | velo;~e Zeffiro soave ne conforta~di lui fuggire e l'ombre 858 XVIII | predicava i danni suoi, confortandolo a fuggir quelli. Ma le mie 859 XXIX | lasciate l'estremità, con la confortante dèa mi renderono sicura. 860 XXIII | desiderato, dissi:~«Dèa, confòrtati: la smarrita e non perita 861 XXI | lasciai né da lei mi fu donato congedo come a Calisto, con tutto 862 XXXVIII| meno mi furono cagione di congiugnermi ad altro per simile legge; 863 XXI | Giunone, de' nostri matrimonii congiugnitrice, non avesse la mano ritratta 864 XV | splendente, discerne; la quale congiungeva le parti dello sparato mantello 865 IX | vicino dove con esso si congiungono i preziosi drappi, in mezzo 866 XXIII | ad uno armigero di Marte congiunsono con dolorose tede in matrimonio, 867 XXIX | per matrimoniale legge congiuntasi, seco ne menasse in Sicania. 868 VII | stigii li quali, con la terra congiunti, hanno potenzia di fare 869 XXVI | forme, i pedali delle quali, congiuntissimi col muro, niuno impedimento 870 XXXV | li quali d'alberi copiosi conobbero, e i piani atti a' lavorii 871 XXIX | la diedi solamente alla conocchia: diversi studii m'ebbero, 872 XXXVIII| potesse, né offese commesse si conosceano per le quali adirati giustamente 873 XXXI | cercherebbono che quello che io, non conoscendolo, forse posseggo. Io non 874 XXXV | questo; ma nulla altra via conoscendovi, gliel credetti. E la seconda 875 V | alcuna cosa in sé forse conosceva deforme, e così dice:~- 876 XVIII | antiste; e tu, acciò che ben conoschi come la tua Lia, molto da 877 XLIV | bellezze, di quelle libero conoscimento a sé sentendo, lieto in 878 XXI | mia dèa cercato perdono e conosciutola di ciò consenziente nel 879 XVII | però che a varie dèe si conoscon serventi, e tutte a Giove, 880 XXXVI | l'anima avrebbe la carne conquisa.~Così di sé alcuni male 881 XXIX | domandandone, il conosce' di consanguinità strettissimo alla bella 882 XXXVIII| Laonde Ismene, de' fati conscia del garzone, con sollecita 883 XXIX | al copioso monte Gargano, consecrato a Cerere, santa dèa; e in 884 XLIV | ineffabile nome triforme, per conseguente il valido aiuto concedi; 885 XXXII | non prima la bocca apersi consentendo a' detti suoi che io, nel 886 XXI | lei rifiutata non fossi. Consentì a questo la lieta madre 887 XXIII | Imeneo non porsero alcuno consentimento a' secondi fatti, bene che 888 XVIII | l facesse, non che egli consentisse a me chiamante, ma appena 889 XII | parte del petto, dal vestire consentita, agli occhi di colui che 890 XXXI | nulla di ciò che i panni consentono a chi riguarda. Oh quanto 891 XXI | perdono e conosciutola di ciò consenziente nel movimento benigno della 892 XXXIX | suoi regni il tengo,~lui conservando dentro al petto mio;~e col 893 L | La quale poscia ti priego conservi, sì come tua, nel santo 894 XV | queste cose in sé tutte considerate, raccolto nella sua mente, 895 XXXV | voi e i passati sguardi considererete, voi a me promessa vederete 896 XXVII | ov'ella regna.~I pensati consigli maturi~agli occhi ben 897 XXIX | questa sola, la quale noi ti consigliamo che graziosa ti disponghi 898 L | lieta non altrimenti che io, consola con la soavità della voce 899 XXXII | e di vecchio marito male consolata, dubito che i miei anni 900 XXXIV | quasi della tua bellezza, consolato ti riguardava; ora, ad una 901 XXXV | sotto il libero uficio de' consoli, si poteano vedere i campidogli 902 IX | guance di convenevole marte consperse, di misurata lunghezza e 903 XXIII | per adietro, da Nettuno construtta al suono della cetera d' 904 XXXVIII| sotto fruttifero albero, construtti per adietro da Dardano; 905 XXIII | quale il suo era, essere per consuetudine antica mentiva. Dove dimorante 906 VI | alla bella ninfa pensando consuma i tempi suoi: le notti per 907 IV | ov'io mi miro,~sé per sé consumando con dolore,~in fior si convertì; 908 XXXVIII| prieghi che egli i suoi consumare non lasciasse sanza figliuoli. 