PARTE PRIMA.
IL RACCONTO.
CAPITOLO PRIMO.
La bambina diventa donna.
Era un mattino di marzo, e un sole
impaziente s'era alzato troppo presto, spargendo per l'aria azzurra e già calda
l'oro della sua luce, il tepore del suo fiato.
La stazione era molto vicina alla
casa di Emma, e a piedi era andata coi suoi ad augurare il buon viaggio ad un
cugino ingegnere, che sposo da solo un mese doveva fare per l'ufficio suo un
lungo viaggio e lasciar sola la sposa per qualche settimana.
Cugini e cugine e zii erano
arrivati un po' tardi e si dovette far economia di parole e di abbracciamenti.
Un furia furia per prendere i biglietti, consegnare i
bagagli, coll'accompagnamento di un grido monotono
dei conduttori:
- Facciano presto, signori, il
treno parte.
E davanti ad un vagone di prima
classe i parenti erano affollati, guardando il cugino ingegnere, che non poteva
parlare; perchè sentiva che le parole gli sarebbero
venute fuori, strozzate e singhiozzanti.
Tutti si accontentavano di
sorridere al viaggiatore, con un'aria che voleva essere un saluto e un augurio,
ma era invece una mestizia mal dissimulata.
Chi non poteva sorridere, neppur dissimulando, era la sposa, che era entrata in
vagone per dar l'ultimo bacio al viaggiatore. Cugini e cugine non guardavano se
non per terra, con gesti impacciati; mentre la voce del conduttore ripeteva per
la ventesima volta il suo monotono:
- Presto, signori, presto, si
parte.
La sposa dovette scendere, lo
sportello fu chiuso brutalmente e in furia, ma essa si arrampicò di nuovo sul
predellino del vagone.
- Addio, addio Paolo, ritorna
presto.... ricordati di scrivermi ogni giorno.
Una testa si abbassò, si incontrò coll'altra, e per non so quanti minuti secondi, quattro
labbra si strinsero, si fusero in un labbro solo, in un singhiozzo supremo.
Emma alzò gli occhi e guardò
attonita, curiosa, con una prurigine nuova, con un fremito della persona, quei
due che si baciavano a quel modo. Non potè neppur pronunziare la parola addio....
E un fischio acuto, uno strider di
ruote, distaccò quei due innamorati e fece partire il treno, che sparì
dall'orizzonte in pochi minuti.
Tutti ritornarono alle loro case,
ma Emma riportò con lei il bacio dei due cugini, come se l'avessero stampato
sulle sue labbra, con un suggello di fuoco; e lo ebbe nella bocca, nel cuore,
negli occhi, tutto quel giorno, e la notte appresso.
Lo vedeva, lo sentiva; ne ricordava
il suono....
Eppure essa aveva veduto chi sa
quante volte il babbo che baciava la mamma, e mariti baciar mogli; ed essa
stessa aveva baciato tante e tante volte, fanciulli e fratelli e amiche e non
ne aveva mai provato turbamento alcuno.
Perchè ora quel bacio l'aveva scossa
tanto, l'aveva tanto turbata? -
Non era il bacio, che fosse diverso
dagli altri veduti, e sentiti. Era lei, che era un'altra.
Emma da bambina era divenuta una
donna.
Nella notte dormì poco e male. Nel
sonno agitato, febbrile, sognò che anch'essa partiva per un lungo viaggio, e un
giovane bello e innamorato la baciava sul predellino e così lungamente, che il
bacio non si distaccava più dalle sue labbra.
E il treno partiva rapido,
rumoroso, fulmineo, mentre il giovane, non avendo avuto tempo di scendere,
l'accompagnava. nella corsa, senza distaccare mai le labbra dalle sue.
Essa ne era sgomenta, temeva un
disastro e gridava:
- Scendi, scendi....
Ma il giovane non poteva scendere e
via via il treno correva sempre più impetuoso; e i
baci seguivano ai baci e le grida dì spavento non li interrompevano, facendo
coro al fremito delle labbra.
Emma allora si svegliò con un grido
così angoscioso e alto che fece svegliare la mamma, che accorse al suo letto.
Emma era seduta, coi capelli
disciolti, sulle spalle, cogli occhi spalancati, tutta coperta di sudore.
- Che cosa hai, che cosa ti è
accaduto mia figliuola, mio tesoro?
- Nulla, mamma mia, non lo so....
E piangeva e rideva in una volta
sola.
Acceso il lume, la mamma la guardò
curiosa, trepidante, e Emma a quello sguardo arrossì, come se avesse commesso
un peccato, vergognosa di una emozione nuova di voluttà e di strazio, che avea provato nel suo primo sogno d'amore.
Nascose il capo sulle spalle della
mamma, ridendo, singhiozzando, tremando tutta; mentre gli ultimi brividi di un
amore senza peccato le facevano vibrar la pelle, come se fosse scossa da una
corrente elettrica.
- Mamma, perdonami, se ti ho
spaventata.... sognavo non so che cosa....
Per la prima volta taceva qualcosa
a sua madre; anzi mentiva.
Quel bacio sognato o ricordato era
per lei una colpa.
Emma era da bambina divenuta una
donna....
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