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Giovanni Boccaccio
Comedia delle ninfe fiorentine

IntraText - Concordanze

(Hapax - parole che occorrono una sola volta)


aband-becch | bei-crede | credo-faces | faggi-insep | insid-murat | muri-posan | posar-ristr | risuo-steri | stesa-viii | villa-zizza

                                                   grassetto = Testo principale
     Parte                                         grigio = Testo di commento
4004 X | e a quella, ruminante e stesa sopra le verdi erbette co' 4005 XXXV | levando gli occhi, gli stesero al piano, fermarono il passo; 4006 | stesse 4007 | stessi 4008 | stettero 4009 | stetti 4010 XVIII | Cauno se n'andò all'ombre di Stigia. Ma perché di lui mi distenderò 4011 IX | molto disgiunte, di colore stigio, sottostare discerne; le 4012 II | mie cose vedute~in quello stil che appresso disegna~la 4013 XXIX | e poi che i rapaci cani stimolanti Silla avemmo passati, vedemmo 4014 XXIX | compagne con cotali parole stimolata fui:~«O Acrimonia, più dura 4015 XXIX | mal sofferente, oltre modo stimolavano; ma vedendo la mia durezza, 4016 XXXIX | di Pluto diede presa~la stirpe prometea, e che sì nacque~ 4017 XXXV | quelle misi nella secca stoppa; e con aure lievi e continue 4018 V | poi che tutto fu del preso stordimento uscito, quivi, sanza niente 4019 XXXII | tale volta mette mano alle storie de' celestiali iddii e danna 4020 I | gli accidenti varii, gli straboccamenti contrarii, gli exaltamenti 4021 III | talvolta i non ricchi drappi, stracciati da quella, il moveano ad 4022 VIII | ferri aguti~delli volanti stral' fatti ferventi~da' caldi 4023 XXXVIII| circunstanti, lieti sopra il verde strame con ottima speranza de' 4024 III | più prosperevoli casi la strana sollecitudine pervenuta 4025 IV | luoghi ta' ch'a lui furono strani;~e ciò che 'n el fu rigido 4026 IX | con largo volgimento di strema lista; e ampia, ove conviensi, 4027 XL | cotale dopo uno mirabile strepito quivi una colonna discese 4028 XV | dita di quello, sottile e stretta, copriva; e, nera, pensa 4029 XXIX | conosce' di consanguinità strettissimo alla bella donna che prima 4030 XLVIII | s'udien le cicale, ma gli stridenti grilli per le rotture della 4031 I | molte lode in poche parole strignendo, diremo, se non che i suoi 4032 XXXII | e con le deboli braccia strignentemi, o mi ritiene o, lieve di 4033 IX | tonda forma mostrate dalli strignenti drappi. E le braccia, lunghe 4034 XXVIII | braccia dell'una e dell'altra strignere il candido collo, e quasi 4035 V | minori forze ti bisognano a strignermi. -~Poi appresso fra sé dicea:~- 4036 XXXV | con le desiderose braccia strigni i vaghi colli». Egli avea 4037 XXXVIII| riempiute l'antiche mura, gli strinse ad ampliarsi, e più si fecero 4038 XXXV | luoghi natali, cacciato delle Strofade, fuggito de' liti africani, 4039 XXI | e le varie maniere degli strumenti ausonici exultarono. Lieta 4040 XXXI | ardori; e parevagli ch'egli studiasse più che l'usato i lucenti 4041 XXXII | bellezze da me lungo tempo studiate fu dato un vecchio, avvegna 4042 XXIII | che voi direte, seguirò studioso».~Poi che elli ebbe così 4043 XXXVIII| con paura e appresso li stupefece con maraviglia. Li quali 4044 VII | fra le nuove foglie sanza sturbo furono rendute le fresche 4045 XXXII | che io mi dica de' tuoi subietti, entra nel petto mio, ché 4046 XXXV | nuovi versi!"~A cui queste sùbite seguitaro:~"Niente t'abbiamo 4047 XVIII | presente, se' a conoscere per subitezza difficile e me di me medesima 4048 | subito 4049 XVIII | ritenne il monarcale uficio sublime, e che il mondo già fe', 4050 XXXVIII| rendé all'iddii. Al quale succedette Iolao, suo maggiore figliuolo, 4051 III | e, cacciatisi dal viso i sucidi sudori con la rozza mano, 4052 XXIX | conviene che il novero de' tuoi sudditi s'empia di così bella cosa. 4053 XXVIII | caldissimo, sé tutto di sudore bagnato dimostra; e più 4054 II | angelica figura,~a cui suggetta l'anima amorosa~di me dimora 4055 XXXV | dalle mie parole e da varii sughi d'erbe e virtuosi, a questo 4056 XLIV | bene che il sangue non sughino né la virtù scemino di quella ( 4057 XIV | gli uveri di quelle fan sugosi~di tanto latte ch'io non 4058 XXXV | aveano lasciati e le montagne sulfuree; e già sopra Falerno, coperto 4059 VIII | usato diletto~prendi come tu suoli, e gli occhi miei~lieti 4060 XII | né quiventro nascosi, né superbi fuori del loro luogo si 4061 XXIX | angosce, ma la tua forza superbiente schernisce. Onde io, ad 4062 XXVI | insieme diedero aperta via a' superbienti Giganti e a' peccati di 4063 V | la fiamma si suole nella