aband-becch | bei-crede | credo-faces | faggi-insep | insid-murat | muri-posan | posar-ristr | risuo-steri | stesa-viii | villa-zizza
grassetto = Testo principale
Parte grigio = Testo di commento
3504 XVIII | maggiore fama alcuno oggi risuona ne' nostri regni. La qual
3505 IX | sollecitudine visitati, risuonano, e d'ogni parte i lidiani
3506 XXXII | appresso e poi a molte invano risurge con l'animo; e con diversi
3507 XXXIX | attendo ritornante~quando risurgerem tutti presuri~per sé ciascun
3508 XXIII | spiriti ritornare e i morti risuscitare e il cuore rendere a ciascuna
3509 XLIX | dolcemente nell'anima mea~Amor si risvegliò, dove dormia,~e dove appena
3510 V | della fronzuta quercia, ritenenti al bellissimo viso l'accese
3511 V | spieghino; né niuno inganno a ritenere i volanti uccelli si può
3512 IV | aprire~gli occhi del core e ritenermi in lui,~io gli farò quel
3513 XXXI | mirarsi non ti ritengono, ritenganti i prieghi miei. Pensa che
3514 XXXI | quali se a mirarsi non ti ritengono, ritenganti i prieghi miei.
3515 XXXVIII| Marte compuose in forma ritonda uno onorevole tempio, il
3516 IX | sollecite. E, intra le candide e ritonde guance di convenevole marte
3517 XXXV | lume. E questo fatto, io ritornai agli usati pensieri, e in
3518 XII | i quali ancora avanzati ritornando in giù, in quel medesimo
3519 XXXIX | pennello.~E lui ancora attendo ritornante~quando risurgerem tutti
3520 XLVIII | partenza, con isperanza di ritornarvi, similemente si parte lieto
3521 XII | braccio un lembo, passante, ne ritornasse sopra il sinistro, cadente
3522 XV | vincitore. E quindi levatesi, ritornate al prato loro, sotto uno
3523 XXXIV | XXXIV]~Ritornato s'era Ameto a' pensieri
3524 XXXI | ntelletto prestava; e poi ritornava al pensiero e dicea:~- Deh,
3525 XV | sospirando il suo sguardo ritrasse all'altre cose, e come disegnate
3526 III | estimando, indietro timido ritratto, s'inginocchiò e, stupefatto,
3527 VII | vista. E ciascun giorno, ritrovandola, egli séguita le sue cacce;
3528 VII | che alcuna volta da Ameto ritrovata non sia, in questi luoghi
3529 VI | le belle ninfe; le quali ritrovate, lieto alle cominciate cacce
3530 VII | tempo, cerca le selve e il ritrovato Ameto contenta della sua
3531 XLVII | mente mia~che al gran dì mi ritrovi tra li tuoi;~e in etterno,
3532 III | manca spalla, l'orecchie ritto; e ascoltato alquanto, rivolto
3533 XXIII | partorito graziosissimo fiore, riuscì pessimo frutto e non pensato,
3534 XXXVIII| delle passioni sostenute riuscita più bella; e con maggiore
3535 XXXII | più utili sarebbono loro riuscite, si dierono a seguitare
3536 XXXII | occhi volgendo intorno per rivedere Apiros, a me conobbi l'aurea
3537 XLVII | cercherò le mie contrate,~di rivederti con esse attendendo.~
3538 XXXIX | Cibelè bella e discreta~mi rivedrò con etterna figura,~sempre
3539 XXVI | per tale mestiere spesso riveduti insieme con Inaco. E Xanto
3540 XXVI | consumata Semelè, iddio riverito molto da' Tebani, il quale,
3541 XVIII | acque; e la cagione della rivestita terra da Ariete e poi spogliata
3542 XXIII | spirito, dove che elli sia, rivocheremo con le nostre forze a' tuoi
3543 XXIII | dell'uno, che Senna, in su rivolgendo le sue onde, fuggisse dal
3544 XXXIX | mira con intero core,~deh, rivolgetevi alquanto ad udire~il mio
3545 XXXVIII| danno de' cittadini nuovi le rivolgeva. Laonde mesti e non usati
3546 I | l'anime vaghe de' viventi rivolgono, adiviene che altri le sanguinose
3547 XXXVIII| tutti sopra Achimenide si rivolsero; e se quivi pietre o armi
3548 XXXII | piacque alla dèa, io mi rivolsi a mirare la fontana fortificatrice
3549 XXVI | e in salutifere vigilie rivoltati, lui ad essere sollicito
3550 XV | compagne. -~Alla cui voce rivolte e levate, con simile passo
3551 I | alcuna volta; e Minerva robusta si fa mansueta intendendoli;
3552 IX | e d'altissimi faggi e di robuste querce. A questo, come a
3553 XXIII | rapaci onde di Rubicone e del Rodano trapassate, sopra le piacenti
3554 XXXVIII| rintegrare i beni dubbii della romana republica, venuti i romani
3555 XXIII | fatti, e i patti, da non rompersi mai, servasse nella sua
3556 XXXII | avviene pur ch'e' faccia, ronfando forte il mio sonno impedisce;
3557 XXVI | gelsomini e da pugnenti rosai sono per tutto cinte. E
3558 XV | statura, vestita di vestimenti rosati, non meno caramente fimbriati
3559 XVII | lato sedea, bellissima e di rosato vestita, la prima narrazione
3560 XXXII | quello, dalla antichità roso, come la lenta salice la
3561 XXXVIII| Marte. Il quale, acceso di rossa luce, i visi degli iddii
3562 VIII | stanza.~Con queste bianche e rosse come foco~ti serbo gelse,
