IL MARITO POLITICO.
Se sei ambiziosa, figliuola mia,
sposa un uomo politico. S'egli ha ingegno (non importa molto) e molta abilità,
ti porterà in alto, dove giungono gli evviva delle moltitudini, il
luccicare delle decorazioni e delle giubbe dorate, e dove non mancano neppure i
biglietti di banca.
Se invece ami la quiete, la
modestia serena di una casa, in cui non entri lo squillo delle bande festanti,
ma neppure la pietra dei malcontenti; non sposare mai un uomo politico.
L'uomo politico è un soldato, ma
che non si rassegna a rimanere semplice fantaccino. Vuol essere, nei casi di
massima modestia, almeno sottotenente; ma quasi sempre aspira all'elmo piumato
del generale.
Ingegno, astuzia, coltura, fierezza
d'orgoglio e transazioni di coscienza, tutte le armi del bene e del male egli
deve adoperare per giungere a quell'elmo piumato. Se
per via può anche giovare alla patria, tanto meglio. Diverrà generale, senza
perdere il glorioso battesimo di patriota.
Siccome la politica è l'arte di
governare un paese, tocca tutto e tutti, e quindi un po' politici lo dobbiamo
per amor di patria esser tutti; non fosse che nella modesta missione di
elettore amministrativo.
E siccome la politica tocca tutto e
tutti, ne viene anche, che essa va dall'uno all'altro polo delle umane energie;
dal martirio dell'eroe alla forca del delinquente; dal cielo dell'angelo
all'inferno del demonio; dall'arco trionfale alla galera.
Ecco perchè
l'uomo politico è spesso e dovrebbe esser sempre soldato; mentre è invece
talvolta brigante.
Soldato e brigante maneggiano le
stesse armi, ma con questa semplicissima differenza, che il primo difende la
legge e la patria, il secondo difende il proprio interesse.
In un Parlamento (fosse pure
l'ultimo fra tutti) abbiamo confusi insieme briganti e soldati. Vestono nella
stessa maniera, siedono sugli stessi scanni e pur troppo devono spesso votare
insieme, confondendo così nella coscienza popolare, ogni giorno e brutalmente,
il bene e il male; il sagrifizio di sè stessi alla patria e il sagrifizio
della patria a sè stessi.
Il Cristo tra i due ladroni è
un'immagine fedele di un banco parlamentare od anche ministeriale. Nei casi più
fortunati abbiamo un ladrone fra due Gesù.
Se tu hai influenza sull'animo di
tuo marito, uomo politico; tiengli alto il cuore, senza
eccitar mai la sua ambizione.
Questa nel maschio umano non ha
quasi mai bisogno di eccitanti, spesso invece ha bisogno di deprimenti.
La missione della donna è invece
quella di essere la vestale delle nostre idealità, della nostra onestà
politica, che è poi una cosa sola colla onestà domestica. È sacrilega
distinzione, quella di due onestà e ho sempre rabbrividito, udendo queste
parole, che giudicavano un uomo:
- È un gran galantuomo nella
vita privata, ma in politica....
La somma di molti galantuomini fa
una nazione onesta.
La somma di parecchi disonesti
basta a disonorarla.
Dove nasce un'epidemia panamistica o cuciniellana, il
paese è profondamente malato e se non si giunge in tempo all'amputazione, la
gangrena secca invade tutto l'organismo e la nazione muore.
E siccome nessuna forza si
distrugge, anche la donna nel modesto giro della propria famiglia può e deve
essere un'energia, che risana, che risangua, che
attiva la vigoria morale di una nazione.
Che il tuo marito sia sindaco o
deputato, senatore o ministro, fa di essere fiera della sua onestà prima che
del suo ingegno, della sua lealtà prima che delle sue commende; e tu seguilo coll'occhio vigile
dell'affetto che ama, ma non transige; del cuore che si intenerisce, ma non
vacilla nelle ore di Getsemani, quando la coscienza
lotta tra le tenebre coll'ambizione o colla sete
dell'oro.
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