superficie delle cose unte con sùbito 4064 II | posso comincio, tua virtute~superinfusa aspettando che vegna~tal 4065 XXXII | per costei ancora i regni superni userò dèa, sì che, se sollicita 4066 XIX | XIX]~Pallade, nata del superno Giove~nel ciel mostrante 4067 XXXII | bocca condotta ad estremo supplicio, gl'impongo silenzio e dico 4068 V | piaccia, la mia operazione il supplirà. Questa ninfa segue le cacce; 4069 XV | ricadente, con la bellezza di sé supplirebbe, se altrove avesse difetto; 4070 XXXVII | cosa; questa si giudica suppremo dolore, la quale o sarebbe 4071 XXVI | fiori. Quivi in molte verghe surgeano avillani, e più presso a' 4072 XXXII | vidi; e per sé medesima surgente, non era bevuta dal sole; 4073 XXIII | le cose, tra bretti monti surgenti quasi in mezzo tra Corito 4074 XXXVIII| davanti più laudevole cosa surgerà di quello colpo, da tutti 4075 III | gli strabocchevoli balzi, surgeva d'alberi, di querce, di 4076 XXIX | quindi li fruttiferi colli di Surrento e le rocche di Stabia e 4077 VIII | serbo gelse, mandorle e susine,~fravole e bozzacchioni 4078 XXVI | questo m'aperse come sopra i susini nascessero i mandorli, e 4079 XXXV | flammini laudanti le poche sustanzie di Codro e per dovere obligati 4080 XXVIII | altrimenti che Acchille facesse, svegliandosi, trasportato ne' nuovi regni 4081 XLVI | essergli da quelle gli occhi svelati a conoscere le predette 4082 XLIII | degne, semplici e modeste,~svelin le luci oscure e nebulose~ 4083 XLVII | ardor, che più caldo si svelle~del petto mio, insurgo a 4084 XXIII | cosa non prima sentì la sventurata giovane, dal primo per isciagurata 4085 XXVI | abondanza, e vedevisi lo sventurato Iacinto e la forma di Aiace 4086 IV | coro mi balestro~in luoghi ta' ch'a lui furono strani;~ 4087 XIV | liquore~mescolato con limo e, tabefatte,~corrompon l'altre e muoion 4088 L | basterieno i miei versi, e però tacciole, avegna che sì per sé medesime 4089 VIII | ombre mitigan gli ardori.~Taccion le selve e tace ciò che 4090 XXXVIII| turbato, però che focosa, tacendolo, avea desiderato cotale 4091 XXXII | non fosse così onesto il tacere come sia il parlare de' 4092 XLVII | rimesse en la tua deitate,~mi tacerò; e di costoro ardendo,~dop' 4093 XXXV | vide Enea dipartirsi, ma tacerollo, però che invano gitterei 4094 XXVI | sarebbe forse men senno il tacersi a me, avendo due sì fatti 4095 XXXVII | maraviglia venutone, attonito si taceva. Elli riguarda i vestimenti 4096 XXVI | avendo io con la falce tagliate superflue mortine e fattami 4097 XVIII | quale Perseo la misera testa tagliò di Medusa, sì sarà tua. 4098 XXVI | suoi, e quivi, sonati i tamburi e i rauchi corni e i tintinnanti 4099 XXVI | aride gole. E chi dubita che Tanais sotto freddo cielo, se ancora 4100 XVI | agli occhi miei mostrare.~Tantalo, Tizio o qualunque altro 4101 XXXVI | uccise i figli aderenti a Tarquino,~con giusta scure, perch' 4102 XXXII | mia, con le tremanti mani tasta i vaghi pomi, e quindi le 4103 XL | sembianza che la figlia di Taumante ci si dimostra. Della quale 4104 XXIII | altro agurio che Cadmo le tebane fortezze fermasse, fondarono 4105 XXXVIII| adempierete. Io, nato di tebano padre e per madre delli 4106 XI | quel ben che noi con noi tegnamo;~il qual se cessa nel nostro 4107 XXII | altri mai furon trafitti~da tel celestiale: adunque presto~ 4108 XXXIII | fatta vita,~fuggesi via la tema del morire,~da chi vive 4109 XXXVIII| la 'mpediscono, come si teme. In questa, nella parte 4110 XVIII | rozza forma e sollecita temea i suoi pericoli manifesti 4111 XXXVII | audacia di Caleon ascoltando, temeraria la reputa e in sé lunga 4112 XXXVII | fosse? Certo no; adunque non temerario, ma savio fu Caleone. -~ 4113 XLVII | tale~che più del mondo non temo i poteri.~Quindi Agapes 4114 XL | sappiendo si stava, e con temoroso petto ad ogni ora attendeva 4115 XVIII | a molte altre, con paura temperai le mie voglie e ritorna' 4116 XVIII | stella lasciata, con luce più temperata i raggi suoi moderava sotto 4117 XXXII | d'oro purissimo; e quelle temperate in chiara fonte e fatte 4118 XXXIX | giuste e negli animi amore,~temperati voleri e fermi petti,~speranti 4119 XXXI | primi pensieri, ma con più temperato disio. Egli caccia da sé 4120 XXXVIII| servigi".