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Paolo Mantegazza L'arte di prender marito IntraText CT - Lettura del testo |
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Il marito debole è un uomo di sesso incerto, in cui il corpo è maschio e l'anima è femmina. Uno dei tanti errori che commette la natura, quando sbaglia il posto alle cose; un errore di stampa, per cui non vi è correttore di bozze che basti. Il marito debole ha magari il pugno robusto e il pensiero forte, ma quando si tratta di adoperare queste due forze, non rispondono all'appello e fanno cilecca. Si pigia, si pigia sul bottone elettrico della volontà, ma il campanello non suona. Non parlo del pugno, perchè non scrivo che per la gente educata, e fra essi il pugno non si chiude che rare volte e per batter sodo sopra il tavolino; come chi mette un punto d'esclamazione ad una frase energica, per esempio ad un Per Bacco o ad un Per Dio. Parlo invece del pensiero, che pensa, ma quando si deve tradurre in una volontà, il traduttore si gratta il capo, guarda a mezz'aria, crolla la testa; esita, dubita, oscilla, e dopo un lungo tentennamento si decide.... a non decidersi. In quel frattempo fra il pensiero che pensa e la volontà che tentenna, compare sempre una terza persona, che vuole per noi, che per noi si decide e ci impone la propria volontà e la propria decisione. Ecco l'uomo debole, che finisce a furia di sconfitte a perdere la propria stima e a farsi compatire da tutti e specialmente dalle donne, che, pur dicendosi eguali a noi nei diritti (non nei doveri però), vogliono pur sempre trovare nell'uomo un albero robusto a cui possano appoggiarsi fidenti e sicure. Nulla è per le donne più spregevole nell'uomo che la debolezza. Possono perdonare quella del corpo, non mai quella dell'animo; tanto è vero che i briganti più feroci ebbero sempre amanti appassionate; gli uomini di genio, anche vecchi, ebbero donne innamorate; ma i vigliacchi e i tentennini furono sempre disprezzati o compatiti. E tutto ciò è bene: le leggi della natura vogliono essere rispettate e nessuno può violarle impunemente. Quando in un matrimonio si invertiscono le parti e la donna è più forte dell'uomo, essa se ne serve come di uno strumento comodo e buono a tutto; ma in cuor suo lo compatisce e lo disprezza, e intanto cerca altrove l'uomo uomo, a cui possa dare il corpo e l'anima; del cui amore possa sentirsi fiera e superba. La donna superiore si sente umiliata di trovar l'uomo inferiore a sè stessa e lo tratta, anche nei casi migliori, come si trattano i bambini, con pietà, con tutti i riguardi, come creatura che ha bisogno di protezione e di indulgenza. La donna, quando è stretta fra le braccia di un uomo che ama, vuol guardare in alto, per trovare il suo sguardo, vuol dover rizzarsi sulla punta dei piedi per poterlo baciare. Dio l'ha fatta più piccola di statura di noi, perchè ella possa guardarci dal basso. Allora gli occhi di lei diventano bellissimi, le labbra si socchiudono come calice di fiore che beve la rugiada dall'alto; ed essa esclama felice e fiera: - Come sei grande! Se invece è lei, che deve abbassar gli occhi, questi si fanno piccini, da superbi sembrano farsi vergognosi; esprimono protezione e non ammirazione; tenerezza forse, non mai orgoglio, e se essa non dice: - Oh come sei piccolo! è perchè essa è buona e nasconde la compassione, per non renderci ancor più piccoli di quel che siamo. Ma se non lo dice, lo pensa, e quel pensiero inaridisce tutte le più alte aspirazioni dell'idealità femminile, degli entusiasmi onnipotenti, delle estasi, più care della vita in due.
Il Museo della debolezza è ricchissimo: ci presenta una raccolta infinita di insetti minuti, brutti, spesso schifosi, di larve striscianti e quasi invisibili; tutta una collezione di prurigini senza dolore, di aborti senza vita, di intenzioni senza energia; tutto un limbo di fantasmi di volontà, di pentimenti senza riscosse, di peccati senza vendette, di contraddizioni, di oscillazioni, di paralisi del pensiero.
