IL MARITO LETTERATO.
Avrei dovuto mettere il marito
letterato in compagnia del marito artista, col quale ha comuni molti caratteri;
ma siccome ne ha di proprii e siccome d'altronde
molti letterati non sono punto artisti, te ne parlerò a parte.
Ciò che ha di comune l'artista
della penna con quegli altri che maneggiano il pennello o la stecca, è
l'assoluta proibizione di essere mediocre, a meno di rassegnarsi a tutte le
umiliazioni e a tutte le miserie, che con mano così feconda genera la
mediocrità.
Si può e spesso si deve mangiare il
pane, anche se è cattivo, perchè il pane è
necessario; ma l'arte è un oggetto di lusso e il lusso deve risplendere di
tutti gli splendori del bello e del grande.
I poetini,
gli scribaccini, gli autorini
sono i nani del pensiero, i rachitici dell'arte, e non possono che ispirare la
compassione, quando non riescono almeno coi loro aborti a farci ridere.
Una volta il fare un libro pareva a
tutti impresa eroica. Ci si pensava un anno almeno, prima di farlo; si
impiegavano molti anni per scriverlo; e poi dopo lunghe incertezze e timori
senza fine si osava lanciarlo sul mare tempestoso della pubblicità.
Oggi si fa un libro colla stessa facilità
con cui si giuoca una partita a tresette,
e gli autori nascono a centinaia, a migliaia, in una vera orgia di fecondità
inesauribile.
Versi e giornali e romanzi
pullulano nelle aiuole dei giardinetti arcadici o nei campi dell'analfabetismo
universale e i bollettini bibliografici fanno volumi e la critica non ha neppur la fatica di mandare tutti questi aborti e questi
parti immaturi al cimitero, perchè da sè stessi si uccidono e da sè
stessi si seppelliscono.
È legge universale, che la
mortalità è in ragione diretta della fecondità, e nelle famiglie dove nascon troppi figliuoli, il becchino e il prete hanno molto
da fare.
Non sposar dunque mai un letterato
mediocre. Soffrirai la miseria del pane e quella più crudele della sete
insaziata di gloria.
Pur troppo tra noi le condizioni
della letteratura sono ancora così miserabili, che anche gli scrittori di
genio, che possono vivere della sola penna, son così
pochi in Italia da poterli contare colle dita d'una mano sola. E anch'essi son passati attraverso un lungo e doloroso martirio prima
di giungere alla gloria e alla fortuna.
I più, anche tra i migliori, son costretti a chiedere una cattedra o a darsi al
giornalismo, per poter riunire decorosamente i due capi estremi del loro
bilancio domestico.
Il letterato porta nell'ambiente
della famiglia più fiori che frutti, ma anche i fiori sono una gran bella cosa;
e tu passerai ore liete e poetiche, quando il tuo compagno ti leggerà commosso
le ultime pagine d'un suo libro, ancor calde dell'amore della creazione, e
spierà nei tuoi occhi l'emozione o il plauso.
E la sua coltura porterà nella
conversazione della famiglia molte idealità, e tu e i tuoi figliuoli
respirerete un'aria, che sa di primavera; e forse troverete che le gioie
maggiori della vita son sempre quelle che costano
meno, ma che germogliano da tutte le poesie del pensiero e dalle estasi del
sentimento.
Sposa dunque pure anche un
letterato, ma ch'egli sia sommo.
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