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Battista Guarini Il pastor fido IntraText CT - Lettura del testo |
Ergasto, Corisca.
Erg. |
O giorno pien di maraviglie, ò giorno Tutt'amor, tutto grazie, e tutto gioia, O terra avventurosa, ò ciel cortese |
Cor. |
Ma ecco Ergasto, ò, come viene à tempo |
Erg. |
Hoggi ogni cosa si rallegri, terra, Cielo, aria, foco e 'l mondo tutto rida. Passi il nostro gioire Anco fin ne l'inferno, Nè hoggi e' sia luogo di pene eterno. |
Cor. |
Quanto è lieto costui. Erg. Selve beate, Se sospirando in flebili susurri Al nostro lamentar vi lamentaste, Gioite anco al gioire, e tante lingue Sciogliete quante frondi Scherzano al suon di queste Piene del gioir nostro aure ridenti. Cantate le venture e le dolcezze De' duo beati amanti. Cor. Egli per certo Parla di Silvio e di Dorinda. In somma, Viver bisogna; tosto Il fonte de le lagrime si secca Ma il fiume de la gioia abbonda sempre. De la morta Amarilli, Ecco, più non si parla; e sol s'hà cura Di goder con chi gode; ed è ben fatto. Pur troppo è pien di guai la vita humana. Ove si va sì consolato, Ergasto? A nozze forse? Erg. E tu l'hai detto à punto. Inteso hai tu l'avventurosa sorte De' duo felici amanti? udisti mai Caso maggior, Corisca? Cor. I' l'hò da Linco Con molto mio piacer pur'hora udito, E quel dolor hò mitigato in parte, Che per la morte d'Amarilli i' sento. |
Erg. |
Morta Amarilli? e come? e di qual caso Parli tu hora, ò pensi tu ch'io parli? |
Cor. |
Di Dorinda e di Silvio. |
Erg. |
Che Dorinda? che Silvio? Nulla dunque sai tu La gioia mia Nasce da più stupenda E più alta e più nobile radice. D'Amarilli ti parlo e di Mirtillo, Coppia, di quante hoggi ne scaldi Amore, La più contenta e lieta. Cor. Non è morta Dunque Amarilli? Erg. Come morta? È viva E lieta e bella e sposa. Cor. eh tu mi beffi. |
Erg. |
Ti beffo? il vedrai tosto. Cor. à morir dunque Condennata non fù? Erg. Fù condennata, Ma tosto anche assoluta. |
Cor. |
Narri tu sogni, ò pur sognando ascolto? |
Erg. |
Tosto la vedrai tu, se quì ti fermi, Col fortunato suo fedel Mirtillo Uscir dal tempio, ov'hora sono e data S'hanno la fede già maritale, e verso Le case di Montano ir li vedrai, Per cor di tante e di sì lunghe loro Amorose fatiche il dolce frutto. Oh, se vedessi l'allegrezza immensa, S'udissi il suon de le gioiose voci, Corisca, già d'innumerabil turba È tutto pieno il tempio huomini e donne Quivi vedresti tu, vecchi e fanciulli, Sacri e profani in un confusi e misti E poco men che per letizia insani. Ogn'un con maraviglia Corre à veder la fortunata coppia; Ogn'un la riverisce, ogn'un l'abbraccia. Chi loda la pietà, chi la costanza, Chi le grazie del ciel, chi di natura. Risuona il monte e 'l pian, le valli e i poggi Del Pastor Fido il glorioso nome. O ventura d'amante Il divenir sì tosto, Di povero pastore, un semideo. Passar in un momento Da morte à vita, e le vicine esequie Cangiar con sì lontane E disperate nozze, Ancor che molto sia, Corisca, è però nulla. Ma goder di colei per cui, morendo, Anco godeva? di colei che seco Volle sì prontamente Concorrer di morir, non che d'amare; Correr in braccio di colei, per cui Dianzi sì volentier correva à morte: Questa è ventura tal, questa è dolcezza, Ch'ogni pensiero avanza. E tu non ti rallegri? e tu non senti Per Amarilli tua quella letizia, Che sent'io per Mirtillo? |
Cor. |
Anzi sì pur, Ergasto: Mira come son lieta. Erg. ò se tu havessi Veduta la bellissima Amarilli, Quando la man per pegno de la fede A Mirtillo ella porse, E per pegno d'amor Mirtillo à lei Un dolce sì, ma non inteso bacio, Non so se dir mi debbia ò diede ò tolse, Saresti certo di dolcezza morta. Che purpura? che rose? Ogni colore ò di natura ò d'arte Vincean le belle guance Che vergogna copriva Con vago scudo di beltà sanguigna, Che forza di ferirle Al feritor giungeva. Ed ella, in atto ritrosetta e schiva, Mostrava di fuggire Per incontrar più dolcemente il colpo; E lasciò in dubbio se quel bacio fosse O rapito, ò donato, Con sì mirabil arte Fù conceduto e tolto, e quel soave Mostrarsene ritrosa, Era un nò che voleva, un atto misto Di rapina, e d'acquisto; Un negar sì cortese, che bramava Quel che, negando, dava, Un vietar ch'era invito Sì dolce d'assalire, Ch'à rapir, chi rapiva, era rapito; Un restar, e fuggire Ch'affrettava il rapire. Oh dolcissimo bacio Non posso più, Corisca. Vo diritto diritto A trovarmi una sposa, Che 'n sì alte dolcezze Non si può ben gioir, se non amando. |
Cor. |
Se costui dice il vero, Questo è quel dì, Corisca, Che tutto perdi, ò tutto acquisti, il senno. |