3563 XXXII | mi spiace, gli occhi più rossi che bianchi, nascosi sotto
3564 V | vergognoso. E se il viso, più rosso per lo sole che per quella,
3565 XXXVIII| mondane alla sommità della sua rota fa presso, tanto più le
3566 XXVI | stendentisi in altre parole, rotte da me, il domandai chi fossero
3567 XXXVIII| lagrimava, quando tra li rotti monti e i fracassati alberi
3568 XLVIII | stridenti grilli per le rotture della secca terra s'aveano
3569 XV | rigittato, mostrando il verde rovescio, ricade verso terra, libera
3570 XXVI | cominciarono ad essere rubati da cupide mani. E infino
3571 IX | chiaro raggio il mezzo del rubator d'Europa, insieme con la
3572 XXXV | venni qui, o giovane, come rubatore della castità del tuo letto,
3573 IX | mostrare; e, sanza alcuna ruga, aperta si palesava; alla
3574 XXXII | e gialli, anzi più tosto rugginosi, e fracidi denti, de' quali
3575 XXXII | crespezza ruvide, e la fronte rugosa e la barba grossa e prolissa,
3576 XIV | matte,~diversi cibi avendo a rugumare,~debili e per ebbrezza liquefatte~
3577 XXXVIII| caderanno, e nelle dolorose ruine de' figliuoli del solvitore
3578 VIII | pare.~E ogni fiera ascosa, ruminando~quel c'ha pasciuto nel giovane
3579 X | sua mandra; e a quella, ruminante e stesa sopra le verdi erbette
3580 XXIII | venusta forma, non simile al rustico animo, apparve, ma non so
3581 XXVI | troverebbe molta della frigida ruta e d'alta senape, del naso
3582 XXXII | sue guance, per crespezza ruvide, e la fronte rugosa e la
3583 XXVII | chiari,~e a' contrarii, ruvidi e oscuri;~e ove spander
3584 XXXII | notte tutta di spiacevoli ruzzamenti e di sconvenevoli atti,
3585 III | altro chiamando, cominciò a ruzzare; e quindi levato in piede,
3586 XXXV | spessi, né indigenti delle Sabine, e tutto il cerchio ripieno
3587 XXIX | sonava. Quivi tenente il sacerdote massimo degl'iddii nostri
3588 XXXVIII| Etruria, se qui gli altari sacrati dal pietoso Dardano sono,
3589 L | madre di tutti e maestra, Sacratissima Chiesa di Roma, e de' più
3590 XXIX | nell'onde vagati, nelle sacratissime rocche di Palatino, sopra
3591 XXIX | pileati sacerdoti guardanti i sacri altari del sommo Giove ottimo
3592 XXXVIII| termini dati dalli primi sacrificanti né 'l luogo passò. E poi
3593 XXXV | amicizia di Evandro d'Arcadia e sacrificata la bianca troia alla crucciata
3594 XI | voler di questa diva,~ne' sacrifici della qual cantiamo~divoti
3595 XXXIX | principio a quel misterio sacro~per lo qual rinasciam, gittando
3596 XXXVIII| ornata delle sue armi, e il sagace Mercurio con la sua verga
3597 III | di corso o per volgimenti sagaci, o che dal suo arco non
3598 V | la milizia di Marte né la sagacità d'Atlanciade né la tirannia
3599 XI | magnanimo diventa, giusto e saggio,~a tutti equale, ciascuno
3600 XXII | ci s'apra il cielo a cui sagliàn diritti.~Se chi vi sta nostro
3601 XXXVIII| diedono maggiori lumi e i sagrati campi mandarono fuori infiniti
3602 IX | ad Alexandro; e quali i sagrificii di Bacco e di Cerere trattano
3603 XXXIX | fuori~alcuno a' cieli non sal triunfando;~e legittimi
3604 XXVII | del padre nacque nell'onde salate,~ristando sol nel toro geniale.~
3605 XXXVIII| altri aveano fatto se ne salì a' suoi regni contento.
3606 XXXII | sùbita ancora casura come salio, riempie il mondo; e essi,
3607 III | quello abitatore, su vi salisse. Nelle piagge del quale,
3608 XII | estremità sotto le prime salite; e quelle con fregio d'oro
3609 XVIII | quale ad Ermofrodito di Salmace adivenne? Fugghino gl'iddii
3610 XXXV | inganni; e io presta voleva saltare del ricco letto. Ma il non
3611 XXXV | posarono i passi loro. E salutati i vicini monti, li quali
3612 XXXVIII| fu da Enea levato e ne' salutevoli porti del Tevero ad usare
3613 XXVI | cagioni de' sonni suoi, e in salutifere vigilie rivoltati, lui ad
3614 XXXVIII| ginocchia curvate sopra la salvatica terra, levato il viso al
3615 VIII | a te essere altrove.~Fa salve le bellezze che tu hai,~
3616 XXVI | Quivi si vede la calda salvia con copioso cesto in palida
3617 | salvo
3618 XLVII | alla morbida carne render sana;~o che, coperte di nuova
3619 | sane
3620 XXXII | estremità di verdi mortine e di sanguigne erano coperte e, secondo
3621 I | rivolgono, adiviene che altri le sanguinose battaglie, alcuni le candidate
3622 XXXVIII| venissero, cadde Orcamo ne' sanguinosi campi da Tideo fedito, onde
3623 XIX | rendendo quinci gl'intelletti sani~così a' beni perpetui focosi~
3624 XIV | tal che le serva in lieta sanitate:~ma le tue molte tirano
3625 XXXVI | graia~moneta rinunciò e de' Sanniti,~ben ch'alli avari buona
3626 XXXVIII| dispuosero lui dicente così:~«O santissimi popoli, vacanti a' sacrificii
