IL MARITO BANCHIERE.
Anche il banchiere è un negoziante,
ma commercia in denaro; ed essendo questa la merce più preziosa e più
universale fra tutte, anche la sua gerarchia sale d'un grado, anche perchè questa specie di commercio esige più ingegno, più
accortezza e in certi casi molto coraggio.
Il banchiere può facilmente aprire
le porte della ricchezza alla propria famiglia e per le sue relazioni alte e
molteplici, offre alla moglie una società variata, divertimenti rumorosi; tutte
le compiacenze della vita mondana.
Se tu ami la quiete e la solitudine,
se preferisci un piatto solo a tavola, ma condito del sale della sicurezza
dell'indomani, non sposare un banchiere.
Nell'alta finanza le oscillazioni
sono fortissime, e tu puoi trovarti ricca oggi, povera domani.
È difficile che il banchiere non faccia
risentire anche ai suoi le angoscie tormentose che
attraversa ogni giorno, leggendo e commentando i listini della borsa.
In questo secolo nevrosico il banchiere e l'uomo politico sono quelli, che
più di tutti gli altri risentono le scosse di questo nostro mondo, che si
dibatte ogni giorno fra le scosse galvaniche di chi lo vuol far correre e
saltare e i delirii narcotici di chi vorrebbe
addormentarlo nei sogni del passato.
Fa di non lasciar solo il tuo
banchiere sull'altalena vertiginosa dei suoi giuochi. Accompagnalo col pensiero
vigile, col consiglio previdente; insegnagli che egli non deve giuocare che col superfluo; lasciando sempre intatto quel
campo in cui si semina il pane e si raccoglie il vino.
S'egli è prodigo, sii tu avara, e
per inerzia non dir mai a te stessa, che gli affari di tuo marito non sono i
tuoi e che non hai nè diritto, nè
intelligenza per occupartene.
Se senti il tuono, se vedi
lampeggiare il cielo della tua famiglia, informati dagli amici, dai conoscenti,
se non sovrasta una procella.
Quanti infelici di meno, quanti
minori disastri nelle famiglie, quanti meno cassieri fuggiti all'estero e
quanti meno suicidi sulla tavola anatomica; se noi dessimo alla donna, più
larga parte nella nostra vita di pensiero e d'azione!
Se non ne facciamo più una schiava,
non ne abbiamo fatto che una liberta; un animaletto gentile e domestico, che ci
distrae e ci diverte; ma non le confidiamo quasi mai gli affari gravi, non
fidandoci della sua segretezza e molto meno della sua intelligenza!
Di questo ingiusto disprezzo noi
siamo i primi a scontare la pena, perchè la donna ha
un sesto senso, che è una seconda vista e che le permette di vedere ciò che
spesso molti uomini di genio non sanno vedere. È il lato piccolo e debole delle
cose, ma è anche il tarlo, che corroderà il colosso; è un elemento secondario,
ma che basta forse a sconvolgere tutto un organismo, a mandare in rovina tutto
un affare.
Io mi son
pentito molte volte di aver concluso un affare senza averne chiesto consiglio a
tua madre, alla mia, quando avevo la suprema gioia di averla ancor viva. Mai mi
son pentito di aver sentito la voce e il pensiero di
loro, prima di prendere una determinazione importante.
Io avevo pensato, ripensato e
meditato: avevo voltato la cosa per diritto e per rovescio, con lente di
microscopio e scalpello di anatomico, credevo di aver anatomizzato ogni fibra e
misurato ogni cellula; ed ecco che all'occhio della donna di botto, senza
bisogno nè di tempo, nè di
lenti, nè di scalpello, appariva il lato debole,
eppur onnipotente della questione; quello appunto che io non avevo veduto e neppur sospettato! E non l'avevo visto, perchè
io era un uomo, e la tua mamma, la mia, lo avevano subito scoperto, perchè eran donne e perchè la natura ha dato ad esse gli occhi del cuore, che vedon le cose più profonde e le più vere; quelle che
toccano la salute e la felicità delle persone che esse amano!
E non è forse per questo, che la
natura provvida ha fatto l'uomo diviso in due metà, disgiunte nei corpi, ma
riunite in uno stesso fiato d'attrazione e di amore; due metà che non possono
viver separate, che con dolore e coll'atrofia della
vita in due; che è poi l'unica vita vera e completa, quella che costruisce il
nido e crea gli uomini?
Nell'una delle due metà avete la
sentinella previdente e vigile, che spia il pericolo, che raccoglie il fremito
del vento che minaccia, del fulmine che s'avvicina; nell'altra il pugno che si
prepara alla difesa e all'offesa.
Dall'una parte la timidezza
affettuosa, che esplora il terreno spinoso, che getta da un lato le pietre che
ingombrano il terreno; il sorriso che appiana le rughe del pensiero affannoso o
del dubbio tormentoso.
Dall'altra parte il coraggio, che
non misura il pericolo, il pensiero che pesa il probabile e il possibile sulla
bilancia del bene e del male.
Da una parte i nervi che sentono,
il cuore che ama, la carezza che calma, il bacio che guarisce, il sistema
nervoso dell'umanità.
Dall'altra i muscoli che si
contraggono, la mente che vede lontano, l'energia che rinfranca, l'eroismo che
esalta, il sistema cerebrale e muscolare dell'umana famiglia.
E non è che avvicinando queste due
metà, che saldandole insieme con quell'attrazione
cosmica e divina, che è l'amore: che abbiamo l'uomo, l'uomo vero e intero,
l'uomo completo e felice.
Se tu sposi un banchiere, ch'egli
tenga pure la cassa forte, ma tu sii per lui, per essa la chiave che la
difende.
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