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Antonio Ghislanzoni
Libro segreto

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  • UN UOMO COLLA CODA
    • CAPITOLO II.   La coda si prolunga.
      • CAPITOLO III.   Due braccia di coda.
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CAPITOLO III.

 

Due braccia di coda.

 

La marchesa donna Fabia e il molto reverendo parroco don Cecilio Speranza si intrattennero un buon paio d'ore a discutere sulle code in generale, e in particolare sulla coda del cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Esaurita la questione, la marchesa fece un solenne giuramento che essa non avrebbe consentito mai che un animale codato sposasse l'unica sua figliuola. Potete imaginare come il reverendo parroco si partisse edificato dalla sala della marchesa.

- Ma come trovare un pretesto per sciogliere questo matrimonio?... Come avrò io il coraggio di dire al signor Lodovico Albani: voi non potete divenire mio genero, voi non potete sposare la mia bella Virginia... perchè in fondo della schiena...? Quale orrore!!! E come si fa a persuadere Virginia? Che dirle?... Ella ama tanto il suo Lodovico! Ella è sì contenta di queste nozze!...

Mentre donna Fabia passeggia per la sala in preda alla più viva agitazione, Clementina viene ad annunziarle due visite.

Sono due amiche del cuore, donna Letizia Novena, ed una vedova bigotta di circa sessant'anni, la contessa Marta Passeroni, donna attempata e carnosa, ma fresca, gioviale, burlona, che non ha rinunziato alle galanti avventure.

Le due visitatrici non hanno che a scambiare colla marchesa i primi complimenti, per accorgersi ch'ella è preoccupata da un grave turbamento.

- Che hai tu, mia buona amica? Che vuol dire quell'insolito pallore?...

Donna Fabia risponde con un sospiro.

- Quali novità?... Non tenerci in pena più a lungo; dice la contessa. Saresti forse ammalata?

- No!... grazie al cielo... io sto bene di salute...

- Forse la tua cara Virginia...

- Povera Virginia! sospira la marchesa, crollando la testa coll'espressione del più vivo dolore.

- Malata?...

- Peggio!

- Qualche ostacolo... qualche impedimento alle nozze?...

- Hai proprio indovinato, mia buona amica. Queste nozze sono divenute impossibili!...

Donna Letizia Novena torce gli occhi verso la soffitta, mormorando una giaculatoria in latino.

- L'ho sempre detto io, prorompe la contessa; l'ho sempre detto che quando nel mondo si incontrano due esseri come il cavaliere Albani e la tua Virginia, fatti l'uno per l'altra, creati per intendersi, per amarsi, per adorarsi, per esser felici... sul più bello il diavolo ci mette la coda!...

- Pur troppo, mia buona amica!... Il diavolo questa volta ci ha messo proprio la coda... ma una coda vera... reale... una coda mostruosa... spaventevole!

E qui donna Fabia si fa a ripetere parola per parola quanto le venne rivelato dal reverendo parroco, non mancando, per amore dell'effetto, di allungare altre due dita alla coda dell'infelice fidanzato.

Chi potrebbe indovinare quali diaboliche fantasie si destassero nella mente di donna Letizia Novena in udir proferire la parola: coda! Ella fu sul punto di svenire...

- Oh! ma s'ha da sentirne ancora! sclama la vecchia bigotta coprendosi il volto colle palme. I preti hanno ragione di predire che il finimondo è vicino! Un uomo colla coda dev'essere indubitatamente l'anticristo.

- Io non credo alle baje del finimondo e dell'anticristo, soggiunse la contessa, ma credo che un uomo colla coda non abbia diritto di chiamarsi uomo...

- E voi comprenderete, mie buone amiche, prosegue la marchesa coll'accento della disperazione, che io non potrò mai permettere a mia figlia... di avere commercio con un animale privilegiato di un organo, che suol essere il distintivo dei bruti...

- Capperi! hai ragione! La povera Virginia morrebbe di spavento!...

E le tre donne stettero parecchi minuti a guardarsi l'una l'altra in silenzio...

La mente umana, e più spesso la mente femminina, si lascia talmente soverchiare dalle inattese impressioni, che in luogo di esaminare i fatti ed i principii, trascorre immediatamente alle conseguenze, balzando così dall'abisso all'abisso. La contessa Passeroni, dopo breve silenzio, riportò la questione sul vero terreno. - È egli possibile che un uomo abbia la coda? E quando ciò fosse possibile, avete voi qualche prova che il signor Lodovico Albani goda veramente di questo privilegio?