3627 XXXVIII| che mi siano date; e tu, o santissimo iddio e aiutevole ne' bisogni,
3628 XXIX | mia Bellona, e Venere non sapea, né più mi movea a' suoi
3629 XIV | basti; e pur pensate~di più saper di noi con vostro danno.~ ~[
3630 XXXII | potrei, e s'io potessi o sapessi, appena si crederrieno?
3631 XXXVIII| pietoso Dardano sono, voi il sapete; e se sono essi, il mio
3632 XXXVIII| appena ancora sanza latte sapeva vivere; e quivi miseramente,
3633 XVIII | cavallo gorgoneo, tra le sapientissime Muse commise, là dove io
3634 XIV | di viva pietra, beon con sapore~tal che le serva in lieta
3635 XXVIII | dolci baci, cotale gusta la saporita saliva; e tenente alquanto
3636 XXVI | malva, nasturzi, aneti e il saporito finocchio col frigido pretosillo.
3637 XIV | e ciò che io~ne mungo è saporoso; e quella angusta~fatica
3638 XXXVI | Oh come folli sono e mal sappienti~chi per tal modo abandona
3639 XXVI | queste menome cose? Io non ne saprei nominare tante che tutte
3640 XXXI | volessi narrare, come le saprò io dire? Certo le lingue
3641 XLVI | quivi e ad avere interamente saputa Lia, e sé sentire ornato,
3642 XXXII | con ingegni qua giù appena saputi, fabricava saette d'oro
3643 XXXII | ne' vizii cresciuti e male saputisi fare amare, però che l'uno
3644 XXIII | ingegnò d'annullare i fatti saramenti e le 'mpromesse convenzioni
3645 XXXV | lietissimo, con qualunque saramento porge più fede, promise
3646 XXVI | mondo discorse. Venne poi Sardanapalo a mostrare come le camere
3647 | saremmo
3648 XXVI | utile. In mezzo di questi si sariano annoverati molti meranci
3649 XXXV | Eaco, quale quivi veduta sariesi, da qualunque nemico piagnevole.
3650 XXXVIII| come antichi, sopra l'onde sarnine abitan quasi nella infima
3651 IV | nullo amaro~tempo chi con saver la mia bellezza~seguiterà,
3652 L | Chiesa di Roma, e de' più savi e di te. La quale poscia
3653 XXXII | occhi miei non si potevano saziare di mirar lui, del quale
3654 XXVI | vivande, da lusingare la non sazievole gola: e i già mutati compagni
3655 III | quelle sospesi i caldi visi, sbracciate, con le candide mani rifacean
3656 XXII | mostrante le sue ire accese,~sbrigasse sé giungendo a Lilibeo,~
3657 XVII | della biondissima testa e scalzatasi, co' bianchissimi piedi
3658 XV | andante calzato di sola scarpetta, la quale poco più che le
3659 XXVI | le quali così copiose e scarse moveano da quella, come
3660 XXVI | solo tra mille giovani ho scelto per solo signore della mia
3661 XLIV | non sughino né la virtù scemino di quella (anzi, considerando
3662 XXXII | numero in molte parti si vede scemo; e il sottile collo né osso
3663 VIII | del cor mio,~pur che tu scenda tosto alle pietose~ombre,
3664 XXIV | con lei~l'ira di Giove scendendo focosa,~e sanza aver pietà
3665 V | faretra e le reti, e di quelli scenderò sopra i miei omeri la molta
3666 XXIX | da me simile non veduta scese sopra i suoi altari, e di
3667 XXIX | da lei, con vicendevole schernimento siano da me vendicate».~
3668 XXIX | la tua forza superbiente schernisce. Onde io, ad una ora pietoso
3669 XXIX | io, sanza i suoi ardori, schernissi la deità non nota di lei
3670 XXIX | parole e, conoscendo sé da me schernita, apparecchiò vendette alla
3671 XXIX | ti piace, sì che le mie schernite fiamme da lei, con vicendevole
3672 XXIX | tosto in me medesima li scherniva. E più volte dalle care
3673 XXXV | dannando i miei dolori, mi schernivano. Alle quali a me pareva
3674 XXVI | borraggine e di sottili scheruole e di molte altre civaie.
3675 III | qual per li piedi tirando scherzando, dalla lasciviente turba
3676 I | luogo caggiano, l'umili cose schifando, all'alte di salir s'argomentano.
3677 XIV | male~di pasturar qui difesa scienza~con altrui cerca coprirla
3678 XXVI | lunghi rami e rilegando gli sciolti, avvenne un giorno per avventura
3679 XXXVI | Paulo Emilio sentiti,~di Scipion gli onori, i modi e gli
3680 XXIX | Acrimonia, più dura che alcuno scoglio e meno pieghevole che le
3681 XV | vestimento le fimbrie, le scollature e qualunque altra estremità
3682 XXXII | dicano lei da Prassiteno vera scolpita nel marmo, non è da credere
3683 XXXII | fetida bocca non baciata ma scombavata la mia, con le tremanti
3684 XXI | reverente Anchise, fuggente gli sconci incendii de' suoi tetti,
3685 XXII | il regno, e 'n Flegra poi sconfitti~da lui ch'ancor li spaventa
3686 XXXII | spiacevoli ruzzamenti e di sconvenevoli atti, sanza sonno, accidiosa
3687 III | quelle, che il suo occhio scorgesse, che per velocità di corso
3688 XXXV | Appollo i veleni freddi di Scorpione, sicura e sola una notte
3689 XXVI | delle vellosi pelli delli scorticati leoni o di qualunque altro
