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Battista Guarini Il pastor fido IntraText CT - Lettura del testo |
ATTO IV
Tanto in condur la semplicetta al varco
Hebbi pur dianzi il cor fisso e la mente,
Che di pensar non mi sovvenne mai
De la mia cara chioma, che rapita
M'ha quel brutto villano, e com'io possa
Ricoverarla. Ò, quanto mi fù grave
D'avermi à riscattar con sì gran prezzo
E con sì caro pegno Ma fù forza
Uscir di man de l'indiscreta bestia,
Che, quantunque egli sia più d'un coniglio
Pusillanimo assai, m'havria potuto
Far nondimeno mille oltraggi e mille
Fiere vergogne, i l'hò schernito sempre,
E fin che sangue hà ne le vene avuto,
Come sansuga l'hò succiato. Hor duolsi
Che più non l'ami, e di dolersi havrebbe
Giusta cagion, se mai l'havessi amato:
Amar cosa inamabile non puossi.
Com'erba che fù dianzi, à chi la colse
Per uso salutifero, sì cara,
Poi che 'l succo n'è tratto, inutil resta
E come cosa fracida s'abhorre,
Così costui, poi che spremuto hò quanto
Era di buono in lui, che far ne debbo
Se non gettarne il fraccidume al ciacco?
Hor vo' veder se Coridone è sceso
Ancor ne la spelonca. Oh, che fia questo?
Che novità vegg'io? son desta ò sogno?
O son ebbra, ò traveggio? sò pur certo
Ch'era la bocca di quest'antro aperta,
Guari non hà, com'ora è chiusa? e come
Questa pietra sì grave e tanto antica,
A lo 'mprovviso è ruinata à basso?
Non s'è già scossa di tremuoto udita.
Sapessi almen se Coridon v'è chiuso
Con Amarilli, che del resto poi
Poco mi curerei. Dovria pur egli
Esser giunto hoggimai, sì buona pezza
È che partì, se ben Lisetta intesi.
Chi sa che non sia dentro e che Mirtillo
Così non gli habbia amendue chiusi? Amore
Punto da sdegno il mondo anco potrebbe
Scuoter, non ch'una pietra. Se ciò fosse,
Già non havria potuto far Mirtillo
Più secondo il mio cor, se nel suo core
Fosse Corisca in vece d'Amarilli.
Meglio sarà che per la via del monte
Mi conduca ne l'antro e 'l ver n'intenda.