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Battista Guarini Il pastor fido IntraText CT - Lettura del testo |
[Am.] |
E voi solinghi e taciturni horrori, Di riposo e di pace alberghi veri; O, quanto volentieri A rivedervi i' torno; e se le stelle Di viver à me stessa e di far vita Fortunato giardin de' semidèi, La vostr'ombra gentil non cangerei. Altro non son che mali: E posseduto è più, che non possede: De l'altrui libertate. E 'n mortal sangue nobiltà celeste; Tante grazie del cielo e de la terra: Fecondi paschi e più fecondo armento, Se 'n tanti beni il cor non è contento? E de le grazie di natura adorna; Nè povertà conosce nè i disagi Ma tutto quel possede, Per cui desio d'haver non la tormenta, I doni di natura anco nudrìca; Condisce il mel de le natie dolcezze. Quel solo anco la bagna e la consiglia; Per lei di nembi il ciel s'oscura indarno Che la sua povertà nulla paventa: Sola una dolce e d'ogn'affanno sgombra La greggia à lei commessa, ed ella pasce De' suo' begli occhi il pastorello amante, Non qual le destinâro D'un favorito lor Mirteto adorno, Vagheggiata, il vagheggia, nè per lui Sente foco d'amor, che non gli scopra, Ned ella scopre ardor, ch'egli non senta: Oh vera vita, che non sà che sia Potess'io pur cangiar teco mia sorte Ma vedi là Corisca. Il ciel ti guardi, Dolcissima Corisca. Cor. Chi mi chiama? Oh, più degli occhi miei, più de la vita A me cara Amarilli, e dove vai Così soletta? Am. In nessun altro loco, |
Cor. |
Tu trovi chi da te non parte mai, Amarilli mia dolce, e di te stava Pur or pensando e fra mio cor dicea: S'io son l'anima sua, come può ella Star senza me sì lungamente? E, 'n questo, Tu mi sè sopraggiunta, anima mia. |
Am. |
E perche ciò? Cor. Come perche? tu 'l chiedi? Hoggi tu sposa... Am. Io sposa? Cor. Sì, tu sposa Ed à me nol palesi? Am. E come posso |
Cor. |
Anzi tu beffi me. Am. Dunque m'affermi Ciò tu per vero? Cor. Anzi tèl giuro; e certo Non ne sai nulla tu? Am. Sò che promessa |
Cor. |
Da mio fratello Ormino. Esso l'ha inteso, Dice da molti; & non si parla d'altro. Par che tu te ne turbi. È forse questa Novella da turbarsi? Am. Gli è un gran passo, Corisca; e già la madre mia mi disse Che quel dì si rinasce. Cor. A miglior vita Si rinasce per certo; e tu per questo |
Am. |
Qual meschino? Cor. Mirtillo, che trovossi Presente à ciò che 'l mio fratel mi disse, E poco men che di dolor nol vidi Morire. E certo e' si moriva, s'io Non l'havessi soccorso, promettendo Di sturbar queste nozze; e, ben che tutti Dicessi sol per suo conforto, io pure |
Am. |
E come ciò faresti? Cor. Agevolmente, |
Am. |
Se ciò sperassi e la tua fè mi dessi |
Cor. |
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Am. |
Sappi, Corisca mia, che, quand'i' penso Ch'i' debbo ad un fanciullo esser soggetta, Che m'ha in odio, e mi fugge, e ch'altra cura Non ha che i boschi, e ch'una fera e un cane Stima più che l'amor di mille Ninfe, Mal contenta ne vivo e poco meno Che disperata; ma non oso à dirlo, Sì perche l'honestà non me'l comporta, Sì perche al padre mio n'hò di già data E, quel ch'è peggio, à la gran Dea, la fede. Che se per opra tua, ma però sempre Salva la fede mia, salva la vita Troncar di questo à me sì grave nodo |
Cor. |