3690 II | adentro alquanto che la scorza~possa mostrar della tua
3691 XXVI | con la loro ampiezza si scostano che, non togliendo luogo
3692 XVIII | barca. Io seguiva lui non scostantesi guari da' marini liti e
3693 XXVIII | si pensa dovere ad alcuna scovrire i suoi disii e tremebundo
3694 XXXIX | uccello~piacque, e all'uom che scrisse sanza errare,~o qualunque
3695 XXXV | interpretazione a' versi scritti nell'antico avello che'
3696 XXVI | ritondi cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli e' petronciani
3697 XXVII | frigide peligne,~da lor si scuda e dal pian che le mena;~
3698 XXXII | dèa, se non è ingiusto, scuopramisi dove il caro figliuolo di
3699 XXIX | corrente Tevero, essere però scusata da questi fuochi? Nol credere.
3700 XXVII | mprese furibonde vieta e sdegna,~disponendo a' pensier gli
3701 XXIX | contro a Febo le sue forze sdegnante, per uomo che degno non
3702 XII | disposte e i sopravenuti sudori seccati con bianca benda, ravolta
3703 XXXII | così le braccia deboli e il secco petto e le callose mani
3704 XXXVIII| prima, stette bene per uno secolo, da diversi diversamente
3705 XXIII | alcuno consentimento a' secondi fatti, bene che chiamati
3706 III | ogni parte all'aure via, sedeano attente a ciò che una di
3707 XII | composto dalle mani turchie, sedendosi, mostrava il candido petto,
3708 XXVI | non togliendo luogo a chi sedesse, largo spazio concedono
3709 XXIX | dove io tra molte altre sedeva, ne venne e me sùbita tutta
3710 XXIX | nostri l'altezza della sua sedia, d'ogni parte del mondo
3711 XLIV | possa con bianca pietra segnare i pochi giorni; e quivi
3712 XLVIII | tutte nello ardente petto segnato, le vedute cose reiterando
3713 XXVIII | imaginativa di lui, vagante per le segrete parti di quelle, delle quali
3714 XVIII | graziosa che, operante ella, i segreti oraculi di Cirra mi sono
3715 XVI | effetto, ma compiutamente~segua il disio che da pietate
3716 III | morto per paura che vivo, seguieno; e egli, rimembrandosi d'
3717 XVIII | colenti, sempre con riverenza seguii; e molte volte, sonando
3718 XLI | letizia agli angelici rai~mi seguirà nelle divizie etterne,~servate
3719 XXXVIII| nelle fiere battaglie, e seguirei se luogo mi fosse dato,
3720 XXXV | pareva essere disposto a seguirla, quando contrario accidente
3721 XXVI | suoi costumi, umile disse:~«Seguirotti, e la voce tua comandi a
3722 XVIII | non forse così di me ti seguisca, temendo quale ad Ermofrodito
3723 XXVI | delizie. Per lo quale io seguitandola, vidi mirabile ordine ne'
3724 I | qualunque altro semone, seguitandolo, se n'abelliscono, e udendoli
3725 XXXVIII| della città nostra. Costui, seguitandomi, ho io tratto della mentale
3726 XXI | coro degna non fossi di seguitarla, già mai non lasciai né
3727 XVI | qual lieta speranza~col seguitato ben, mi desse mai~tanto
3728 IV | con saver la mia bellezza~seguiterà, come già seguitaro~color
3729 XXXIV | savia che bella sarai, tu seguiterai gli exempli della bellissima
3730 XLIV | dosso gittatili i panni selvaggi, nella chiara fonte il tuffò,
3731 XVI | m'hai tratto~dalla vita selvaggia e dallo errore,~istato rozzo
3732 XXXVIII| già non crudo né ruvido sembra, se bene si mira, ma abile,
3733 XXXV | quello medesimo giorno, seme prendesse, io fui nel debito
3734 XXVI | pedali di diversi alberi [seminata], spessi e distanti a misura;
3735 XXXVIII| furibunde armi e Tesifone con seminate zizzanie e Giuno con turbamenti
3736 XII | sottilissimo drappo sanguigno seminato di piccioli uccelletti d'
3737 XV | cotali ornamenti soleva Semiramis entrare nelle camere del
3738 I | naiade e qualunque altro semone, seguitandolo, se n'abelliscono,
3739 XVIII | mareggiando con mal dotta mano semplicetto s'andava. E poi che io con
3740 XLIII | virtuose,~di loda degne, semplici e modeste,~svelin le luci
3741 XIV | Alcesto]~Come Titan del sen dell'Aurora~esce, così con
3742 XXVI | della frigida ruta e d'alta senape, del naso nimica e utile
3743 XXIX | ancora molte volte piagnerai sentendola partita, disponi a' cercati
3744 XII | cagione, non meno dolci sentendole ch'elle siano. Egli le bene
3745 XXXV | i cieli, le future cose sententi, parte delle fiamme che
3746 XIV | suon rendono a coloro a cui sentenza,~come di savie, stiamo;
3747 XXXII | confessavano quello che il sentimento negava; per che, quasi dubitosa,
3748 IV | forte disire.~Né per me sentirà mai nullo amaro~tempo chi
3749 XVI | la città, vedendo queste,~sentiria gioia, obliando le pene.~
3750 XXXV | rispondi; e se te di me sentirò degno, niuna forza ci fia
3751 XXXVIII| mutato nome, più che mai si sentirono la fortuna benigna; per
