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Giorgio Cicogna
I ciechi e le stelle

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NOTE

 

L'Ovigdoi - Data la differenza di compressibilità tra l'acqua e l'aria, un certo volume di quest'ultima, portato a 8200 metri di profondità, risulterebbe talmente compresso da assumere un peso specifico superiore a quello (1,07) dell'acqua circostante; perciò, invece di salire a galla, cadrebbe al fondo. Niente di inverosimile, quindi, nell'ipotesi che in una fossa oceanica possano sussistere «sacche d'aria» aderenti al fondo. Una di tali sacche, supposta sufficientemente grande, darebbe appunto, ad un essere che vi abitasse, l'impressione di uno spazio la cui volta (cielo apparente) sarebbe costituita dal mare soprastante.

 

Qhuen-Lì - Lo spunto per le dissertazioni di Qhuen-lì mi è stato offerto dal libro «L'Uno» di Luigi Podestà; un volumetto che forse è meglio non vada per le mani di troppa gente; per il grosso pubblico ci sono i brodetti della teosofia e i minestroni degli occultisti.

 

La beffa del cielo - L'invenzione di Cubra: essa presenta un punto che può parer debole: la possibilità di far passare delle radiazioni attraverso un diaframma delle dimensioni di un millicron quadrato; dimensioni cioè di un ordine di grandezza inferiore a quello delle lunghezze d'onda dello spettro visibile e invisibile. A risolvere questa difficoltà, si supponga che le radiazioni di Cubra abbiano, per esempio λ = àngstrom; che il diaframma sia costituito da una sostanza a nuclei atomici estremamente ravvicinati, come in certe stelle oscure; e che i quanti di luce dell'immagine, incidendo sul diaframma, rinforzino o attenuino le «radiazioni Cubra» perchè agenti sintonicamente rispetto a qualche armonia superiore di queste.

Infine l'immagine-fantasma della falce terrestre, dati i presupposti aritmetici, sarebbe giunta all'apparecchio in realtà non dopo miliardi, ma bensì dopo circa un quadrilione di anni. Troppi, anche in rapporto alle dimensioni dell'Universo, che non arrivano all'ottilione di Km. Variare le cifre in modo da far rientrare le cose nell'ambito della possibilità, sarebbe un gioco di pazienza, e lo lascio al lettore che volesse divertirsi.

 

L'asse del mondo - La bellissima definizione della felicità di pag. 244 è dell'Ing. Giorgio Rabbeno; è in un suo studio ancora inedito: «Sintonìe psichiche», che chiude una serie di «Saggi di filosofia dell'Evanescenza», dei quali il più inaspettato pare a me: «La relatività psicologica» (Luce e Ombregennaio-febbraio 1922).

Ho sorvolato sul sistema trovato da Matter, per non tediare i lettori non tecnici. In realtà tanto il sistema di Matter quanto parecchi altri fra i possibili si presterebbero a discussioni molto interessanti. I «fari» e le relative radiazioni sono un ripiego qualsiasi per non addentrarmi in dissertazioni sulla possibilità di realizzare schermi materiali capaci di produrre gli effetti voluti.




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