~La dolorosa mente temperò le lagrime, e con migliore 4121 XXXII | Flagrareo e de' seguaci, con tempesto pensiero cercano il cielo; 4122 XVIII | tosto, a me venendo, fuggi i tempestosi mari, a te e a qualunque 4123 XXVI | onde agli animali. E il tempestoso Danubio, crescente per le 4124 XV | ricadeva sopra ciascuna tempia bionda ciocchetta; le quali 4125 XXXVIII| donavano e a tutti aveano templo ordinato, ciascuno, accesi 4126 XXXVIII| mostrino chi più possiede della tencionata quistione, de' quali qual 4127 VI | più fieri animali. Egli tende loro le reti e quelle stende 4128 XLI | errando in parte trista o tenebrosa,~ma con letizia agli angelici 4129 XXVIII | medesimo; e tutte insieme tenendole mente, non conosce a quale 4130 XXVI | fece o farebbe dimenticare. Tenendomi adunque così di costui l' 4131 XV | stanza dovessono operare tenenti trattato, durante ancora 4132 XXIII | La giovane, del suo onore tenera, resiste con più forza a' 4133 XXXVIII| abbracciando quelli che rimanieno e teneramente dicendo addio, dirizzarono 4134 XVIII | monte Parnaso; e ne' miei teneri anni a' petti della Muse, 4135 V | strabocchevoli passi dove a lei, tenerissima e paurosa, non si conviene 4136 XXXII | voleva rispondere, ma il tenero petto subitamente da vegnente 4137 IX | avanti che per altrui, si tenessero. E quinci, dal composto 4138 XXXV | stato era occulto, così il tenessi, me 'l fe' palese, sì come 4139 XV | pieni di riso, tanto a sé il tengon sospeso che le bellissime 4140 XXXV | alla città predetta e quivi tennero e tengono il più alto luogo 4141 II | leva la voce tua e il ciel tenta~co' prieghi tuoi che meritano 4142 XXIX | madre del fortissimo Marte, tentai più volte con umili prieghi 4143 XVIII | castalie, e l'altezza di Cirra tentante le stelle cercai con ferma 4144 XXXVIII| presso alle sordide mani tentanti ogni cespuglio, spesse fiate 4145 XXXV | partisse e i casti letti non tentasse di violare. Ma poi che a 4146 XXIII | mano, quando ti piaccia, tenterò di fare quello che le divine 4147 XII | color che le tenebre, due tenuissime ciglia, divise da candido 4148 XXIII | mano il petto freddissimo tepefeci, manifestamente sentii gli 4149 XXXV | voce mi porse paura; e ogni tepidezza lasciata, al luogo dov' 4150 VII | grazioso bene, Ameto i già tepidi amori con la vista del nuovo 4151 XXIII | lui, s'apparecchiavano di terminare. Esso, non meno piacendo 4152 XII | agli altri dovuti confini, terminata conosce e di debita ampiezza 4153 XV | raccolti capelli, da ogni parte terminava raggiunto e trasparente 4154 XVIII | strigne a raccorciare il termine il quale la tua durezza 4155 XXXVIII| mostrare quelli da voi si terrà cotale ordine: noi daremo 4156 XXXIX | che egli i lieti regni~ora terrebbe con gli altri seguaci~ch' 4157 XLIII | nol sa discovrire,~sì dal terren tremore ancora offeso.~ 4158 XXIX | questi caldi da' quali i terreni non sono stati esenti. Ercule, 4159 VII | con sùbita luce e poi con terribile suono è spaventato; e per 4160 XXIII | colui apparve tra' monti tesalici al non degno figliuol di 4161 XXXVIII| colchidi campi arati dal tesalico giovane sùbito di serpentini 4162 XXXV | grazia addomandata, cade ne' tesi lacciuoli e, invita, diventa 4163 XXXVIII| Marte con furibunde armi e Tesifone con seminate zizzanie e 4164 XXVII | vuolsi, non ha cari~i suoi tesor, ma con degna misura~li 4165 IX | acceso, dalle mani indiane tessuta, niente della grandezza 4166 XV | sa discernere i lavorii tessuti in quelli con maestra mano; 4167 XXXVI | Cipri, Libia e Acaia~son testimoni sanza alcun difetto;~e ' 4168 XXXVIII| autorità che il suo viso testimoniava, con la mano levata, e a' 4169 XXVI | de' gran palagi con tonda testuggine di pietra coperti; e co' 4170 XXVI | brievemente in ogni parte Tetis, graziosa delle sue onde, 4171 XXI | sconci incendii de' suoi tetti, nel tempo notturno infra 4172 XXIX | e io avavamo lasciati i tiberini liti e per la detta via 4173 XXXVIII| ne' sanguinosi campi da Tideo fedito, onde Ionia più dolente 4174 XXXV | spesso diceva: «Di che ti tieni? Va e con le desiderose 4175 XXXIII | assai sentita.~Dunque ogni tiepidezza è da fuggire~e sé di questo 4176 XXI | avolo suo. Alla quale il tiepido cuore s'aperse nel primo 4177 XXXI | sia commesso il peccato di Tieste un'altra volta; e standoti 4178 XXVI | le seti; e i celestiali Tigri e Eufraten di questa medesima 4179 XIV | ad elle.~Pasconsi quivi timidette e mite,~e servan lor grassezza 4180 IV | fatica~fu per le selve i timidi animali~seguir, secondo 4181 XXVI | tamburi e i rauchi corni e i tintinnanti bacini in segno de' suoi 4182 XVIII | molto più che il dovere li tirai; per che agli occhi suoi 4183 XII | suoi, alquanto più basso tirandoli, il non gimbuto naso riguarda, 4184 V | sagacità d'Atlanciade né la tirannia de' Ciclopi; per le quali 4185 XXXVIII| cavalli vietò l'andata. Tirarono a queste voci gli armigeri 4186 XXVI | io, giovinetta e lasciva, tirava semplice alli fermi anni 4187 XXIX | cominciammo ad abandonare i liti tireni; e poi che i rapaci cani 4188 XXXVIII| molte tempeste nel mare Tireno, in Trinacria, forse da 4189 XXVI | animale; e il sangue del tiro non era ancora conosciuto 4190 XLV | chiara di tanto sereno~quanto Titàn en la stagion novella.