Scena
ottava. Scarpia, Sagrestano, Cantori, Allievi,
ecc. Spoletta, Birri
(Le loro grida e le loro risa sono al
colmo, allorché una voce ironica tronca bruscamente quella gazzarra volgare di
canti e risa. È Scarpia: dietro a lui Spoletta e
alcuni sbirri)
Scarpia
(con grande autorità)
Un tal baccano in chiesa! Bel rispetto!
Sagrestano
(balbettando impaurito)
Eccellenza! il gran giubilo...
Scarpia
Apprestate per il te Deum.
(tutti s'allontanano mogi; anche il Sagrestano fa per cavarsela, ma Scarpia bruscamente lo trattiene)
Tu resta!
Sagrestano (impaurito)
Non mi muovo!
Scarpia (a Spoletta)
E tu va, fruga ogni angolo,
raccogli ogni traccia
Spoletta
Sta bene!
(fa cenno a due sbirri di seguirlo)
Scarpia
(ad altri sbirri che eseguiscono)
Occhio alle porte,
senza dar sospetti!
(al Sagrestano)
Ora a te! Pesa
le tue risposte. Un prigionier di Stato
fuggì pur ora da Castel Sant'Angelo...
(energico)
S'è rifugiato qui...
Sagrestano
Misericordia!
Scarpia
Forse c'è ancora.
Dov'è la Cappella degli Attavanti?
Sagrestano
Eccola.
(va al cancello e lo vede socchiuso)
Aperta! Arcangeli!
E un'altra chiave!
Scarpia
Buon indizio... Entriamo.
(entrano nella Cappella, poi ritornano: Scarpia,
assai contrariato, ha fra le mani un ventaglio chiuso che agita nervosamente)
(fra sé)
Fu grave sbaglio
quel colpo di cannone! Il mariolo
spiccato ha il volo, ma lasciò una preda...
preziosa... un ventaglio.
(agitandolo in aria)
Qual complice il misfatto preparò?
(resta alquanto pensieroso, poi guarda attentamente il ventaglio; ad un
tratto egli vi scorge uno stemma, e vivamente esclama:)
La marchesa Attavanti!...
Il suo stemma!...
(guarda intorno, scrutando ogni angolo della chiesa: i suoi occhi si
arrestano sull'impalcato, sugli arnesi del pittore, sul quadro... e il noto
viso dell'Attavanti gli appare riprodotto nel volto
della santa)
Il suo ritratto!
(al sagrestano)
Chi fe' quelle pitture?
Sagrestano
(ancor più invaso dalla paura)
Il cavalier
Cavaradossi...
Scarpia
Lui!
(uno degli sbirri che seguì Scarpia, torna dalla
Cappella portando il paniere che Cavaradossi diede ad
Angelotti)
Sagrestano
(vedendolo)
Numi! Il paniere!
Scarpia
(seguitando le sue riflessioni)
Lui! L'amante di Tosca!
Un uom sospetto!
Un volterrian!
Sagrestano
(che avrà esaminato il paniere, con gran sorpresa esclama:)
Vuoto?... Vuoto!...
Scarpia
Che hai detto?
(vede lo sbirro col paniere)
Che fu?...
Sagrestano
(prendendo il paniere)
Si ritrovò nella Cappella
questo panier.
Scarpia
Tu lo conosci?
Sagrestano
Certo!
(è esitante e pauroso)
È il cesto del pittor... ma... nondimeno...
Scarpia
Sputa quello che sai.
Sagrestano
(sempre più impaurito e quasi piangendo gli mostra
il paniere vuoto)
Io lo lasciai ripieno
di cibo prelibato...
Il pranzo del pittor!...
Scarpia
(attento, inquirente per scoprir terreno)
Avrà pranzato!
Sagrestano
Nella Cappella?
(facendo cenno di no colla mano)
Non ne avea la chiave
né contava pranzar... disse egli stesso.
Onde l'avea già messo...
al riparo.
(mostra dove aveva riposto il paniere e ve lo lascia)
(impressionato dal severo e silente contegno di Scarpia)
(Libera me Domine!)
(pausa)
Scarpia
(Or tutto è chiaro...
la provvista - del sacrista
d'Angelotti fu la preda!)
(scorgendo Tosca che entra nervosissima)
Tosca? Che non mi veda.
(appena vista entrare Tosca, si è abilmente nascosto dietro la colonna ov'è la pila dell'acqua benedetta, facendo imperioso cenno
di rimanere al Sagrestano; il quale, tremante, imbarazzato, si reca vicino al
palco del pittore)
(Per ridurre un geloso allo sbaraglio
Jago ebbe un fazzoletto... ed io un ventaglio!...)