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AA.VV.
Tosca

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  • ATTO II
    • Scena quinta. Tosca, Scarpia, Spoletta
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Scena quinta. Tosca, Scarpia, Spoletta

 

Tosca (come un gemito)
Salvatelo!

Scarpia
Io?... Voi!
(si avvicina alla tavola, vede la sua cena lasciata a mezzo e ritorna calmo e sorridente)
La povera mia cena fu interrotta.
(vede Tosca abbattuta, immobile, ancora presso la porta)
Così accasciata?... Via, mia bella
signora, sedete qui. - Volete che
cerchiamo insieme il modo di salvarlo?
(Tosca si scuote e lo guarda: Scarpia sorride sempre e si siede, accennando in pari tempo di sedere a Tosca)
E allor... sedete... e favelliamo.
(forbisce un bicchiere col tovagliolo, quindi lo guarda a traverso la luce del candelabro)
E intanto
un sorso. È vin di Spagna...
(riempie il bicchiere e lo porge a Tosca)
Un sorso
(con gentilezza)
per rincorarvi.

Tosca
(siede in faccia a Scarpia, guardandolo fissamente. Appoggiando i gomiti sul tavolo, colle mani si sorregge il viso, e coll'accento del più profondo disprezzo chiede a Scarpia:)
Quanto?

Scarpia
(imperturbabile, versandosi da bere)
Quanto?

Tosca
Il prezzo!...

Scarpia (ride)
Già - Mi dicon venal, ma a donna bella
(insinuante e con intenzione)
non mi vendo a prezzo di moneta.
Se la giurata fede
devo tradir... ne voglio altra mercede.
Quest'ora io l'attendeva!
Già mi struggea
l'amor della diva!
Ma poc'anzi ti mirai
qual non ti vidi mai!
(eccitatissimo, si alza)
Quel tuo pianto era lava
ai sensi miei e il tuo sguardo
che odio in me dardeggiava,
mie brame inferociva!...
Agil qual leopardo
ti avvinghiasti all'amante;
Ah! In quell'istante
t'ho giurata mia!...
Mia!
(si avvicina, stendendo le braccia verso Tosca: questa, che aveva ascoltato immobile, impietrita, le lascive parole di Scarpia, s'alza di scatto e si rifugia dietro il canapè)

Tosca
Ah!

Scarpia
(quasi inseguendola)
Sì, t'avrò!...

Tosca
(inorridita corre alla finestra)
Piuttosto giù mi avvento!

Scarpia (freddamente)
In pegno
il Mario tuo mi resta!...

Tosca
Ah! miserabile...
l'orribile mercato!
(le balena l'idea di recarsi presso la Regina e corre verso la porta)

Scarpia
(che ne indovina il pensiero, si tira in disparte)
Violenza non ti farò. Sei liberai.
Va pure.
(Tosca con un grido di gioia fa per uscire: Scarpia con un gesto e ridendo ironicamente la trattiene)
Ma è fallace speranza... la Regina
farebbe grazia ad un cadavere!
(Tosca retrocede spaventata, e fissando Scarpia si lascia cadere sul canapè: poi stacca gli occhi da Scarpia con un gesto di supremo disgusto e di odio)
Come tu m'odii!
(con accento convinto e con compiacenza)

Tosca
(con tutto l'odio e il disprezzo)
Ah! Dio!...

Scarpia (avvicinandosele)
Così ti voglio!

Tosca (esasperata)
Non toccarmi, demonio!
T'odio, t'odio, abbietto, vile!
(fugge da Scarpia inorridita)

Scarpia
Che importa?!
(avvicinandosele ancor più)
Spasimi d'ira... spasimi d'amore!

Tosca
Vile!

Scarpia
(cerca di afferrarla)
Mia!

Tosca
(si ripara dietro la tavola)
Vile!

Scarpia (inseguendola)
Mia!