3752 XXXII | costui gli abbracciamenti sentissi, felice mi riputai! Ma come
3753 XVIII | abbracciamento mai simile non sentisti. Dunque che fai? Quale simplicità,
3754 XXXV | membra di Meseno ad etterno sepolcro, quando le mura, già in
3755 XXXV | candido marmo una nobile sepoltura della terra nel ventre trovarono,
3756 V | composte parole che egli dir seppe, nel grazioso coro si mescolò
3757 XXXIII | salire~a' regni che non sepper mai che pianto~si fosse,
3758 XXXV | fecero, dicendo che quivi sepulta ogni virginità e ogni mortalità
3759 XXXV | trovate da' primi sopra le sepulte membra partenopee, danti
3760 VII | questi per sé e quelli serbando per la sua Lia.~Ma poi che
3761 XVIII | falsa bonaccia continuo serbanti ascosa fortuna. Chi dubita
3762 XLVI | laudevole amore; e con vista serena conosce l'udita prima canzone
3763 XXVII | Ristrigne e dà quanto vuolsi il sermone;~e 'l passo lungo o corto
3764 XXXVIII| Cadmo venne rimirante il serpente, mi percosse gli orecchi
3765 XXVI | Quivi ancora abonda il serpillo, occupante la terra con
3766 XXXV | proposto di sempre tenere serrato, apersi; e quelle in esso
3767 I | inestimabili imprese di Serse, le ricchezze di Dario,
3768 XIV | quivi timidette e mite,~e servan lor grassezza con tal forma~
3769 XVI | prieghi miei sempre gioiose,~servando lor la bellezza e l'onore,~
3770 XXXV | costumi e d'arte inviolata servandomi, ornassero la mia giovanezza.
3771 IX | labbri gli argentei denti, servanti l'ordine de' più belli.
3772 XLVII | forse non sian poi elette~a servar ciò che la filata lana~per
3773 XXXV | volendo io promettere di servarli e ringraziarla della promessa,
3774 XLI | seguirà nelle divizie etterne,~servate lor d'allor ch'io le creai.~
3775 XXVI | diligenzia dalli Ermini servato a mitigare le seti; e i
3776 VI | sapute da lui volonteroso le serve: niuno affanno gli pare
3777 XXXV | se bene quelli in vita serverai, quella corona, la quale
3778 XI | in quanto puote, a chi servigio chiede~e a' tementi andarlo
3779 XXVI | guardarli, e in che modo si servino i ricevuti frutti. Tutte
3780 XXI | matrimonio richiede, di servir ti disponi. Tu dêi a me
3781 XXI | della figliuola mi mescolò a servirla; alla quale io piacqui tanto
3782 XXIX | tuoi servigii, merito di servirti, presta pietosa gli orecchi
3783 XXXIV | l'avrei io molto meglio servita che il vecchio. Tu credesti
3784 XVIII | nobili parenti discesa, servitrice di Pallade, a tutto il mondo
3785 XIV | le ferite.~ ~[Acaten]~Io servo nelle mie tutta altra norma,~
3786 XLVII | iniquo mossa;~(e quelle in seta o in drappi rinvolva,~e
3787 XXVI | Ermini servato a mitigare le seti; e i celestiali Tigri e
3788 XXIV | crudi affanni muoian con lor setta,~lasciando in pace qui poi
3789 XXIV | fanno a que' che lor saran sezzai,~al barattare occulto ognuno
3790 XXXIII | tutta la mia bellezza~arde e sfavilla, Venere seguendo,~per cui
3791 XXXIII | splende,~di mirabile luce sfavillando.~E l'una parte inverso il
3792 XLII | vide d'infinite faville sfavillante, e di quelle ogni parte
3793 XXXVIII| restò loro nell'animo che lo sfortunato nome della città i miseri
3794 XXXII | mi voglio voltare, egli, sforzantesi e con le deboli braccia
3795 XI | ciascuno ingegno~ci dobbiamo sforzar; sì che salire,~quando che
3796 XXXV | certo io me ne sarei vie più sforzata che io non feci, se a me
3797 XXXII | veduta già mai. Perché mi sforzerò io di dirvi le bellezze
3798 XXXVIII| gran greco concorse col suo sforzo; e tra gli altri principale
3799 XXXV | udite da voi e i passati sguardi considererete, voi a me
3800 XLVII | solva)~che elle forse non sian poi elette~a servar ciò
3801 XXXIX | etterno il sommo ben da cui siàn dati;~e sanza alcuna natural
3802 XXXV | quella non avea la vivace Sibilla veduta, né colti ne' fruttiferi
3803 XXIX | ornatissima andai e tra le ninfe sicanie sedenti in esso raccolta
3804 XXIX | conveniente alla mia forma, sicanio sì com'esso, il quale me,
3805 XXIII | strano Enea. E come colei di Sicceo, così questa del primo marito
3806 XXXVIII| giovani, Italo, Dardano e Siculo, ciascuno di quello cercante
3807 XV | del figliuolo di Belo e la sidonia Dido andare alle cacce,
3808 XXXVIII| dare a sé e a' compagni sidonii nuove mura. E quinci, avuto
3809 | siete
3810 XXVI | pieno si vedea e di frondi, significante con abondevole segno li
3811 XL | trasse adietro; e che ciò significare si volesse non conoscendo,
3812 XXIII | crudele morte vegnenti le sue significazioni, fu levato di mezzo colui
3813 XLIX | tornato, di suggetto,~alto signor di donne tante e tali,~quai
3814 XXXV | fierissima a rispetto di noi, signoreggerà la tua mente; la quale se
