XLVI.
Tale fu la condotta di Giuda
Iscariota dopo il suo ritorno a Gerusalemme - e così visse fino all'età di anni
novantaquattro e dieci mesi, ricco, beato, padre di bella e robusta prole,
amato e rispettato da ogni ceto di cittadini. Morì della gotta per abuso di
pollami - lasciando alla vedova ed ai figli un patrimonio di dieci milioni in
denaro suonante, venticinque milioni in cartelle dello stato, ed altri ventidue
milioni in lardo, baccalà, olio di Nizza, caviale, sardines di Nantes e
salumerie di vario genere.
A nessuno fra i tanti che avevano
frequentata la sua bottega pel corso di quarantacinque anni, venne mai in
sospetto che il sedicente Bartolomeo Majocchi, o De Majocchi, come si fece
chiamare più tardi, fosse il famigerato Iscariota, oggetto di esecrazione, e di
abbominio a tutto il genere umano. Il solo Don Anna, che aveva naso da
canonico, nutriva qualche dubbio in proposito, ma non osò mai manifestarlo
neanche agli intimi amici.
Il ghiotto prelato doveva al
Majocchi più di duemila e seicento franchi per vari generi di commestibili
consumati nella bottega. - Egli amava troppo le lingue di Zurigo e i mascarponi
di Codogno, per disgustare un creditore, il quale era pronto a notare
per tempo indeterminato.
|