Se per questo sospiri, hai gran ragione. Amarilli: deh quante volte il dissi: Una cosa sì bella à chi la sprezza? Sì ricca gioia à chi non la conosce?. Ma tu sè troppo savia, à dirti il vero, |
Cor. |
Hai un gran mal, sorella, i' vorrei prima Haver la febbre, il fistolo, la rabbia. Ma, credi à me, la perderai tu ancora, |
Am. |
Vergogna, che 'n altrui stampò natura, |
Cor. |
O Amarilli mia, chi, troppo savia, Tace il suo male, alfin da pazza il grida. Se questo tuo pensiero havessi prima Scoperto à me, saresti fuor d'impaccio. Oggi vedrai quel che sa far Corisca. Ne le più sagge man, ne le più fide Tu non potevi capitar. Ma, quando Sarai per opra mia già liberata D'un cattivo marito, non vorrai tu D'un buon amante provvederti? Am. A questo Penseremo à bell'agio. Cor. Veramente Non puoi mancare al tuo fedel Mirtillo. E tu sai pur s'hoggi è pastor di lui, Nè per valor, nè per sincera fede, Nè per beltà, de l'amor tuo più degno. E tu 'l lasci morire? ah troppo cruda, Senza che dir ti possa, almeno, io moro?. Ascoltalo una volta. Am. Oh quanto meglio |
Cor. |
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Am. |
Sarà piuttosto un raddoppiargli affanno. |
Cor. |
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Am. |
E di me che sarebbe, se mai questo |
Am. |
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Cor. |
Di mancarmi tu in questo, anch'io ben posso Giustamente mancarti, à Dio. Am. Corisca, |
Am. |
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Am. |
E tu gli faci à credere che nulla Saputo i' n'habbia. Cor. Mostrerò che tutto |
Cor. |
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Am. |
E brevemente si spedisca. Cor. E questo Ancora si farà. Am. Nè mi s'accosti Quanto è lungo il mio dardo. Cor. Oime, che pena M'è hoggi il riformar cotesta tua Semplicità Fuor che la lingua, ogn'altro Membro gli legherò, sì che sicura Star ne potrai: vuoi altro? Am. Altro non voglio. |
Cor. |
E quando il farai tu? Am. Quando à te piace, Pur che tanto di tempo or mi conceda Ch'i' torni à casa, ove di queste nozze Mi vò meglio informar. Cor.Vanne, ma guarda Di farlo accortamente. Hor odi quello Ch'io vò pensando: c'hoggi su'l meriggio Qui, sola, fra quest'ombre e senz'alcuna De le tue ninfe tu ten venghi, dove Mi troverò per questo effetto anch'io. Meco saran Nerine, Aglauro, Elisa, E Fillide, e Licori, tutte mie Non meno accorte, e sagge, che fedeli, E segrete compagne, ove, con loro Facendo tu, come sovente suoli, Il giuoco de la cieca, agevolmente |
Am. |
Questo mi piace assai; ma non vorrei |
Cor. |
T'indendo, e ben avvisi e fie mia cura Che tu di questo alcun timor non haggia, |
Am. |
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Cor. |
Parti ch'ella stia salda? A questa rocca Maggior forza bisogna. S'à l'assalto De le parole mie può far difesa, A quelle di Mirtillo certamente Resister non potrà. Sò ben'anch'io Quel che nel cor di tenera fanciulla Possano i preghi di gradito amante. Se ridur ci si lascia, à tal partito La stringerò ben io con questo giuoco, Che non l'havrà da giuoco. Ed io non solo Da le parole sue, voglia ò non voglia, Potrò spiar, ma penetrar ancora Fin ne l'interne viscere il suo core. Come questo habbia in mano e già padrona Sia del segreto suo, farò di lei Ciò che vorrò, senza fatica alcuna, E condurrolla à quel che bramo, in guisa Ch'ella stessa, non ch'altri, agevolmente |