3815 XXIX | Minerva, abitanti in Cimbria, signoreggia, con ampissimo favellare
3816 XXXV | antico si sottomise, e quello signoreggiando, a sé e a' suoi discendenti,
3817 XXXIV | iniqua parte allora del cielo signoreggiante, ch'io nacqui, dovessi nascere,
3818 XXXV | questa è quella che dêe signoreggiare la mia mente e che per donna
3819 XXXV | giorno nella cui aurora avea signoreggiato lo dio appo li Lazii già
3820 IV | assai più ch'altro degno,~io signoreggio, accesa di quel foco~del
3821 IV | Per fuggire ozio visito i silvani~iddii e col mio coro mi
3822 XXXV | vennero. Quivi le driade e le silvestre ninfe e le naiade di qualunque
3823 IV | ciò che 'n el fu rigido e silvestro,~cioè amore e 'l piacere
3824 XXVI | altri figliuoli generarono, simiglianti ciascuno a' suoi parenti.
3825 XXVI | ornamenti diporre e in una simiglianza i suoi vestiri ridussi.
3826 VIII | tuo' cape' più volte ho simigliati~di Cerere alle paglie secche
3827 XXVII | e trista nella mente;~e simil fauno i serpenti da cui~
3828 XXVI | insieme con Inaco. E Xanto e Simois, non aventi ancora vedute
3829 XVIII | sentisti. Dunque che fai? Quale simplicità, quale temenza ti tiene?
3830 III | credo, principal membro e singular bellezza; nella quale, ricca
3831 XXIX | delle mie sorelle e, da lui singularmente amata, fui nominata Acrimonia;
3832 XII | chiarissimi come matutine stelle sintillanti rimira; né quiventro nascosi,
3833 XXXII | candide spalle; gli occhi suoi sintillavano di luce non veduta già mai.
3834 XII | candido viso di lucenti sintille per lo caldo rigato, con
3835 XXVI | incrocicchiate piante di Siringa, che sieno i lunghi atrii
3836 XXXVIII| pellegrino indarno la perduta sirocchia ricerca, nell'alto animo
3837 XXVI | fontana erano le misere sirocchie di Feton e la piagnevole
3838 XXIII | manifestamente sentii gli smarriti spiriti ritornare e i morti
3839 II | parlare e gli atti lieti e snelli~e l'operata già somma salute~
3840 XXVI | conosciute, dava, alli suoi, soavissimi beri con le chiare onde,
3841 L | altrimenti che io, consola con la soavità della voce tua infino a
3842 XXVI | nel mio stilo riduttolo sobrio e ordinato, ora di lui vivo
3843 XXVI | abondanti di molte ghiande sodisfaceano a tutti i digiuni. E credesi
3844 XXXV | Appena in me venne la voce a sodisfarla, ma pur gliel dissi; ma
3845 XXXII | volgendo in cerchio, nel sodo maggese il debito uficio
3846 XXIX | era acceso che lui, mal sofferente, oltre modo stimolavano;
3847 XXIII | adietro, com'io posso il soffero mal contenta».~Le sante
3848 VII | onde essi, discorrenti con soffiamento impetuoso, agli alberi e
3849 XXXVIII| mormorio non intendevole soffiando, uscire una chiara fiamma,
3850 XV | porteria zeffiro, se sì forte soffiasse che dall'altro il potesse
3851 XIV | prende,~all'avanzar mi fa più sofficiente;~in che la cura nostra più
3852 XXXVI | mio volere~ho sommesso al soffrire; e con vittoria~credo del
3853 XVII | orecchia prestata, perché, sogghignando, alcuna volta con motti
3854 XXXV | umile piano erano levati a soggiogare il mondo. E finita la signoria
3855 XLIX | quindi partimmi sanza far soggiorno.~Ma pensi chi ben vede,
3856 XV | con non altra andatura che soglia fare novella isposa, s'approssimano
3857 XI | ben non cal ch'alcun vi sogni,~a tutti dando delle virtuose~
3858 XXVI | pavefatta sopra le zolle del solcato orto bassai le ginocchia
3859 XLVII | ciò che la filata lana~per soldo acquista delle feminette;~
3860 III | animali si sono dati che non soleano, e Febo più chiari n'ha
3861 XXIX | ciascuno mi curava quanto solesse fare Anaxarete, ancora non
3862 XV | che con cotali ornamenti soleva Semiramis entrare nelle
3863 XXXV | più alto luogo appresso al solio di colui che oggi in quella
3864 XVIII | sopra li marini liti presi sollazzevole via. E, ogni paura da me
3865 V | altre sopra gli ornati prati sollazzevolmente giucante, la vede di quel
3866 VI | non conosciute cure da lui sollecitato, maladice le troppo lunghe
3867 IX | con convenevole altezza sollecite. E, intra le candide e ritonde
3868 XI | onore.~L'animo suo in alto sollevando~magnanimo diventa, giusto
3869 XXXV | la trovarono, e il luogo, sollevato con picciolo colle dal mare,
3870 XLVII | portate via, la man gallica solva)~che elle forse non sian
3871 XXXVIII| ruine de' figliuoli del solvitore de' problemati di Spingòs
3872 III | riposo vago, dispose la ricca soma, e sopra le nate erbette
3873 XXXV | imagine in me avesse a cui somigliarsi tra molte in quel mezzo
3874 XII | piccioletta, nelle sue labbra somigliava vermiglia rosa, e, rimirandola,
3875 XXXV | gran festa, alla quale i sommati del regno suo, d'ogni parte
