XLI.
Camilla, abbigliata con molto
sfarzo, sedeva al banco per iscambiare le monete. I lions, gli uffiziali
di cavalleria e gli studenti dell'Università la fulminavano di occhiate
attraverso i cristalli. Il marito non vedeva, e agitando una immensa sciabola,
passava in rassegna le mortadelle. La curiosità dei Gerosolimi fece il suo
sfogo in una settimana; ma il salsamentario non si chiamava molto soddisfatto
del proprio commercio.
Qualche neofito della nuova setta
cristiana, il proposto don Anna, cinque o sei canonici della cattedrale e la
moglie del vice-intendente Caifasso, erano i soli avventori della bottega. La
contessa di Caifasso aveva altresì profittato dei gabinetti particolari
in compagnia di un tenente degli usseri.
La grande maggioranza dei
cittadini, costituita da Ebrei superstiziosi e testardi, vedeva di mal occhio
quella scandalosa mostra di salami nel luogo più frequentato della città. Gli
scribi e i farisei mormoravano - e tutte le sere, nel momento in cui Giuda
saliva sullo sgabello per accendere il lampadario, qualche fanatico si
bizzarriva a lanciare delle pietre contro le invetriate.
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