La moglie non è ancora alzata, che pensa di far cosa gradita al suo compagno e manda la cameriera da lui per sapere, se non gradirebbe avere a pranzo un amico giunto ieri da un lungo viaggio e ch'egli ama assai. Uno dei tanti pensieri delicati, che germogliano ogni giorno, ogni ora nell'anima delicatissima della nostra compagna. Egli risponde subito col sorriso della compiacenza, perchè essa ha pensato a lui, ma non risponde col labbro che molto tardi. E la risposta è un sì, ma incerto e dubbioso come un punto d'interrogazione. E la cameriera non è ancora sull'uscio, che egli si alza e dice: - Aspetta, aspetta, andrò io dalla signora a portarle la risposta.... La risposta è un altro punto d'interrogazione accompagnato da una processione di se e di ma. Forse l'amico non gradirà l'invito.... Deve passare i primi giorni in famiglia; deve trattare molti affari importanti, ch'egli ha lasciato irresoluti in patria.... Aspettiamo un altro giorno, se credi.... - Ma io non credo nulla. Volevo invitarlo per farti piacere.... - No, cara, sarebbe forse una gentilezza squisita, ma però.... - Senti, eccoti nelle solite incertezze per un nulla, per l'invito di un amico a pranzo.... Farai quel che vuoi. Io me ne lavo le mani. Per tutto quel giorno il marito non fa nulla di nulla, ma pensa anche a tarda sera, che forse la moglie aveva ragione e l'amico avrebbe gradito moltissimo quell'invito.
Un'altra volta si tratta di cosa ben più grave. La signora è molto bella e giovane e ad ogni passo semina desiderii e accende scintille. Un amico di casa ha raccolto tutto un fascio di desiderii e su lui sembran cadute tutte quante quelle scintille. Dallo sguardo che accende è passato troppo presto allo sguardo che domanda, alla parola che implora.... La signora, che è virtuosa, ne avverte il marito e invoca la difesa. Ed egli le dà ragione, se ne preoccupa e promette l'intervento diplomatico prima, armato se quello non basti. Ma, dopo aver lungamente deliberato sul da farsi, si decide che lo farà domani. E il domani viene e troppo presto. Il marito modifica il piano di difesa e di attacco. Non aveva tutto preveduto, nè a tutto pensato. Il giorno appresso si difenderà e attaccherà. Ne è sicuro. Ma il dì appresso è venuto. È entrato nel salotto, quando l'amico era da solo a solo colla signora, ben deciso a dire e a fare.... ma egli è entrato ed è uscito. senza aver detto e senza aver fatto.... E così passano i giorni e le settimane.... La signora non si lamenta più col marito delle troppe assiduità dell'amico. Il marito differisce sempre e sempre muta il piano di difesa e di offesa. E la moglie sarà frattanto rimasta ancora senza colpa?
I due sposi hanno la sventura di avere un figliuolo, che non ancora uomo è già corrotto e perverso. Con un'abile ipocrisia ha saputo mostrarsi sempre corretto in casa, ma un amico svela ai genitori la sua condotta ben diversa fuori di casa.... La mamma piange, il marito impallidisce e sospira, e poi: - Spero, che questa volta almeno saprai fare da padre, che saprai esser forte, che chiamerai tuo figlio, mostrandogli tutto il nostro sdegno, tutto il nostro dolore.... Sii uomo, per Dio! Quella brava donnina, religiosa fin nei capelli, non aveva mai pronunziato il nome di Dio invano. Doveva esser ben forte in quel momento la sua emozione per averlo fatto. - Forse sperava che la sua energia per contagio sarebbe passata nell'anima floscia e tenerella del marito. Ma questi, asciugandosi una lagrima, non aveva saputo rispondere che un "Chi l'avrebbe mai detto?" - Ma ormai conviene provvedere, se siamo ancora in tempo.... - E cosa pensi di fare? - Ci penserò, ci penserò; ma oggi non me ne sento il coraggio; non ne ho la forza. L'emozione è stata troppo forte.... - No, no, non c'è tempo da perdere. Luigi sta per rientrare per la colazione e tu lo chiamerai subito nel tuo studio e sarai severo, inflessibile con lui.... forse siamo ancora in tempo.... - Oh Dio mio! Dio mio! Io non ho la forza di sgridare mio figlio. Lasciami un giorno di calma.... ti prometto.... - Tu prometti sempre e non mantieni mai.... La signora esce sdegnata dalla camera, non senza dire con voce alta e prorompente: - Ma quest'uomo non è un uomo!
Figliuola mia, ti risparmio altri quadri della debolezza umana, perchè son brutti a vedersi, più brutti a descriversi; ma essi sono infiniti di numero e svariatissimi di forme. Non sposar mai un uomo debole: quasi quasi ti direi: sposa piuttosto un uomo tiranno.
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