Tosca
Aiuto!
(un lontano rullo di tamburi a poco a poco s'avvicina, poi si dilegua lontano)

Scarpia (fermandosi)
Odi?
È il tamburo. S'avvia. Guida la scorta
ultima ai condannati. Il tempo passa!
(Tosca, dopo aver ascoltato con ansia terribile, si allontana dalla finestra e si appoggia, estenuata, al canapè)
Sai... quale oscura opra laggiù si
compia?
... si drizza un patibolo!...
(Tosca fa un movimento di disperazione e di spavento)
Al tuo Mario,
per tuo voler, non resta che un'ora di vita.
(freddamente si appoggia ad un angolo della tavola, continuando a guardare Tosca)
(Tosca affranta dal dolore si lascia cadere sul canapè)
(Freddamente Scarpia va ad appoggiarsi ad un angolo della tavola, si versa del caffè e lo assorbe mentre continua a guardare Tosca)

Tosca
(nel massimo dolore)
Vissi d'arte, vissi d'amore,
non feci mai male ad anima viva!...
Con man furtiva
quante miserie conobbi, aiutai...
Sempre con fe' sincera,
la mia preghiera
ai santi tabernacoli salì.
Sempre con fe' sincera
diedi fiori agli altar.
(alzandosi)
Nell'ora del dolore
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
Diedi gioielli
della Madonna al manto,
e diedi il canto
agli astri, al ciel, che ne ridean più belli.
Nell'ora del dolore,
perché, perché Signore,
perché me ne rimuneri così?
(singhiozzando)

Scarpia
(avvicinandosi di nuovo a Tosca)
Risolvi!

Tosca
Mi vuoi supplice ai tuoi piedi!
(inginocchiandosi innanzi a Scarpia)
Vedi, (singhiozza)
le man giunte io stendo a te!
(alzando le mani giunte)
Ecco... vedi...
(con accento disperato)
e mercè d'un tuo detto,
vinta, aspetto... (avvilita)

Scarpia
Sei troppo bella, Tosca, e troppo
amante.
Cedo. - A misero prezzo
tu, a me una vita, io, a te chieggo un istante!

Tosca
(alzandosi, con un senso di gran disprezzo)
Va! - Va! - Mi fai ribrezzo!
(bussano alla porta)

Scarpia
Chi è ?

Spoletta
(entrando tutto frettoloso e trafelato)
Eccellenza, l'Angelotti al nostro
giungere si uccise.

Scarpia
Ebbene, lo si appenda
morto alle forche! E l'altro prigionier?

Spoletta
Il Cavalier Cavaradossi?
È tutto pronto, Eccellenza!

Tosca
(Dio m'assisti!)
Scarpia (a Spoletta)
Aspetta.
(piano a Tosca)
Ebbene?
(Tosca accenna di sì col capo e dalla vergogna piangendo affonda la testa fra i cuscini del canapè)
(a Spoletta)
Odi...

Tosca
(interrompendo subito Scarpia)
Ma libero all'istante lo voglio!

Scarpia (a Tosca)
Occorre simular. Non posso
far grazia aperta. Bisogna che tutti
abbian per morto il cavalier.
(accenna a Spoletta)
Quest'uomo fido provvederà.

Tosca
Chi mi assicura?

Scarpia
L'ordin ch'io gli darò voi qui presente.
(a Spoletta)
Spoletta: chiudi.
(Spoletta frettolosamente chiude la porta, poi ritorna presso Scarpia)
Ho mutato d'avviso...
Il prigionier sia fucilato.
(Tosca scatta atterrita)
Attendi...
(fissa con intenzione Spoletta che accenna replicatamente col capo di indovinare il pensiero di Scarpia)
Come facemmo col Conte Palmieri...

Spoletta
Un'uccisione...

Scarpia
... simulata!... Come
avvenne del Palmieri!
Hai ben compreso?

Spoletta
Ho ben compreso.

Scarpia
Va.

Tosca
(che ha ascoltato avidamente, interviene)
Voglio avvertirlo io stessa.