Donna Letizia Novena avrebbe creduto peccare investigando tali misteri. Ella si tacque, e cercò distrarre il pensiero dallo scandaloso argomento, meditando una parabola del vangelo.

La marchesa cominciò a riflettere seriamente...

- Mia buona amica, prese a dire donna Marta... A me pare che prima di rompere le trattative di matrimomio, innanzi di contristare la buona Virginia e di suscitare uno scandalo in paese, convenga accertarsi del fatto, e averne qualche prova. Forse don Cecilio Speranza fu tratto in inganno da qualche malevolo... Questa coda nessuno l'ha veduta... nessuno l'ha toccata... Hai detto che il signor Lodovico Albani ha dovuto fuggire da Pavia in grazia della coda... Ebbene! si scriva per telegrafo a Pavia! Io conosco il signor Frigerio, socio del club repubblicano, un novelliere, un chiaccherone che non ha il suo pari... Egli potrà informarci d'ogni cosa... Fra pochi minuti avremo una risposta... Se coda esiste, a monte il matrimonio!

- Questa è proprio una buona ispirazione, dice la marchesa. - Presto!... Si spedisca il dispaccio... Il cavaliere Albani deve tornare domattina... Prima ch'egli rimetta il piede nella mia casa, avremo nelle mani le prove di fatto...

La marchesa suonò il campanello, ed ordinò a Clementina di chiamare il maggiordomo.

Questi, che già sapeva l'istoria della coda, entrò nella sala con quell'aria di falsa compunzione, che i domestici sanno fingere tanto bene quando ai padroni tocca una sciagura.

- Canella: va all'ufficio del telegrafo, disse la marchesa, e spedisci questo dispaccio... Trattasi d'uno scherzo, d'una burla che si vuol fare al signor Albani... Sopratutto il massimo silenzio...

Il maggiordomo, appena uscito dalla sala, si arrestò nella camera per leggere lo scritto.

- Dunque Clementina non si è ingannata... Dunque c'è proprio di mezzo una coda! il dispaccio parla chiaro:

Signor Frigerio - Persone interessate chiedono se cavaliere Lodovico Albani abbia sei dita coda. Risposta subito.

 

Contessa Marta Passeroni.

 

E il maggiordomo corse all'ufficio del telegrafo come avesse le ali...

La risposta si fece attendere tre quarti d'ora... Donna Letizia Novena, malgrado i suoi scrupoli, malgrado il profondo orrore ch'ella avea manifestato per lo scandaloso avvenimento, offrendo al signore un sacrificio di Insolita pazienza, rimase immobile sul suo seggiolone...

La marchesa guardava ad ogni tratto il pendolo dorato che stava sul camino... Contava i minuti... imprecava alle lentezze del telegrafo.

La Passeroni, meditando in segreto sulla natura del nuovo fenomeno, avea concepito una specie di simpatia per la coda del signor Albani. Ella avrebbe speso mille franchi per vedere co' propri occhi qual sia l'effetto d'una coda applicata ad un essere ragionevole...

Finalmente i tre quarti d'ora trascorsero... Il maggiordomo rientrò nella sala col dispaccio suggellato...

Donna Fabia lo aperse tremando...

Attratte al medesimo centro per impulso di curiosità magnetica, le teste delle tre donne si urtarono...

Lorenzo Frigerio, il fiero repubblicano di Pavia, interpretando a suo modo il dispaccio della contessa, avea succintamente risposto:

 

Albani Lodovico due braccia coda - perciò segretario Intendenza, presto deputato.

 

- Due braccia di coda! sclamò il maggiordomo.

La marchesa balzando impetuosamente dal seggiolone, sfogò i primi impeti della sua collera contro il curioso subalterno, apostrofandolo delle più violenti invettive.

- Povera marchesa! esclamò donna Marta, giungendo le mani. - Oramai non vi è più dubbio... Conviene rassegnarsi, ed agire...

Donna Letizia Novena uscì dalla sala inorridita.

- Due braccia di coda!!! Ma costui non può essere che il diavolo!

 

 

 




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