909 XXVI | più preziose fila, usi di consumarsi in esse, cominciarono ad 910 XXVI | primi uomini la mia puerizia consunsi, li quali di me niuno bisogno 911 XLIV | ngegni rendete sottili a contemplarla, acciò che, se possibile 912 I | ad Amore solo con debita contemplazione seguitare, in una ho raccolte 913 XXXII | terra rimira, la quale credo contempli lui tosto dovere ricevere: 914 XXXV | lungamente miratola, fra me contendeva se altra volta veduta l' 915 VIII | Qui dilettevoli ore a trar contendi,~e 'l dilicato corpo, all' 916 L | fronda o altra parte si contenesse alcun difetto, non malizia, 917 XXXII | i cui amori userai per contentamento dell'animo tuo mentre vivi; 918 IX | mancava; e co' suoi occhi contentando Ameto, soavemente cominciò 919 XXXVIII| in cotal modo pensossi di contentarla. E levato il capo, con alta 920 XIII | mira bellezza, Teogapen, contentate le donne, finisce la sua 921 XXVI | di questa medesima cosa contentavano i Persi, e l'egiziaco Nilo, 922 XXVI | così fatta [vita] erano contente, con più sottile ingegno 923 XXIII | sicura che quella, con passo continovo, che voi direte, seguirò 924 XXXII | dannabile. E nel suo andare continuamente curvo, la terra rimira, 925 V | lasciare queste cose più convenevolmente usare a coloro che più volte 926 XXXIX | e col suo operar sì mi convengo~che parte alcuna di quel 927 XXXIV | ad Ensone. Certo ella si convenia più a me che a colui: io 928 XXIX | uno giovane sparuto e male conveniente alla mia forma, sicanio 929 XXXI | agli occhi suoi. Ma non si conveniva egli che alcuno vantaggio 930 XXXV | che per caso opportuno li convenne a Capova, per adietro l' 931 XXIII | saramenti e le 'mpromesse convenzioni alla mia madre. Ma l'iddii, 932 XXXVIII| manifesti, a quelli poi come si converrà discendendo. I furti commessi 933 XXIX | quale non altra vendetta si converrebbe che sostenesse la misera 934 IV | consumando con dolore,~in fior si convertì; il qual con diro~occhio 935 XXV | appo te, di farmi in Ibrida convertire e Ibrida in Ameto, che non 936 XV | seguendo, non so come mi convertirò in amante, servendo donne, 937 XXVIII | la verde erba con parole convertita alcuna, d'allegrezza fatto 938 XXIV | Atteone~il sentì tristo, convertito in cervo.~Con dritta lista 939 XXIV | Chi segue i suoi piacer convien che stea~a tal dover con 940 XLV | chiama; onde partire~quinci convienci, ove, l'ombre passate,~concedendolo 941 XXXV | con aspetto piacevole i convitati. Ma mentre che egli con 942 XXXV | che più lieti facesse i conviti, visitò con aspetto piacevole 943 XXIX | venne e me sùbita tutta coperse per modo che né veduta era 944 XIV | scienza~con altrui cerca coprirla di tale~mantel, che meco; 945 XV | quello, sottile e stretta, copriva; e, nera, pensa che lui 946 XXIX | cessassono sventurati e che egli coraggioso divenisse a' suoi bisogni, 947 XXVI | lazzo sorbo e il fronzuto corbezzolo e l'alto faggio e il palido 948 XXVI | sparti fichi aspettati dal corbo, e le piacevoli castagne 949 VII | faticati archi e le loro corde lo spende. Egli ancora ammaestra 950 XXI | di Niobe, quando essa ne' cori della figliuola mi mescolò 951 XXVI | sonati i tamburi e i rauchi corni e i tintinnanti bacini in 952 XXXVIII| sante divelse un giovane cornio solo crescente in dritta 953 XXVI | avanti mutata dal sole, e il corniuolo di poco tornato da udire 954 VII | con le voci propie, col corno e co' cani li fa risonare, 955 XLVII | Che s'avvenir ciò dêe, a coronali~fiamme più tosto le cheggio 956 XXXII | dell'acque e di mortine coronate, in uno grazioso seno, che ' 957 XXXV | poco tempo davanti stato coronato de' regni, a celebrare si 958 L | e le meritate ghirlande coronino la bella donna, della faticata 959 XVIII | con quelle, più che con la corporale forza, giovare a' miei disii; 960 XXVI | anni fu pervenuto ov'io correa, a me per marito l'aggiunse. 