3876 XXIII | l'altro tementi con voce sommessa a' loro congiugnimenti invocarono
3877 XXXVI | aspettando, il mio volere~ho sommesso al soffrire; e con vittoria~
3878 V | volere il bene sempre tenuto sommettere, cioè la libertà? Le tenebre
3879 XXXV | effettuosa, quanto più a sommetterlemi fui innanzi dubbiosa. E
3880 X | orecchi da vicina parte una sonante sampogna con dolce voce
3881 XIV | far dimoro~né sampogna sonar, ché per sé sola~diletto
3882 XI | parte nel verso ne farò sonare.~Quando ne' cuor di noi
3883 XXVI | a' templi suoi, e quivi, sonati i tamburi e i rauchi corni
3884 XXXII | mormorii ne' miei orecchi sonevoli male, mi porge lusinghe,
3885 V | quale, gli occhi volgendo sonnolenti in giro, quasi appena conosce
3886 III | con occhi torvi e con voce sonora mazze mostrando, pose silenzio,
3887 XXXVIII| multiplicati popoli con voci sonore apparecchiavano e a' sacrificii
3888 XLI | vi spaventi il mio venir sonoro~né l'alta luce in queste
3889 XXVI | donna, pieno di sonno per soperchi cibi, come io avvisai, in
3890 IX | a cui quanto conviensi sopposta la bella bocca, di piccolo
3891 XXXV | naiade di qualunque paese sopposto al re novello vi furono;
3892 III | l fuggire non li valse, sopragiunto da quelli, col bastone,
3893 XXIII | che allora, fuori che per sopravegnente morte, l'uno sarebbe d'altrui
3894 XXIX | a temere. E acciò che i sopravegnenti casi cessassono sventurati
3895 XXVI | libidinose vivande. E a costei sopravenne Bacco, nato della consumata
3896 XXVI | saputo; e molte altre cose sopravennero, le quali insieme diedero
3897 XXVI | con simili avevamo alle sopravenute fatiche rendute vigorose
3898 XXX | tristarsi mai~per fortunal sopravenuto male.~E così come in questo
3899 XXVI | eccelso ciriegio e il lazzo sorbo e il fronzuto corbezzolo
3900 X | i serpenti di Libia né i sordi mari d'Elesponto: per la
3901 XXXVIII| volte stato presso alle sordide mani tentanti ogni cespuglio,
3902 XXII | Appennin le gambe, tale~ched e' sorgesse a far le sue difese,~alla
3903 XXXVIII| uno alto cavallo e di pelo soro, fortissimo, ornato di bellissima
3904 XXXVIII| e così discordanti, né sorte né altro li poteva accordare,
3905 XV | riso, tanto a sé il tengon sospeso che le bellissime guance,
3906 XI | Bacco in lui, sì come dio sospetto,~e ancor Cerer prende con
3907 IX | più fiate l'ardito occhio sospinse. E rimirando sopra i nascondenti
3908 XVIII | miei la sua bellezza e, sospinta dalla santa dèa di cui qui,
3909 XXXVIII| Trinacria, forse da necessità sospinti, presono terra. Dove a Polifemo
3910 XXIII | della mia vita rimedio e sostegno, sopra Xanto, bellissimo
3911 XXXV | picciolo luogo appena li sostenea, quindi di loro gran parte
3912 XXIX | alla conceputa ira, non sostenendo più innanzi gran tempo che
3913 XXIII | lontanata da lui, appena sostenendosi, si levò a sedere, cotale
3914 IX | in sé picciola concavità sostenente, soprastante non troppo,
3915 XXXII | quale con meno fatica li sostenessi; e come fu l'avviso, così
3916 XXXV | fatiche delli perduti amori sosteneva per questa. Ma sedici volte
3917 XXVI | li quali i loro pedali sostenevano, si stendevano i torti rami
3918 XXXVIII| a' danni, mal pazienti le sostenieno; e più volte l'ire piansono
3919 XXVI | discorse il mondo; e la terra, sostenitrice di tutti gli affanni, ancora
3920 VII | fronde e di fiori ricoperti, sostennero i lieti uccelli, e le occulte
3921 XL | i cigni abandonati, non sostenuti i raggi di quella, se non
3922 XXIX | riparo a quelle cose che non sosterranno di riceverlo. Egli ci è
3923 XXXV | Iovenale l'oppido antico si sottomise, e quello signoreggiando,
3924 XXVI | poi che il lavoratore v'ha sottoposte l'accese fiaccole.~E partitasi
3925 XV | nel suo atto ridente, col sottoposto mento, compreso in picciol
3926 IX | disgiunte, di colore stigio, sottostare discerne; le quali, non
3927 IX | grassezza piacevole non soverchia, e il dilicato collo e lo
3928 V | ancora co' miei servigi la soverrò. Le quali cose se alcuna
3929 | sovra
3930 II | coloro~che 'n compagnia della sovrana altezza~di te conobbi in
3931 XXXIX | visibelemente.~Io conosco che li ben sovrani~e gl'infimi qua giù furon
3932 XXXVIII| Ciclopo. Alla quale se tu non sovvieni, già disperato e più non
3933 XXX | fiati del turbido Noto,~da sozze piove e nuvoli premuto,~
3934 XXVI | lascivo con parlare rotto, sozzo e non continuo disteso stava
3935 XXXV | popoli orientali e di que' di Spagna e di qualunque altri si
3936 XXVII | ruvidi e oscuri;~e ove spander vuolsi, non ha cari~i suoi
3937 XXXVIII| dello iniquo tiranno con più spargimento di sangue che prima diedono
3938 XXXVIII| qual cosa per l'ampio letto sparse i gravi membri e, gli occhi
