Cenerentola cantando fra' denti con sottocoppa e tazza da caffè, entra
spensierata nella stanza, e si trova a faccia a faccia con Ramiro; le cade
tutto di mano, e si ritira in un angolo.
Cenerentola
Una volta c'era...
Ah! è fatta
Ramiro
Cos'è?
Cenerentola
Che batticuore!
Ramiro
Forse un mostro son io!
Cenerentola
(prima astratta poi correggendosi con naturalezza)
Sì... no, signore.
Ramiro
Un soave non so che
In quegl'occhi scintillò!
Cenerentola
Io vorrei saper perché
Il mio cor mi palpitò?
Ramiro
Le direi... ma non ardisco.
Cenerentola
Parlar voglio, e taccio intanto.
Cenerentola e Ramiro
Una grazia, un certo incanto
Par che brilli su quel viso!
Quanto caro è quel sorriso.
Scende all'alma e fa sperar.
Ramiro
Del Baron le figlie io chiedo
Dove son? qui non le vedo.
Cenerentola
Stan di là nell'altre stanze.
Or verranno. (Addio speranze.)
Ramiro
(con interesse)
Ma di grazia, voi chi siete?
Cenerentola
Io chi sono? Eh! non lo so.
Ramiro
Nol sapete?
Cenerentola
Quasi no.
(accostandosi a lui sottovoce e rapidissima, correggendosi ed
imbrogliandosi)
Quel ch'è padre, non è padre...
Onde poi le due sorelle...
Era vedova mia madre...
Ma fu madre ancor di quelle...
Questo padre pien d'orgoglio...
Sta' a vedere che m'imbroglio?
Deh! scusate, perdonate
Alla mia semplicità.
Ramiro
Mi seduce, m'innamora
Quella sua semplicità.
Clorinda, Tisbe e Don Magnifico
(dalle loro stanze, a vicenda ed insieme)
Cenerentola... da me.
Ramiro
Quante voci! che cos'è?
Cenerentola
A ponente ed a levante,
A scirocco e a tramontana,
Non ho calma un solo istante,
Tutto tutto tocca a me.
(ora verso una, ora verso l'altra delle porte)
Vengo, vengo. Addio, signore.
(con passione)
(Ah ci lascio proprio il core
Questo cor più mio non è.)
Ramiro
(da sé, astratto, osservandola sempre)
(Quell'accento, quel sembiante
È una cosa sovrumana.
Io mi perdo in quest'istante
Già più me non trovo in me.
Che innocenza! che candore!
Ah! m'invola proprio il core!
Questo cor più mio non è.)