961 XXIX | mondo per diverse cagioni vi correano i nobili; né era alcuno 962 XXXVIII| confini; e sotto legge plebea correggendo la mobile pompa de' grandi 963 XVI | etterne ragioni~reggete e correggete, disponendo~sempre a buon 964 V | molta preda. Io, presto, correrò agli strabocchevoli passi 965 L | liberamente l'examinazione e la correzione d'essa commetto nella madre 966 XIV | mescolato con limo e, tabefatte,~corrompon l'altre e muoion con dolore.~ 967 XVIII | abitante; la quale, poi che sé corrotta dal potente iddio conobbe, 968 XXXIX | che d'esta vita finirò la corsa,~l'anima a lui rendendo 969 XXXII | lontani alla terra, vi sento corta, istanti nel morbido letto, 970 XXVI | d'uno albero nelle tenere cortecce dell'altro pigliassero forze. 971 XXIX | Driope si sentì da sottile corteccia coprire, mi sentii da' piedi 972 XXVI | cagione di vizio, usava le sue cortesie. Questi così fatti popoli 973 XII | vede raccolti; e altri più corti, o in quello non compresi, 974 XV | guance, non d'altra bellezza cosperse che nella bianca rosa si 975 XXXV | nascoso sotto la cenere, mi cosse la mano palpante; ma, tirata 976 V | o il contrario? A me non costa nulla il provare: se io 977 XXXVIII| Tebe e sotto antiveduta costellazione, Marte dimorante nelle sue 978 XXXVIII| sacerdoti e quello giorno costituirono solenne per sempre mai; 979 XXIII | fare quello che le divine costituzioni a sé non permettono, e forse 980 XXXIX | poi d'ello~iscrisse, da costor non deviante,~con intelletto, 981 IV | io veggo onde, tante son costretta~del mio padre onorar la 982 XXXVIII| da quelli insieme con li costretti Fiesolani fu abitata e chiamata 983 XXXII | propie mani già molte ne costrinsero stare in ordine d'alte mura. 984 XXXII | ne' primi tempi d'abitare costumati con le ninfe quelli luoghi 985 XVIII | so che da lei fu nominata Cotrulla. E essendo carissima dalla 986 XXVI | brace davan le carni mal cotte de' presi animali a' cacciatori, 987 XXXI | piacque più mai. E se tu forse cotto dall'amorose fiamme ti senti 988 XXXIII | quel caldo tal frutto si crea,~che se ne acquista conoscere 989 XLI | servate lor d'allor ch'io le creai.~Chi di me parla, alle cose 990 XVI | obliando le pene.~Voi le creaste e belle le faceste~con virtù 991 XXXIX | gl'infimi qua giù furon creati~interi, e ben, dalle divine 992 XXXVIII| dando libera uscita al creato figliuolo, l'anima tolse 993 XXXVIII| sacrificii al loro iddio e crebbero il numero de' suo' sacerdoti 994 XXXI | simili. E però chi vorrà il creda, e chi no, io non me ne 995 V | più e più fiso mirandoli, credendosi forse porre fine a quello 996 XXXVI | in guisa~miglior che la credenza non porgea.~E Biblide dolente 997 XXXIX | divina regione~con fermo creder non passa la mente,~sanza 998 XXXI | narrerò queste cose, chi le crederà? Niuno fia che possa estimare, 999 XXXII | potessi o sapessi, appena si crederrieno? E come che gli antichi 1000 XXVI | sodisfaceano a tutti i digiuni. E credesi che Dadona allora per santissima 1001 XX | anzi più tosto, s'elli credesse che gli giovasse, porgerebbe 1002 XXXIV | servita che il vecchio. Tu credesti nuocere a uno e hai nociuto


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