~E 4191 XXXV | nel ventre trovarono, il titolo della quale, di lettera 4192 XVI | miei mostrare.~Tantalo, Tizio o qualunque altro tene~di 4193 XXIII | alquanto, com'ella volle, toccai. Elli tremava tutto mostrando 4194 XV | della beatitudine somma toccare, credendo appena che altrove 4195 XXXVIII| mezzi termini della vita toccati, alla grave vecchiezza sanza 4196 VIII | canto,~non possono esser tocche col mio metro~non degno 4197 XVIII | orazioni con giusta ira toccheranno gl'iddii ne' tuoi pericoli; 4198 XXXV | predecessori, venuti della togata Gallia, molto onorando costoro, 4199 I | candidate vittorie e chi le paci togate e tali gli amorosi avvenimenti 4200 XXIX | fa men caro, colui che i togati Gallici regge lodò la tua 4201 XLVII | occhi miei del tutto ti togliea,~con l'operar di Mopsa e 4202 XXVI | ampiezza si scostano che, non togliendo luogo a chi sedesse, largo 4203 XXXII | amore d'altra donna mi ti tolga; da me i vestiri e tutte 4204 I | umiltà regolata guidati, tolgono paura di cadere agli exaltati. 4205 XXVI | misura cercavano l'onde, tolsi via le cagioni de' sonni 4206 IV | di Venere s'accese~che, toltale la sua virginitate,~non 4207 XXIII | alcuna deità operante, toltosi a me, il suo spirito vagabundo 4208 XXII | lui ch'ancor li spaventa tonando;~né qualunque altri mai 4209 XV | partite, non diritte ma tonde, due ciglia discerne, soprastanti 4210 XII | alla vista la forma de' tondi pomi, li quali con sottile 4211 IX | raccolte insieme, farieno un tondo cerchio, allato alle quali 4212 XXVI | medesime cadevano delle non tondute pecore, solo per lo loro 4213 VII | con soave mormorio, ora torbidissimi, con ispumosi ravolgimenti 4214 IX | all'altra non men bella li torce, né alcuna particella di 4215 XIV | exemplo prende ogni ben retta torma.~Io non fatico loro a' disiguali~ 4216 XXX | quando vuol leviare il suo tormento,~difende forte con ardito 4217 XXIX | mai in su alle fonti le tornano, così l'ore i giorni e i 4218 XXIX | terra cotta.~Adunque il non tornante tempo adoperalo acciò che 4219 VIII | alle quali~non ti falla il tornar, quando noiose~non fien 4220 XXXV | sterilità e mortalità dubitando, tornarono a' primi luoghi meno utili 4221 XXXIV | riavere, salvo se Medea non tornasse a rendergliele, come ad 4222 III | sicuro; e al loro luogo tornate, avendo d'Ameto avuta festa, 4223 XXVII | salate,~ristando sol nel toro geniale.~Minerva le sue 4224 XXXVI | puliti~di Cicerone, e di Torquato i fatti~con que' di Paulo 4225 XXVI | e in tutto s'ingegnò di tôrre via le forze della già poco 4226 IV | disteso in dritta e quando in torta via~per la terra d'Aonia 4227 XXVI | sostenevano, si stendevano i torti rami non altrimenti che 4228 VIII | e fichi sanza fine,~e di tortole ho preso una nidata,~le 4229 III | lusinghe e a quali con occhi torvi e con voce sonora mazze 4230 XXXV | sacra e di Marte, Romulo trae invitta origine; e lieto 4231 XXIX | il quale me, di Sicania traendo, divise dalla cara madre 4232 XXIII | come indegno di tale sposa, traendolo i fati, s'ingegnò d'annullare 4233 XXXII | beni mondani, indegni gli traesse a molte copie, lasciate 4234 XX | una, ora per due si sente trafiggere. E quinci levato il viso 4235 XXII | qualunque altri mai furon trafitti~da tel celestiale: adunque 4236 I | col concupiscevole cuore transfugano Elena, raccendono Didone, 4237 XXXIV | sia: io non dubiterò di transfugarla per tutto il mondo s'e' 4238 XII | altezza e con l'occhio mentale trapassa dentro a' vestimenti e con 4239 XXXII | santa legge; e se per questo trapassamento mai n'avenne alcuno male, 4240 I | proprie angosce mitighino trapassando. Altri, con più superbo 4241 XXXII | sanza sonno, accidiosa mi fa trapassare. Egli, col capo vòto d'umidità, 4242 XXIII | di Rubicone e del Rodano trapassate, sopra le piacenti di Senna 4243 XXVI | dette e la seguente canzone trapassò forse tanto di tempo quanto 4244 VIII | disire.~Qui dilettevoli ore a trar contendi,~e 'l dilicato 4245 V | cui hanno avuta forza di trarmi dalle mie ombre, di farmi 4246 XXVI | cielo quella parte che ora trascorre, più i lavorii abelliva. 4247 XXVI | alle sue lascivie sollecito trascorreva.