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Antonio Ghislanzoni
Libro segreto

IntraText CT - Lettura del testo

  • Didone abbandonata   OSSIA   LA FONDAZIONE D'ITALIA   Commedia-Opera-Ballo
    • ATTO TERZO
      • SCENA SETTIMA.   Jarba, Acate. - Seguaci di Jarba.
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SCENA SETTIMA.

 

Jarba, Acate. - Seguaci di Jarba.

 

Jarba (ad Acate). Affere visto brincipe troiano?

Acate. Illustre re dei Mori, se voi intendete parlare dell'augusto Enea, levate gli sguardi, miratelo, egli parte in questo istante sulle ali dei venti.

Jarba. Toffe diretto?...

Acate. Alle navi, dove fra poco io dovrei raggiungerlo. Stretto da imperiose necessità, non ultima delle quali il desiderio vivissimo di affrettare i fati d'Italia, egli mi esprimeva poco dianzi il più vivo rammarico nel dover partire senza porgervi di persona gli attestati della sua stima e della sua inalterabile benevolenza. L'Italia ha bisogno di alleati, mi diceva, ed io contava assai su questo generoso e illuminato monarca... Ma il tempo stringe; come vi ho detto, è d'uopo ch'io non indugi un istante a raggiungere il mio principe. Degnatevi dunque accogliere, o illustre Jarba, questa testimonianza palpabile dell'alto concetto in che noi vi teniamo, il mio principe, il mio popolo ed io, e sia questo un primo, indissolubile legame, che stringa due sovrani creati per intendersi, e due nazioni sorelle (sottovoce) create per... esecrarsi (leva di tasca un astuccio e lo porge a Jarba).

Jarba. Cossa star questo?

Acate. Il gran collare della Denunziata...

Jarba (al colmo dell'ira). Non statte cane io... Non metter collare...

Acate (da ). Giove mi aiuti ad uscir dalle grinfe di questo barbaro, che non intende ragione... (forte ad Jarba) Ma non sapete, augustissimo Jarba, che questa è una delle onorificenze più insigni che un monarca possa conferire ad altro monarca? Non sapete che, mettendovi al collo questo cordone dorato, voi diventate cugino del nostro re?

Jarba (ruggendo colla schiuma alla bocca). State palle, palle, palle, sempre palle troiane! (volgendosi ai suoi) Impatronittevi ti questo imbosture, che mi foler metter collare come cane intanto che l'altro porta via pella Titone!

Acate (da ). Quale idea luminosa! (a Jarba) Ah! voi temete un inganno! Voi diffidate del mio principe! Voi credete che un troiano di sangue sia capace di un tradimento! Voi imaginate che il nomignolo di fido me le abbiano dato per burla! Volete saperlo, dove si trova in questo momento la vostra Didone? Volete che io ve la metta in braccio? Degnatevi, Maestà, di chinare l'augusto orecchio alla portata delle mie umili labbra, ed io vi mostrerò di quali sacrifizii sia capace un troiano per procacciare al futuro regno d'Italia delle alleanze solide e durature.

Jarba (avvicinandosi ad Acate). Foi dite che bella Tittone?... (Acate parla sommessamente all'orecchio di Jarba, che fa gli occhiacci guardando verso la grotta).

Voci lontane.

Addio, mia bella, addio!

La flotta se ne va...

Se non partissi anch'io

Sarebbe una viltà...

Acate (a Jarba). Entrate in punta di piedi.... La grotta è oscura.... non perdete un istante...

Jarba (volgendosi ai suoi seguaci). Accompagnate troiano fino al porto... Salutate tanto mio illustre cugino Enea... Tittegli che, fra poco, se i Numi mi assistono, diferrò anche cognato (Jarba entra nella grotta).

Acate (ai soldati di Jarba). Mamalucchi, seguitemi!... Ah! voi potete ben vantarvi di avere un monarca che si occupa seriamente della felicità del suo popolo.

 

 

 




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