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Paolo Mantegazza L'arte di prender marito IntraText CT - Lettura del testo |
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PARTE SECONDA.
IL MANOSCRITTO DEL BABBO.
Consigli di un babbo alla sua figliuola per la scelta del marito.
Mia adorata figliuola, tu leggerai da sola e forse con qualche lagrima negli occhi queste pagine, che ho scritte anch'io nella solitudine, anch'io piangendo e pensando a te. Dio volesse che tu non le avessi a leggere! Vorrebbe dire che io son vissuto abbastanza per vederti sposa felice; vorrebbe dire che io ti ho potuto dare i miei consigli a viva voce. Ma io son medico e so di avere in me una malattia che non perdona. Potrei da un momento all'altro sparire dal mondo e voglio che la mia voce mi sopravviva e ti aiuti nell'ora più importante della tua vita, quando avrai a scegliere colui, che deve essere il tuo inseparabile compagno, che deve essere il padre dei tuoi figli. Promettimi di non impegnare la tua parola prima di aver letto tre volte queste mie pagine, alla distanza di una settimana una volta dall'altra.
L'uomo innamorato è d'oro, finchè non gli hanno detto di sì, diventa d'argento quando gli hanno detto di sì; diventa di rame, quando da pretendente è divenuto marito.
Ciò vale per la più parte degli uomini. Vi sono però alcuni pochi eletti, che sono d'oro prima e d'oro poi; sempre. Tu mia figliuola devi saper trovare uno di questi.
Fra i moltissimi, che cambiano il loro metallo nelle diverse fasi della loro carriera amorosa, ve ne sono alcuni, nei quali il metallo è sempre vile. Prima è rame dorato, poi cristofle, poi piombo.
Per conoscere questi fabbricatori di monete false non occorre che ti dia consigli speciali. Tu hai, figliuola mia, un cuore d'oro e uno spirito acuto d'osservazione e ogni donna, se non è affatto stupida, ha in sè la preziosa pietra di paragone, che ci insegna a distinguere l'oro dal rame, l'argento dal piombo.
Un oggetto anche ben dorato col lungo uso si smussa sugli spigoli e mostra a nudo il vil metallo che vi sta sotto. Il tempo consuma anche l'ipocrisia; affidati ad esso come la spia migliore delle falsificazioni. Lo spigolo, che più presto degli altri consuma l'ipocrisia, è la vanità. Guardalo sempre e scoprirai il vero dal falso.
Mostrati indifferente alle più calde dichiarazioni. Se l'amor proprio del pretendente è più forte dell'amore, egli si raffredderà. Se invece l'amore è più forte dell'orgoglio, egli si innamorerà sempre più.
I mariti si dividono tutti quanti in due grandi categorie, i buoni e i cattivi. I buoni son tutti compagni. Amano la moglie sopra ogni altra creatura, l'amano più di sè stessi e il loro primo pensiero è quello di farla felice. Cercano la ricchezza, l'onore, fors'anche la gloria; ma sempre per intrecciarne una corona intorno al capo della donna amata. Nè comandano, nè ubbidiscono, perchè non si sentono nè superiori nè inferiori alla loro moglie; ma eguali. Discutono insieme a lei i grandi e i piccoli problemi della vita, e finiscono sempre per venire alla stessa conclusione. Hanno sempre sullo scrittoio, in tasca, da per tutto un unico suggello per chiudere i loro segreti, per raffermare le loro decisioni. Questo suggello è un bacio. Questi mariti ridono sempre, quando senton parlare di luna di miele. Nel cielo del loro matrimonio non hanno mai veduto luna, nè di miele, nè di fiele. Sul loro capo brilla sempre il sole, un sole che non scotta, ma riscalda; che non brucia, ma illumina; un sole che non tramonta mai.
Insomma, cara figliuola mia, non occorre che io ti descriva più oltre i mariti buoni. Per dirlo con una frase degna di Monsieur la Palisse, ma vera come la verità.
I mariti buoni sono quelli, che fanno felici le loro mogli, facendo felici sè stessi.
I mariti cattivi sono i più e sono di molte e diverse specie. Eccoti le principali:
Mariti tiranni. Mariti deboli. Mariti gelosi. Mariti brontoloni. Mariti avari. Mariti libertini. Mariti stupidi. Mariti fannulloni, ecc.; ecc., ecc.
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