~Adunque, costui così da 4248 XXVI | Questi così fatti tempi trascorrevano con picciolo bisogno delle 4249 VIII | cerca; ma tu sola,~Lia, trascorri per l'aure cocenti;~e, trascorrendo, 4250 XXIX | nominata Acrimonia; io non trascorsi la puerile età oziosa, né 4251 XXXII | nostri corpi, come in vetro traspare il festuco. Le sante braccia 4252 XV | parte terminava raggiunto e trasparente molto, tanto che appena 4253 XXXII | in quella, così in essa trasparevano i nostri corpi, come in 4254 XLV | ora senti,~ti meritiam, trasportandoti in loco~dove si dànno interi 4255 XXXVIII| da' salvatichi luoghi e trasportarono a' detti campi, ne' quali, 4256 XVIII | dominio servarono e da quello trassero il loro cognome ancora durante; 4257 XIV | greggia e vivace~donde non tràssi quanto l'uom vi spende.~ 4258 III | moveano ad ira: in questo trastullo, ora stendendoli in terra, 4259 XXIII | servigii di lei, abondevolmente trattando i beni di quella, per lungo 4260 IX | sagrificii di Bacco e di Cerere trattano diversamente con nuove quistioni; 4261 XXXII | che la fortuna, ciecamente trattante i beni mondani, indegni 4262 XV | dovessono operare tenenti trattato, durante ancora il caldo, 4263 XXXVIII| bisognevoli cose alla rozza vita trattavano, quivi le solennità de' 4264 XII | forse il caldo fuggendo o tratte con istudioso passo al nuovo 4265 XV | di Filomena al tiranno di Trazia si mostrarono. Le candide 4266 XII | e degli altri ampissime trecce composte vede sopra l'estremità 4267 XXXVIII| ghiande, non lunge di qui trecento passi, inverso il mezzo 4268 XXIII | secoli trapassati e del tredecimo delle dieci parti le nove 4269 XLIII | discovrire,~sì dal terren tremore ancora offeso.~ 4270 XXXIX | opera questo sia di degno tribo,~e quanto ancor dimostra 4271 XXIV | benigno goda; e gli altri tribolati~da crudi affanni muoian 4272 XXXVIII| picciolissimo nelle ultime tribulazioni della mia terra trasportato 4273 XXXVIII| ultimamente, come la terra dal tridente di Nettunno percossa partorì 4274 XLIV | santo e ineffabile nome triforme, per conseguente il valido 4275 XLI | son luce del cielo unica e trina,~principio e fine di ciascuna 4276 XXXVIII| tempeste nel mare Tireno, in Trinacria, forse da necessità sospinti, 4277 XXX | equale~faccendo quel, sanza tristarsi mai~per fortunal sopravenuto 4278 XXXIV | compassione debita doloroso, in tristizia ho voltata la mia letizia.~ 4279 XXIII | della nutrice di Romulo, di Tritolemo, uomo plebeio di nulla fama 4280 XXXIX | tornare~al padre suo con triunfal segno,~con quanto intorno 4281 XXXIX | alcuno a' cieli non sal triunfando;~e legittimi e giusti ancor 4282 XXXVIII| giovanezza, seco il trasse alle troiane battaglie. Le quali poi 4283 XXXV | dello imperiale Tevero co' troiani iddii; e presa l'amicizia 4284 | troppe 4285 | troppi 4286 III | incappate, in brieve da lui si trovassero aggiunte: per la qual cosa 4287 XXVI | a quelli pieghevole non trovassi. Ma prima con altre parole 4288 XXXV | sane deliberano che quelle trovate da' primi sopra le sepulte 4289 XXIII | Il quale in parte segreta trovatosi con lei, l'uno e l'altro 4290 XXVI | menta; e in un canto si troverebbe molta della frigida ruta 4291 I | mente saranno pensati, non troverrò chi biasimi quel ch'io lodo. 4292 IX | parti raccolti, diversi modi truovano di festeggiare. Alcuni col 4293 XV | che in quelli paradiso si truovi. Li quali, neretti, soavi, 4294 XXIX | capelli, tornati in bianchi, truovino chi a queste cose l'inviti? 4295 XXIII | marito la memoria in Letè tuffata, cominciò a seguire i nuovi 4296 XXXV | nel profondo di quello fui tuffato che le già dette di me schernitrici 4297 XLIV | selvaggi, nella chiara fonte il tuffò, nella quale tutto si sentì 4298 XII | le vermiglie guance, non tumefatte né per magrezza rigide, 4299 IX | spazio contenta, con non tumorose labbra di naturale vermiglio 4300 XXIX | passati, vedemmo lo etterno tumulo dato da Enea a Palinuro 4301 XIII | canna con gonfiata gola e tumultuose gote largo fiato donando, 4302 XL | quasi cieco per lo udito tuono, di paura ripieno, si trasse 4303 XXXVIII| seminate zizzanie e Giuno con turbamenti contrarii più volte si sieno 4304 XXIX | innanzi che tu dêi materia di turbamento alla divina Venere, la quale 4305 XXX | XXX]~Da' caldi fiati del turbido Noto,~da sozze piove e nuvoli 4306 XXXVIII| ricevuta, prima i circustanti turbò con paura e appresso li 4307 XXVI | tanti le tele di Minerva o i turchi drappi.~Questo, fatto come 4308 XXXVIII| della terra usciti quale la turea verga fu della sepultura 4309 XXXV | crucciata Giunone e ucciso Turno, con la sua Lavina lieto 4310 XXXV | miei obbrobrii, con più turpi parlari non mi si levavano 4311 XXIX | fuggi; il quale più tosto le turpissime femine debbono andare fuggendo, 4312 XXXII | volte, ricordandomi del turpissimo vecchio a me marito, se 4313 XLIX | la luna,~e che le ninfe tututte levârsi~dopo l'ultimo canto 4314 XIX | leggi dovute.