3939 XXXVIII| potentissimi fiesolani lo sparto popolo renderono alle mura.
3940 XXIX | congiunse con uno giovane sparuto e male conveniente alla
3941 XLIV | vicini. - E quinci sùbita sparve, nel cielo tornando con
3942 XXXV | io ti risponderò».~Me non spaventarono le crudeli parole, ma, nel
3943 VII | poi con terribile suono è spaventato; e per le regnanti Pliade
3944 XLI | dimorate sicure:~non vi spaventi il mio venir sonoro~né l'
3945 IX | verdeggiante ghirlanda, la spaziosa testa e distesa, imitante
3946 XV | il vestir non gli toglie, speculate, tutte le loda, e con quelle
3947 XV | suo viso mirando, loda la spedita fronte e le non irsute ciglia
3948 XXVI | l'aure s'ingegnavano di spegnerlo. Laonde io, come vinta,
3949 XVI | fuggire,~sì ch'i' 'l potessi spender nello effetto~de' tuoi servigi;
3950 IX | cerchio, allato alle quali li spenti carboni si diriano bianchi
3951 XLIV | minori in questo modo:~- Spera in noi e fa bene; e i tuoi
3952 XXXIX | temperati voleri e fermi petti,~speranti di salire a quello onore~
3953 XXIII | tede in matrimonio, bene sperantisi d'operare. E così in quelli
3954 XLVII | piacente,~sì m'ha ad in te sperar l'anima posta~ch'ad altro
3955 XII | bellezze li fanno migliori sperare le nascose e in sé o l'uso
3956 I | avversa, così da disiata e sperata letizia insieme procedon
3957 XLIV | frutto prenda, quale ha sperato, ne' regni tuoi. -~Queste
3958 XXXII | desiderava le nozze mie, le quali sperava che gl'iddii avessero promesse
3959 XXXVIII| nome dispostisi, per quello speravano più benigna fortuna. Ma
3960 XXXVIII| tentanti ogni cespuglio, spesse fiate m'imaginai co' miei
3961 XXVI | l'ellera l'olmo, così da spessissimi gelsomini e da pugnenti
3962 XXVI | mostrò le forze sue, e gli spezzati monti e la terra cotta,
3963 XXVI | e i capituti porri e gli spicchiuti agli; e oltre a ciò i lunghi
3964 V | d'aspettare con gli aguti spiedi li spumanti cinghiari, e
3965 XVI | sia bisogno ch'io a voi lo spieghi~quanti nimici vostri abbiate
3966 V | reti più ragionevolmente si spieghino; né niuno inganno a ritenere
3967 XXVI | conosciuta biada con alte spighe rendé in molti doppi. E
3968 XXXVIII| solvitore de' problemati di Spingòs disaveduti incapperemo,
3969 XLIV | ricoperto, Agapes, in bocca spirandoli, di fuoco mal da lui simile
3970 XLV | o più beata~ch'altra che spiri en la luce presente,~o graziosa
3971 XXIII | manifestamente sentii gli smarriti spiriti ritornare e i morti risuscitare
3972 XXXIII | Citerea, ma lieto tutto splende,~di mirabile luce sfavillando.~
3973 XV | d'oro ma di varie gemme splendente, discerne; la quale congiungeva
3974 VII | ai suoi piaceri, avendo spogliate di frondi le selve e l'alte
3975 VII | autunno suto per adietro spogliato, e gli alberi, di graziose
3976 XVIII | servata al debito tempo, fu sposata ad uno giovane di nobilissimi
3977 XXI | nella camera del novello sposo, le quali credetti che più
3978 XLI | avendo con intero core,~spregiando il mondo e le cose moderne,~
3979 XLIV | dissolvermi e essere con teco mi spronano. E perciò, che passibile
3980 V | con gli aguti spiedi li spumanti cinghiari, e i miei cani
3981 VII | rimpennare saette, in aguzzare li spuntati ferri e in risarcire li
3982 XXIX | Surrento e le rocche di Stabia e la già grande Pompea e
3983 I | contrarii, gli exaltamenti non stabili di fortuna in continui momenti
3984 XLV | sereno~quanto Titàn en la stagion novella.~E ne' dì primi
3985 XVI | a buon fine i tempi e le stagioni,~e te massimamente, a cui
3986 XXVI | coperta delle fila e delli stami delle figliuole del re Mineo,
3987 XVII | mantello tenendo, quasi stanca si riposava. E nondimeno
3988 XXXV | che tra Falerno e Veseo stanche mettono in mare, nelli eminenti
3989 L | ricercan le torri; e gli stanchi cavalli, compiuto il corso,
3990 | stando
3991 XXXI | Tieste un'altra volta; e standoti dove tu se', dà lunga notte
3992 | stanno
3993 V | alquanto i suoi capelli non stanti in alcuno ordine dinanzi
3994 XXXV | partendosi quindi e novella stanzia cercando, dietro alle spalle
3995 | starei
3996 | stavano
3997 II | sì come di degna~donna si stenda con etterno onore.~
3998 XXXVIII| circunferenzia di quella si stendea; il quale con ammirazione
3999 III | in terra, ora sé fra loro stendendo, si stava. Ma mentre che
4000 III | in questo trastullo, ora stendendoli in terra, ora sé fra loro
4001 VIII | lieta posando, sopra l'erbe stendi.~Qui, come suol', cantando,
4002 XXVI | pretosillo. Ma perché mi stendo io in queste menome cose?
4003 XXXV | morta giace. Onde essi, sterilità e mortalità dubitando, tornarono
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