Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Battista Guarini
Il pastor fido

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

ATTO TERZO

 

SCENA PRIMA

 

Mirtillo.

 

O primavera, gioventù dell'anno,

Bella madre di fiori,

D'herbe novelle e di novelli amori,

Tu torni ben, ma teco

Non tornano i sereni

E fortunati de le mie gioie;

Tu torni ben, tu torni,

Ma teco altro non torna

Che del perduto mio caro tesoro

La rimembranza misera, e dolente.

Tu quella , tu quella

Ch'eri pur dianzivezzosa e bella;

Ma non son io già quel ch'un tempo fui

caro à gli occhi altrui.

O dolcezze amarissime d'Amore,

Quanto è più duro perdervi, che mai

Non v'haver ò provate ò possedute

Come saria l'amar felice stato,

Se 'l già goduto ben non si perdesse;

O quando egli si perde,

Ogni memoria ancora

Del dileguato ben si dileguasse

Ma se le mie speranze hoggi non sono,

Com'è l'usato lor, di fragil vetro,

O se maggior del vero

Non fa la speme il desiar soverchio,

Quì pur vedrò colei

Ch'è 'l sol degli occhi miei:

E, s'altri non m'inganna,

Qui pur vedrolla al suon de miei sospiri

Fermar il piè fugace.

Quì pur da le dolcezze

Di quel bel volto havrà soave cibo

Nel suo lungo digiun l'avida vista;

Quì pur vedrò quell'empia

Girar inverso me le luci altere,

Se non dolci, almen fere,

E, se non carche d'amorosa gioia,

crude almen, ch'i' moia.

Oh lungamente sospirato in vano

Avventuroso , se, dopo tanti

Foschi giorni di pianti,

Tu mi concedi, Amor, di veder hoggi

Ne begli occhi di lei

Girar sereno il sol degli occhi miei

Ma qui mandommi Ergasto, ove mi disse

Ch'esser doveano insieme

Corisca e la bellissima Amarilli

Per fare il gioco de la cieca; e pure

Qui non veggio altra cieca

Che la mia cieca voglia,

Che va con l'altrui scorta

Cercando la sua luce, e non la trova.

O pur fraposto à le dolcezze mie

Un qualche amaro intoppo

Non habbia il mio destino invido e crudo:

Questa lunga dimora

Di paura e d'affanno il cor m'ingombra,

Ch'un secolo à gli amanti

Par ogn'ora che tardi, ogni momento,

Quell'aspettato ben che fa contento.

Ma chi sa? troppo tardi

Son fors'io giunto, e qui m'havrà Corisca,

Fors'anco, indarno lungamente atteso.

Fui pur anco sollecito à partirmi.

Oime se questo è vero, i' vo' morire.

 


 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License