~Costei cortese tututti i viventi~con alta voce 4315 XXXIII | quello~che del suo lume tututto l'accende;~ma l'altra, poi 4316 III | chiaro fiumicello, mosso dall'ubertà de' monti vicini, fra le 4317 XVII | impone sorridendo; la quale, ubidendo sanza alcuna disdetta, lieta 4318 XIV | curo s'alla mia parola~non ubidiscon sùbito niente,~sol ch'io 4319 XII | sanguigno seminato di piccioli uccelletti d'oro, composto dalle mani 4320 XXXV | se non un dirmi che io m'uccida. E certo io uscirò di qui 4321 XXXV | alla crucciata Giunone e ucciso Turno, con la sua Lavina 4322 I | seguitandolo, se n'abelliscono, e udendoli piacciono a tutti. Adunque 4323 XLVIII | aere trascorrenti; e non s'udien le cicale, ma gli stridenti 4324 XXXVIII| parendo che uomo, più volte udii gli amori di quello portati 4325 XLII | così rimirava, la santa dèa udio così parlante:~ 4326 XXIX | suoi fuochi m'accese come udirete. Il mio marito e io avavamo 4327 V | queste cose e, a' vecchi ufici tornando, la incominciata 4328 XXXII | percuotersi agli amorosi uficii; e per quello conobbi Amore 4329 XXVI | l'altro canto il palido ulivo, caro a Pallade molto, di 4330 XXXVIII| sappiendo che farmi, in ultima disperazione, posto con 4331 I | voce convenevole al mio umele stato, sanza paura di riprensione, 4332 XXXII | trapassare. Egli, col capo vòto d'umidità, contento di poco sonno, 4333 VIII | pórta~la luce sua, che nell'umido mare~ora si pasce, e in 4334 XLVIII | prati lasciando, ad Ameto umilemente dicendo addio, si dipartirono 4335 XXIII | ma vergognoso con atti umillimi, sanza voce, però che ancora 4336 I | e i suoi exaltamenti, da umiltà regolata guidati, tolgono 4337 XXVI | orti avendo veduto dell'umore d'uno giovinetto rampollo 4338 XL | becchi, co' petti e con gli unghiuti piedi fieramente combattersi 4339 XXXVIII| che quello col nome sia uniforme, uno di questi gigli bianchissimi 4340 XXXV | singulare bellezza dell'universo, di bruna veste coperta, 4341 V | nella superficie delle cose unte con sùbito movimento gittare 4342 IX | che si vantano, tra gli urtanti animali, essere in giudicio 4343 III | qui vicini si posano e usano i celestiali diletti, con 4344 XI | posso dire,~e in etterno usar quelle ricchezze~che non 4345 XXXV | doni, come di padre dubbio, usassi per lo tempo a venire. Adunque, 4346 XXVI | porgere cagione di vizio, usava le sue cortesie. Questi 4347 XXVI | Pomena volea. Esse, alcuna uscenti per sottil canna, si levavano 4348 XXXVIII| in fummi ravolta, veduta uscir di Veseo; e stante ferma, 4349 XXXV | io m'uccida. E certo io uscirò di qui o contento o morto, 4350 XXIII | lei per molti abandonate, uscirono giovani dannati ad etterno 4351 XXXVIII| concedere, ma, dando libera uscita al creato figliuolo, l'anima 4352 XXXVIII| pieni, cotali della terra usciti quale la turea verga fu 4353 XLIX | cenni;~ma tutto questo m'usciva di mente~qualor nel viso 4354 XXXII | abbiamo mandato, i cui amori userai per contentamento dell'animo 4355 XV | discendente degli alti regni, userebbe ne' nostri, discerne. Onde 4356 XXXII | costei ancora i regni superni userò dèa, sì che, se sollicita 4357 XXIX | non fu rea come quella che usiamo, pervenuti dal ferro alla 4358 XXIX | loro animi ingiustamente usurpatrice de' loro amanti! Di questi 4359 XIV | delle mie il diletto,~che l'util delle tue che sì aumenti.~ 4360 XVIII | vendicando le colpe a sua utilità contra Claudio e Britanio 4361 VIII | vetro,~e assa' dolce più ch'uva matura~nel cor ti sento, 4362 XXVI | possono vedere cariche d'uve dorate e purpuree di diverse 4363 XIV | lor tante e tali~che gli uveri di quelle fan sugosi~di 4364 | V 4365 XXVI | delle mondane, né d'esso vacante particella alcuna, né occupata 4366 XXXVIII| così:~«O santissimi popoli, vacanti a' sacrificii a me più cari, 4367 XXXVIII| tanta gente di questa città vacillato. Il quale io da me o da' 4368 XXXIII | acquista conoscere Iddio~e come vada e venga e dove stea.~Di 4369 XLIX | vedeva e sentiva; e ov'io vado~malinconia e etterna gramezza.~ 4370 XXXII | Tra le quali mentre io vagabunda m'andava, e della via incerta 4371 III | per quelle con lento passo vagando s'andavano; altre, posti 4372 XXVIII | ferma imaginativa di lui, vagante per le segrete parti di 4373 XXIX | pigliati freni abandonò a' vaganti cavalli. Ma poi che a quella, 4374 XXXVIII| sbandito cominciò per lo mare a vagare, Ulisse co' suoi, risaliti 4375 XXIX | dopo molto essere nell'onde vagati, nelle sacratissime rocche 4376 XXIX | pieni di gravità aggiugneva vaghezza alla mia forma, la quale, 4377 II | ancor riceverai.