Scena terza. Cavaradossi,
Sagrestano
Cavaradossi
(dalla porta laterale, vedendo il Sagrestano in ginocchio)
Che fai?
Sagrestano (alzandosi)
Recito l'Angelus.
(Cavaradossi sale sull' impalcato
e scopre il quadro. È una Maria Maddalena a grandi
occhi azzurri con una gran pioggia di capelli dorati. Il pittore vi sta dinanzi
muto attentamente osservando.)
(Il Sagrestano, volgendosi verso Cavaradossi e per
dirigergli la parola, vede il quadro scoperto e dà un grido di meraviglia)
Sante ampolle! Il suo ritratto!
Cavaradossi (volgendosi al Sagrestano)
Di chi?
Sagrestano
Di quell'ignota
che i dì passati a pregar qui venìa...
(con untuosa attitudine accennando verso la Madonna dalla quale Angelotti trasse la chiave)
Tutta devota - e pia.
Cavaradossi (sorridendo)
È vero. E tanto ell'era
infervorata nella sua preghiera
ch'io ne pinsi, non visto,
il bel sembiante.
Sagrestano (scandalizzato)
(Fuori, Satana, fuori!)
Cavaradossi (al Sagrestano)
Dammi i colori!
(Il Sagrestano eseguisce. Cavaradossi dipinge con
rapidità e si sofferma spesso a riguardare il proprio lavoro: il Sagrestano va
e viene, portando una catinella entro la quale continua a lavare i pennelli.)
(A un tratto Cavaradossi
si ristà di dipingere; leva di tasca un medaglione contenente una miniatura e
gli occhi suoi vanno dal medaglione al quadro).
Recondita armonia
di bellezze diverse!...
È bruna Floria,
l'ardente amante mia...
Sagrestano
(a mezza voce, come brontolando)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(s'allontana per prendere l'acqua onde pulire i
pennelli)
Cavaradossi
E te, beltade ignota,
cinta di chiome bionde!
Tu azzurro hai l'occhio,
Tosca ha l'occhio nero!
Sagrestano
(ritornando dal fondo e sempre scandalizzato:)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(riprende a lavare i pennelli)
Cavaradossi
L'arte nel suo mistero
le diverse bellezze insiem confonde;
ma nel ritrar costei
il mio solo pensiero, Tosca, sei tu!
(continua a dipingere)
Sagrestano
Queste diverse gonne
che fanno concorrenza alle Madonne
mandan tanfo d'Inferno.
(asciuga i pennelli lavati, non senza continuare a borbottare)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
Ma con quei cani di volterriani
nemici del santissimo governo
non s'ha da metter voce!...
(pone la catinella sotto l'impalcato ed i pennelli li colloca in un vaso,
presso al pittore)
Scherza coi fanti e lascia stare i santi!
(accennando a Cavaradossi)
Già sono impenitenti tutti quanti!
Facciam piuttosto il segno della croce.
(eseguisce)
(a Cavaradossi)
Eccellenza, vado?
Cavaradossi
Fa il tuo piacere!
(continua a dipingere)
Sagrestano (indicando il cesto)
Pieno è il paniere...
Fa penitenza?
Cavaradossi
Fame non ho.
Sagrestano
(con ironia, stropicciandosi le mani)
Ah!... Mi rincresce!...
(ma non può trattenere un gesto di gioia e uno sguardo di avidità verso il
cesto che prende ponendolo un po' in disparte)
(fiuta due prese di tabacco)
Badi, quand'esce chiuda.
Cavaradossi (dipingendo)
Va!...
Sagrestano
Vo!
(s'allontana per il fondo)
(Cavaradossi, volgendo le spalle alla Cappella,
lavora. Angelotti, credendo deserta la chiesa, appare
dietro la cancellata e introduce la chiave per aprire).
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