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Giovanni Boccaccio
Comedia delle ninfe fiorentine

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  • [XVII]
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[XVII]

Sedendo sotto il bello alloro le donne alle fresche ombre, e alcuna, disposta la bella ghirlanda della biondissima testa e scalzatasi, co' bianchissimi piedi tentava le frigide onde; e altra, apertesi le strette maniche e 'l petto, levatisi di capo i sottili veli, con essi, mancante zeffiro, a sé l'aure chiamava recenti, forse quale Cefalo per adietro con malo agurio di Pocris a sé ne' boschi solea chiamare; e alcuna, giacendo sopra la nuova erbetta, mezza nascosa fra quella, la bionda testa sopra il ravolto mantello tenendo, quasi stanca si riposava. E nondimeno aveano gli orecchi al canto d'Ameto, al quale non parea che gl'iddii avessero orecchia prestata, perché, sogghignando, alcuna volta con motti piacevoli lo 'mpedivano. Ma poi che egli tacque, Lia così cominciò con le donne:

- Giovani, il sole tiene ancora il dì librato: per che la sua calda luce ne vieta di qui partirci; i pastori dormono, le cui sampogne poco avanti ne feciono festa, e ogni maniera di diletto infino alla bassa ora c'è tolto, fuori solamente quello che i nostri ragionamenti ne posson dare; i quali di niuna cosa conosco così convenevoli, considerata l'odierna solennità, come li nostri amori narrare. Voi siete tutte giovani, e io; e le nostre forme non dànno segnali d'essere vivute o di vivere sanza avere sentito o sentire le fiamme della reverita dèa ne' templi visitati oggi da noi. Adunque, narranti, e chi noi siamo insieme ci facciamo conte e, dicendo, faremo che noi oziose, come le misere fanno, non passeremo il chiaro giorno, il quale non al sonno amministratore de' mondani vizii, né alla fredda pigrizia nutrice di quelli, si dêe donare. -

Le donne s'accordano; e però che a varie dèe si conoscon serventi, e tutte a Giove, aggiungono che, dopo i narrati amori, pietosi versi della deità reverita da lei canti ciascuna con lieta voce. Aggiugnesi alla diliberazione l'effetto; e levate sopra l'erbe, in cerchio si posero a sedere. E avendo in mezzo messo Ameto, rimettono, ridendo, nello albitrio di lui che egli comandi come gli pare quale sia la prima li suoi amori narrante; il quale, lieto di tanto oficio, tirandosi d'una parte, acciò che tutte le vegga, a quella che al suo destro lato sedea, bellissima e di rosato vestita, la prima narrazione impone sorridendo; la quale, ubidendo sanza alcuna disdetta, lieta così cominciò a dire:




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