~Ecco ch'io vaglio poco, e molto meno~sanza 4378 XXXII | dico che dorma; ma poco mi vale. E s'io in altra parte mi 4379 XXXV | minacciando peggio, non valendo sacrificiiprieghi, fu 4380 IV | la sua virginitate,~non valendole prieghidifese,~me ingenerò, 4381 XIV | già mai senno non fece né valenza,~taciti omai; ché li tuo' 4382 II | meno~sanza di te ispero di valere:~dunque l'aiuto grazioso 4383 XXXI | chiamare, il quale, se' prieghi valessono, priegherei che mai non 4384 XLIV | triforme, per conseguente il valido aiuto concedi; e le pregate 4385 XXXI | vera. Elli nella profonda valle della sua selva Ida vide 4386 III | monti vicini, fra le petrose valli discendea gridando inverso 4387 L | ricevi -. Certo io a te valoroso cotale la mando, sentendo 4388 III | poi che 'l fuggire non li valse, sopragiunto da quelli, 4389 XXXVIII| cominciate battaglie, non valuti di Iocasta i preghieri, 4390 XXXVI | me promessa da voce non vana,~ad operar virtù già molta 4391 XXXV | dopo le pistolenzie de' Vandali, uno di loro, lasciata Roma, 4392 XXXVIII| infino a' tempi del crudele vandalo, d'Italia guastatore e ferocissimo 4393 XIX | eran prima ad acquistare i vani;~e fa i suoi fra gli altri 4394 XXXI | Veramente di tanto fu elli più vantaggiato di me: egli le vide ignude 4395 XXXI | conveniva egli che alcuno vantaggio avesse un figliuolo d'uno 4396 IX | avanzare; e tali sono che si vantano, tra gli urtanti animali, 4397 XIII | Acaten, d'Academia venuto, vantantesi di più magisterio ch'altro 4398 II | alcuna mai di tanta gloria~vantar potessi ched ella piacesse~ 4399 XXXVIII| tutto accendea e, acceso, in vapori lievi risolvea, tutto lasciando 4400 XXXVII | quella parlava, così i suoi, variamente desiderando, mutava. Elli, 4401 XXXV | lo scanno. Gli argentei vasi dierono le copiose vivande, 4402 XIV | latte ch'io non posso avere~vasogrande in cui tutto si 4403 XXXIX | spirando del petto~de' sommi vati, ne disse venturi,~col genitore 4404 XXXII | perché mi distendo io più a vaticinare i danni miei? Il padre mio 4405 V | adunque queste cose e, a' vecchi ufici tornando, la incominciata 4406 XXIX | pognamo che tu divenghi vecchia: che diverrai? Pensi tu 4407 XVIII | quivi del divino uccello in vece, il dominio servarono e 4408 XXXV | bellezze s'infiamma più sovente vedendole, e sollecita di dare effetto 4409 XXIX | regge lodò la tua forma, vedendoti, sopra tutte l'altre; e 4410 XXXV | conosciuti. Ma mentre io, vedente nella sua destra mano il 4411 XVIII | da loro, nominò Mopsa. E vedentemi nella giovinetta età mostrante 4412 XXXV | considererete, voi a me promessa vederete dal cielo e per sollecito 4413 III | alcuno, e, disideroso di vederli se così sono bella cosa 4414 XLIX | cuor che io pote' sostenni~vederlo a tanta corte presidente~ 4415 XXXV | della camera mia e in quella vedermi davanti Pampinea e la turbata 4416 XLIII | all'umana gentelicito vederne, sappia dire~tra' suoi compagni 4417 XXIX | bellezza alla mia simigliante vedersi; e di ciò quello che avvenne, 4418 XVIII | al dovere verso di me il vedessi salvatico, pure, da amore 4419 XXIII | cercava i cieli, come voi vedeste, ne' focosi carri tirati 4420 XXVI | grandissima abondanza, e vedevisi lo sventurato Iacinto e 4421 L | indissolubile sempre tenuto; e vedova e lontana alla sua donna, 4422 VII | sanza neve ne truova, con vedovi solchi soli può rimirare. 4423 XXIII | sanza compagno rimasa nel vedovo letto, nelle oscure notti 4424 XIV | occhio alluminato di ragione~vedrà chi meglio intorno a ciò 4425 XXXI | volentieri, se licito fosse, le vedrei. Or ecco, io non posso più 4426 III | benivoli, se di preda li vedrò vòti, della mia abondevoli 4427 V | che le compagne di Lia, vedutolo, a forza ritennero le vaghe 4428 XXVI | quella verdeggiante non meno, veggendola piena di fiori e di bianche 4429 VIII | monnosini~che meritâr perdon, veggendoli io.