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Battista Guarini
Il pastor fido

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SCENA III

 

Choro di Pastori, Choro di Sacerdoti, Montano, Mirtillo.

 

C.P.

O Figlia del gran Giove,

O sorella del Sol, ch'al cieco mondo

Splendi nel primo ciel Febo secondo

C.S.

Tu che col tuo vitale

E temperato raggio

Scemi l'ardor de la fraterna luce;

Onde quà giù produce

Felicemente poi l'alma natura

Tutti i suoi parti, e fa d'Herbe e di piante,

D'huomini e d'animai ricca e feconda

L'aria, la terra, e l'onda;

Deh sì come in altrui tempri l'arsura,

Così spegni in te l'ira

Ond'hoggi Arcadia tua piagne e sospira.

C.P.

O figlia del gran Giove,

O sorella del Sol, ch'al cieco mondo

Splendi nel primo ciel Febo secondo

Mon.

Drizzate omai gli altari,

Sacri ministri; e voi,

O devoti pastori, à la gran Dea,

Reiterando le canore voci,

Invocate il suo nome.

C.P.

O figlia del gran Giove,

O sorella del Sol, ch'al cieco mondo

Splendi nel primo ciel Febo secondo

Mon.

Traetevi in disparte,

Pastori, e servi miei, quà venite,

Se da la voce mia non sete mossi.

Giovane valoroso,

Che, per dar vita altrui, vita abbandoni;

Mori pur consolato.

Tu con un breve sospirar, che morte

Sembra à gli animi vili,

Immortalmente al tuo morir t'involi:

E quando havrà già fatto

L'invida età, dopò mill'anni, e mille,

Di tanti nomi altrui l'usato scempio,

Vivrai tu alhor, di vera fede esempio.

Ma perche vuol la legge

Che taciturna vittima tu moia,

Prima che pieghi le ginocchia à terra,

Se cosa hai quì da dir, dilla, e poi taci.

Mir.

Padre, che padre di chiamarti, ancora

Che morir debbia per tua man, mi giova,

Lascio il corpo à la terra

E lo spirto à colei ch'è la mia vita.

Ma, s'avvien ch'ella moia,

Come di far minaccia, oime qual parte

Di me resterà viva?

O che dolce morir, quando sol meco

Il mio mortal morìa,

bramava morir l'anima mia

Ma, se merta pietà colui che more

Per soverchia pietà, padre cortese,

Provvedi tu ch'ella non moia, e ch'io

Con questa speme à miglior vita i' passi.

Paghisi il mio destin de la mia morte,

Sfoghisi col mio strazio.

Ma, poi ch'io sarò morto, ah non mi tolga

Ch'i' viva almeno in lei

Con l'alma da le membra disunita,

Se d'unirmi con lei mi tolse in vita.

Mon.

A gran pena le lagrime ritegno.

O nostra umanità, quanto frale

Figlio, stà di buon cor, che quanto brami

Di far prometto: e ciò per questo capo

Ti giuro, e questa man ti per pegno.

Mir.

Hor consolato moro e consolato

A te vengo, Amarilli.

Ricevi il tuo Mirtillo,

Del tuo fido pastor l'anima prendi,

Che, ne l'amato nome d'Amarilli

Terminando la vita e le parole,

Qui piego à morte le ginocchia e taccio.

Mon.

Hor non s'indugi più, sacri ministri,

Suscitate la fiamma,

Con l'odorato e liquido bitume,

E spargendovi sopra incenso e mirra,

Traetene vapor ch'in alto ascenda.

C.P.

O figlia del gran Giove,

O sorella del Sol, ch'al cieco mondo

Splendi nel primo ciel Febo secondo

 


 

 




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