IL MARITO PROPRIETARIO.
È un buon marito, se non si
accontenta di possedere, ma si occupa egli stesso delle sue terre e le coltiva
e le ama e si studia di portare un po' di luce di scienza nelle tenebre
profonde dell'empirismo contadinesco.
Se invece il proprietario non
visita mai i suoi poderi, se l'affitta e si accontenta di goderne le rendite
negli ozii cittadini, egli cade nella categoria dei
mariti fannulloni e non può dire di certo di esercitare alcuna professione.
Accompagna, sempre che puoi, il tuo
proprietario nelle sue terre, e persuadilo ad andarvi
spesso, spessissimo.
Quanta salute fisica e morale
verrebbe alla nostra società nevrosica e nevrostenica, se tutti quelli che hanno un palmo di terra,
l'amassero e la coltivassero; se andassero tutti ad accarezzare le piante, a
sdraiarsi sul prato, a cogliere colle proprie mani un frutto cresciuto nel loro
campo; fosse pure quel frutto un fico stento o una mora di siepe.
Hai mai odorato la terra, quando
dopo una lunga siccità, beve le prime gocciole della pioggia, e le assorbe
avidamente coll'ansia voluttuosa di una lunga sete?
Per me tra tutti i profumi quello è
il più caro, il più simpatico, il più penetrante. Non vellica soltanto di fuga
le mie narici, ma scende giù giù nel fondo del cuore
e del paracuore e mi sento anch'io ritornato terra (come lo fui prima di
nascere) e mi par di bevere alle prime sorgenti della
vita, tutto quanto trasformato in una spugna molle e minuta di radici e di radicelle, che assorbono le forze del pianeta, per
trasformarle in pane, in vino, in profumo di fiori e in ossa di tronchi.
Mai in nessun altro momento io mi
sento parte viva del mio pianeta, come quando aspiro voluttuosamente il profumo
della terra, che beve l'acqua del cielo.
Fa di bevere
più spesso che puoi quel profumo in compagnia del tuo proprietario e fallo bere
ai tuoi figliuoli, e portatevelo a casa e in città come un tonico amaro, che ci
aguzza l'appetito e ci rifà il sangue.
L'amore alla terra è il più
salubre, il più caro degli affetti, e tu, coltivandolo nel tuo compagno, farai
opera santa, e portando nella casa del contadino le tenerezze del tuo cuore di
donna e mettendolo a braccetto della scienza agricola di lui, farete più e
meglio per il bene dell'Italia, che tutti i legislatori passati e presenti
colle loro leggi sociali, che mi fanno ridere e che rimangono negli Archivii dei Parlamenti, come insigni monumenti del nostro arcadismo sentimentale, del nostro vaniloquio parlamentare
e giornalistico; di quella falsa filantropia, che coll'elemosina
o col rialzare o l'abbassare dei dazii d'entrata e
d'uscita, crede o spera di risolvere il magno e terribile problema della
questione sociale.
|