~E ho con lor tre cerbi 4430 XXVI | della dèa altressì, Bacco, veggentesi il tempo opportuno, procedéo 4431 XXXV | malinconico lunga fiata vegghiai. Né aveva ancora i suoi 4432 XIV | Acaten]~A me non cal, vegghiando, far dimoro~né sampogna 4433 VI | prima la luce entra ne' vegghianti occhi, che egli, levato, 4434 XIV | dal vento~e nella notte vegghio sopra loro,~alla salute 4435 XII | gigli vermiglie rose si veggiono; e oltre modo i baci di 4436 II | superinfusa aspettando che vegna~tal che per te le mie cose 4437 XXXV | che, nella mia puerizia vegnendo a questi luoghi, apparitami 4438 XXIX | navi e empiute le nostre vele da Euro, cominciammo ad 4439 XXXV | quale, temperante Appollo i veleni freddi di Scorpione, sicura 4440 XVII | levatisi di capo i sottili veli, con essi, mancante zeffiro, 4441 XXVI | tementi i rigidi freddi, delle vellosi pelli delli scorticati leoni 4442 XXVI | tanti nobili, né Atalanta, velocissima nel suo corso, né qualunque 4443 III | occhio scorgesse, che per velocità di corso o per volgimenti 4444 XXXVIII| parti, lei sotto l'asta vendéo, anzi, come alcuni dicono, 4445 XVIII | sé con maraviglia dolere, vendicando le colpe a sua utilità contra 4446 XXXVIII| il quale io seguitai a vendicare l'onte de' Greci, dopo le 4447 XXIX | schernimento siano da me vendicate».~Queste orazioni toccarono 4448 XXXI | le vedute bellezze della vendicatrice Diana; e a me non fia tolto 4449 XXIX | ardente divenga; e così vendicherai con uno medesimo colpo la 4450 XXI | della mia madre, a portare i vendichevoli archi di Latona e a seguire 4451 | venga 4452 XXVI | potrei, potessi le mie ire vengiare, io il farei sanza fallo».~ 4453 XII | di loro compagne, liete venieno. Le quali poi che da esse 4454 XV | vago rimirandosi intorno, venirsene dopo Lia; e lei tutta vestita 4455 | venissero 4456 | venisti 4457 XXXII | giovane figliuolo della dèa, ventilando le sante penne lucenti d' 4458 XII | e altri dati all'aure, ventilati da quelle, quali sopra le 4459 XII | sottilissimo si distende, ventilato dalle sottili aure con piacevole 4460 XXXIX | de' sommi vati, ne disse venturi,~col genitore e 'l genito, 4461 XXIII | l'aveniticcio giovane di venusta forma, non simile al rustico 4462 XXXVII | suole, che, in maraviglia venutone, attonito si taceva. Elli 4463 XI | virtuose~opere exemplo e regola verace,~rendendo vane sempre le 4464 XXXIX | sì come Moisé co' suoi veraci,~del mondo annullator rivolti 4465 L | amico, e di vera amistà veracissimo exemplo, o Niccolò di Bartolo 4466 IX | soffianti aure; e coronata di verdissima ellera, levata dal suo caro 4467 XXXVIII| diritti gambi, di frondi verdissime pieni, cotali della terra 4468 XIV | Io do loro ombre di bella verdura,~né con vincastro quelle 4469 XXVI | bianchi fiori. Quivi in molte verghe surgeano avillani, e più 4470 V | vestimento, già cominciandosi a vergognare se alcuna cosa in sé forse 4471 XXVIII | regni dalla sua madre; e vergognatosi un poco, si mirò intorno 4472 XXVI | posto a quelle non mi fosse veridica testimonia, l'audito non 4473 IX | iddii e de' difetti mondani verissime cose narrando, con dolce 4474 IX | della loro durezza rendono verissimo testimonio. Da questa parte 4475 XXIX | cielo. Costei, di vestiri vermigli vestita e pieni di bianchi 4476 XV | bocca, con grazioso rilievo vermiglietta mostrantesi, e ciascuno 4477 XII | chiede. Egli appresso, la vermigliuzza bocca mirando, così in sé 4478 XV | non è conosciuta? E come verrebbe qui dèa che la terra non 4479 XLV | dentro al divin seno,~per vertù vera del suo primo amore~ 4480 XXVI | cipolle coperte di molte vesti e i capituti porri e gli 4481 XXIII | divino mostrando li suoi vestigi, occupa non poco la sua 4482 XV | omeri quella parte, che il vestir non gli toglie, speculate, 4483 XXXV | verde fui conosciuta, di vestirmi di verde poi sempre mi sono 4484 IX | villesco abito e di più ornato vestitosi, corre; e similemente ornatissima 4485 XXXI | quella donna che di vermiglio vestiva impuose con piacevole voce 4486 V | e i biondi capelli, con vezzose ciocche sparti sopra le 4487 XX | appartiene -.~Quella con atto vezzoso, bassata un poco la fronte 4488 VII | spiacevole si rende a' viandanti: per le quali cose ciascuno 4489 XXIX | schernite fiamme da lei, con vicendevole schernimento siano da me 4490 XV | poi verso l'altra orecchia vicendevolemente ristretti, loda in infinito, 4491 | viene 4492 VIII | più che tu più isterai.~Vienne: io serbo a te giocondo 4493 XI | sua cercando in guise non vietate,~degli altrui danni sentendo 4494 XXXII | di Cinara, avuto contra i vietati animali, e cognobbi la concupiscenza 4495 XXXVIII| quello innanzi co' cavalli vietò l'andata. Tirarono a queste 4496 I | piacevolezza dipinti rendendo con vigilante cura, se lui con diritto 4497 V | che da profondo sonno è a vigilia subito rivocato, il quale, 4498 XXXV | sopra Falerno, coperto di vigne portanti vino ottimissimo, 4499 XXII | difetti puote ristorare.~La vigorosa e bella giovanezza~che posseggiàn 4500 XXXVI | Perseo,~quella sperando vigorosamente,~armato da Pallàde, ne rendeo~ 4501 XXVI | sopravenute fatiche rendute vigorose forze, noi ci levavamo a' 4502 | VII 4503 | VIII


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