ATTO
III
Scena prima. La voce di un pastore
La piattaforma di Castel Sant'Angelo.
A sinistra, una casamatta: vi è collocata una tavola,
sulla quale stanno una lampada, un grosso registro e l'occorrente per scrivere:
una panca, una sedia. Su di una parete della casamatta un crocifisso: davanti a questo è appesa una lampada. A destra, L'apertura di una piccola scala per la quale si ascende
alla piattaforma. Nel fondo il Vaticano e San Pietro.
(Notte - Cielo sereno, scintillante di stelle)
(Si odono, lontane, le campanelle d'un armento: di
mano in mano vanno sempre più affievolendosi)
La voce di un Pastore
Io de' sospiri.
Ve ne rimanno tanti
Pe' quante foje
Ne smoveno li venti.
Tu me disprezzi.
Io me ci accoro,
Lampene d'oro
Me fai morir!
(la luce incerta e grigia che precede l'alba: le campane delle chiese
suonano mattutino)
(Un Carceriere con una lanterna sale dalla scala, va alla casamatta e vi
accende la lampada sospesa davanti al crocifisso, poi
quella sulla tavola. Poi va in fondo alla piattaforma e guarda giù nel cortile
sottostante per vedere se giunge il picchetto dei soldati, col condannato. Si incontra con una sentinella che percorre tutt'all'intorno la piattaforma e scambiate colla stessa
alcune parole, ritorna alla casamatta, siede ed aspetta mezzo assonnato. Più
tardi un picchetto, comandato da un Sergente di guardia, sale sulla piattaforma
accompagnando Cavaradossi: il picchetto si arresta e
il Sergente conduce Cavaradossi nella casamatta,
consegnando un foglio al Carceriere. - Il Carceriere esamina il foglio, apre il
registro e vi scrive mentre interroga:)
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