All'alzarsi della tenda scorgesi un atrio con festoni di fiori
illuminato, e nel cui fondo su piccola base siedono in due ricche sedie Ramiro
e Cenerentola in abito ricco; a destra in piedi Dandini, dame e cavalieri
intorno. In un angolo Don Magnifico, confuso, con gli occhi fitti in terra.
Indi Alidoro, Clorinda e Tisbe, mortificate, coprendosi il volto.
Coro
Della fortuna istabile
La revolubil ruota
Mentre ne giunge al vertice
Per te s'arresta immota.
Cadde l'orgoglio in polvere,
Trionfa la bontà.
Ramiro
(scuotendo Cenerentola)
Sposa...
Cenerentola
(stupida per la gioia)
Signor, perdona
La tenera incertezza
Che mi confonde ancor. Poc'anzi, il sai,
Fra la cenera immonda...
Ed or sul trono... e un serto mi circonda.
Don Magnifico
(corre in ginocchio)
Altezza... a voi si prostra.
Cenerentola
Né mai m'udrò chiamar la figlia vostra?
Ramiro
(accennando le sorelle)
Quelle orgogliose...
Cenerentola
Ah Prence,
Io cado ai vostri piè. Le antiche ingiurie
Mi svanir dalla mente.
Sul trono io salgo, e voglio
Starvi maggior del trono.
E sarà mia vendetta il lor perdono.
Nacqui all'affanno, al pianto.
Soffrì tacendo il core;
Ma per soave incanto,
Dell'età mia nel fiore,
Come un baleno rapido
La sorte mia cangiò.
(a Don Magnifico e sorelle)
No no; - tergete il ciglio;
Perché tremar, perché?
A questo sen volate;
Figlia, sorella, amica
Tutto trovate in me.
(abbracciandole)
Tutti meno Cenerentola
M'intenerisce e m'agita,
È un Nume agli occhi miei.
Degna del tron tu sei
Ma è poco un trono a te.
Cenerentola
Padre... sposo... amico... oh istante!
Non più mesta accanto al fuoco
Starò sola a gorgheggiar.
Ah fu un lampo, un sogno, un gioco
Il mio lungo palpitar.
Coro
Tutto cangia a poco a poco
Cessa alfin di sospirar.
Di fortuna fosti il gioco:
Incomincia a giubilar.
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