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Battista Guarini Il pastor fido IntraText CT - Lettura del testo |
Choro di Pastori, Choro di Sacerdoti, Montano, Mirtillo.
C.P. |
O Figlia del gran Giove, O sorella del Sol, ch'al cieco mondo Splendi nel primo ciel Febo secondo |
C.S. |
Tu che col tuo vitale E temperato raggio Scemi l'ardor de la fraterna luce; Onde quà giù produce Felicemente poi l'alma natura Tutti i suoi parti, e fa d'Herbe e di piante, D'huomini e d'animai ricca e feconda L'aria, la terra, e l'onda; Deh sì come in altrui tempri l'arsura, Così spegni in te l'ira Ond'hoggi Arcadia tua piagne e sospira. |
C.P. |
O figlia del gran Giove, O sorella del Sol, ch'al cieco mondo Splendi nel primo ciel Febo secondo |
Mon. |
Drizzate omai gli altari, Sacri ministri; e voi, O devoti pastori, à la gran Dea, Reiterando le canore voci, Invocate il suo nome. |
C.P. |
O figlia del gran Giove, O sorella del Sol, ch'al cieco mondo Splendi nel primo ciel Febo secondo |
Mon. |
Traetevi in disparte, Pastori, e servi miei, nè quà venite, Se da la voce mia non sete mossi. Giovane valoroso, Che, per dar vita altrui, vita abbandoni; Mori pur consolato. Tu con un breve sospirar, che morte Sembra à gli animi vili, Immortalmente al tuo morir t'involi: E quando havrà già fatto L'invida età, dopò mill'anni, e mille, Di tanti nomi altrui l'usato scempio, Vivrai tu alhor, di vera fede esempio. Ma perche vuol la legge Che taciturna vittima tu moia, Prima che pieghi le ginocchia à terra, Se cosa hai quì da dir, dilla, e poi taci. |
Mir. |
Padre, che padre di chiamarti, ancora Che morir debbia per tua man, mi giova, Lascio il corpo à la terra E lo spirto à colei ch'è la mia vita. Ma, s'avvien ch'ella moia, Come di far minaccia, oime qual parte Di me resterà viva? O che dolce morir, quando sol meco Il mio mortal morìa, Nè bramava morir l'anima mia Ma, se merta pietà colui che more Per soverchia pietà, padre cortese, Provvedi tu ch'ella non moia, e ch'io Con questa speme à miglior vita i' passi. Paghisi il mio destin de la mia morte, Sfoghisi col mio strazio. Ma, poi ch'io sarò morto, ah non mi tolga Ch'i' viva almeno in lei Con l'alma da le membra disunita, Se d'unirmi con lei mi tolse in vita. |
Mon. |
A gran pena le lagrime ritegno. O nostra umanità, quanto sè frale Figlio, stà di buon cor, che quanto brami Di far prometto: e ciò per questo capo Ti giuro, e questa man ti dò per pegno. |
Mir. |
Hor consolato moro e consolato A te vengo, Amarilli. Ricevi il tuo Mirtillo, Del tuo fido pastor l'anima prendi, Che, ne l'amato nome d'Amarilli Terminando la vita e le parole, Qui piego à morte le ginocchia e taccio. |
Mon. |
Hor non s'indugi più, sacri ministri, Suscitate la fiamma, Con l'odorato e liquido bitume, E spargendovi sopra incenso e mirra, Traetene vapor ch'in alto ascenda. |
C.P. |
O figlia del gran Giove, O sorella del Sol, ch'al cieco mondo Splendi nel primo ciel Febo secondo |