Scarpia
E sia.
(a Spoletta, indicando Tosca)
Le darai passo. Bada:
all'ora quarta...
(marcando intenzionalmente)

Spoletta
(con intenzione)
Sì. Come Palmieri...
(esce)
(Scarpia, ritto presso la porta, ascolta Spoletta allontanarsi, poi trasformato nel viso e nei gesti si avvicina con grande passione a Tosca)

Scarpia
Io tenni la promessa...

Tosca (arrestandolo)
Non ancora.
Voglio un salvacondotto onde fuggir
dallo Stato con lui.

Scarpia (con galanteria)
Partir dunque volete?

Tosca
(con accento convinto)
Sì, per sempre!

Scarpia
Si adempia il voler vostro.
(va allo scrittoio; si mette a scrivere, interrompendosi per domandare a Tosca:)
E qual via scegliete?
(Mentre Scarpia scrive, Tosca si è avvicinata alla tavola e con la mano tremante prende il bicchiere di vino di Spagna versato da Scarpia, ma nel portare il bicchiere alle labbra, scorge sulla tavola un coltello affilato ed a punta; un'occhiata a Scarpia che in quel momento è occupato a scrivere - e con infinite precauzioni cerca d'impossessarsi del coltello, rispondendo alle domande di Scarpia ch'essa sorveglia attentamente)

Tosca
La più breve!

Scarpia
Civitavecchia?

Tosca
Sì.
(Finalmente ha potuto prendere il coltello, che dissimula dietro di sé appoggiandosi alla tavola e sempre sorvegliando Scarpia. Questi ha finito di scrivere il salvacondotto, vi mette il sigillo, ripiega il foglio: quindi aprendo le braccia si avvicina a Tosca per avvincerla a sé)

Scarpia
Tosca, finalmente mia!...
(ma l'accento voluttuoso si cambia in un grido terribile - Tosca lo ha colpito in pieno petto)
(gridando)
Maledetta!

Tosca (gridando)
Questo è il bacio di Tosca!

Scarpia (con voce strozza)
Aiuto! muoio!
(Scarpia stende il braccio verso Tosca avvicinandosi barcollante in atto di aiuto. Tosca lo sfugge ma ad un tratto si trova presa fra Scarpia e la tavola e, vedendo che sta per essere toccata da lui, lo respinge inorridita. Scarpia cade)
Soccorso! Muoio!

Tosca
(con odio a Scarpia)
Ti soffoca il sangue?
(Scarpia si dibatte inutilmente e cerca di rialzarsi, aggrappandosi al canapè)
E ucciso da una donna!
M'hai assai torturata!...
Odi tu ancora? Parla!... Guardami!...
Son Tosca!... O Scarpia!

Scarpia
(fa un ultimo sforzo, poi cade riverso)
(soffocato)
Soccorso, aiuto!
(rantolando)
Muoio!

Tosca
(piegandosi sul viso di Scarpia)
Muori dannato! Muori, Muori!
(Scarpia rimane rigido)
È morto! Or gli perdono!
(senza togliere lo sguardo dal cadavere di Scarpia, va al tavolo, prende una bottiglia d'acqua e inzuppando un tovagliolo si lava le dita, poi si ravvia i capelli guardandosi allo specchio e Quindi cerca il salvacondotto sullo scrittoio; non trovandolo. Si sovviene del salvacondotto... lo cerca sullo scrittoio, ma non lo trova; lo cerca ancora, finalmente vede il salvacondotto nella mano raggrinzita di Scarpia. Solleva il braccio di Scarpia, che poi lascia cadere inerte, dopo aver tolto il salvacondotto che nasconde in petto.)
E avanti a lui tremava tutta Roma!
(si avvia per uscire, ma si pente, va a prendere le due candele che sono sulla mensola a sinistra e le accende al candelabro sulla tavola spegnendo poi questo. Colloca una candela accesa a destra della testa di Scarpia. Mette l'altra candela a sinistra . Cerca di nuovo intorno e vedendo un crocefisso va a staccarlo dalla parete e portandolo religiosamente si inginocchia per posarlo sul petto di Scarpia. Si alza e con grande precauzione esce, richiudendo dietro a sé la porta)

 




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