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Antonio Ghislanzoni Libro segreto IntraText CT - Lettura del testo |
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SCENA QUARTA.
Enea e Didone che si avanzano sotto un ombrello di tela cerata. - Il temporale imperversa.
Enea. Affrettiamoci verso la reggia... La pioggia è così dannata, che non vi è ombrello il quale possa difenderci... Did. Tornare dalla caccia senza aver preso un uccello... Ciò non mi è mai accaduto. Ti confesso, diletto Enea, che il mio amor proprio di donna e di regina ne soffre maledettamente... Enea. Credete... regina... Con questa acqua, con questo vento... Did. Oh! che vedo? Una grotta! Se entrassimo là dentro... Che te ne pare?... Enea. Non posso astenermi dal farvi riflettere che le grotte sono ordinariamente ricettacolo di belve e di serpenti... Did. (con voce carezzante) In quella grotta non ci sono belve... Io l'ho visitata più volte in ottima compagnia, e ti assicuro che se vi ho trovato dei serpenti a sonaglio, questi non mi hanno procurato che delle distrazioni gradevolissime... Enea. (Questa donna è sopracarica di elettricità...) Did. Vieni dunque!... Enea. Entriamo!... (facendo dei complimenti sull'ingresso della grotta). Maestà... precedetemi... Did. (saltandogli al collo e traendolo seco) Lasciamo i complimenti. - In presenza di un temporale, ogni disuguaglianza sparisce... (Giove, annoiato di attendere, soffia dal naso uno starnuto, che produce il rombo del tuono. Enea e Didone si precipitano nella grotta).
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