[XXX]
Da' caldi fiati del turbido Noto,
da sozze piove e nuvoli premuto,
d'ogni letizia nello aspetto vòto,
dal freddissimo Borea canuto,
l'acque strignente, e dal veloce Eoo
o da quale altro, fiero o len tenuto,
e dall'onde ravolte d'Acheloo,
pazze non men che il dolente Oreste,
sanza la vera fé di Peritoo,
e dalle varie e timide tempeste
de' regni di Nettunno e da' furori
del troppo iddio lodato da Aceste,
e dalli male in fuor gittati ardori
del perfido Tifeo e dal momento
che fanno i monti per li suoi dolori
quando vuol leviare il suo tormento,
difende forte con ardito petto
Bellona, cui servire io m'argomento.
Questa presta arme sanza alcun difetto
contra Pluton, degli animi invaghito,
come già fu del grazioso aspetto
di Proserpina allora che fedito
fu da Cupido, avendo e' riguardato
il fondamento del cicilian sito.
E oltre a ciò fa chi la segue grato,
magnanimo alle 'mprese e liberale
dove conviensi e secondo lo stato,
lunganimo e di moti sempre equale
faccendo quel, sanza tristarsi mai
per fortunal sopravenuto male.
E così come in questo non ha guai,
così ne' falsi ben nulla allegrezza
prende più ch'un che non l'ebbe già mai,
in ogni cosa mostrando fortezza,
curando il mondo quanto il mondo il cura,
lui schernendo con la sua bellezza.
Così con mente rigida e sicura
dirizza altrui al ben che 'l ciel ne mostra
sempre girando con sembianza pura,
al qual, se ben ci portiàn nella giostra
data nel cuore ognor, sanza ristare,
da' vizii opposti alla salute nostra,
seco ne mena in quello ad abitare.
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