Scena
nona. Leutoldo e detti
LEUTOLDO
(affannoso, appoggiandosi sopra una scure insanguinata)
Salvatemi!... Salvatemi!..
EDWIGE
Che temi?
LEUTOLDO
Il loro sdegno...
EDWIGE
Parla. Chi ti minaccia?
LEUTOLDO
Quell'empio, che giammai
Perdona; il più crudele,
Di tutti il più funesto...
Deh! mi salvate, o tra voi spento io resto.
MELCHTHAL
Che festi?
LEUTOLDO
Il mio dovere.
Solo di mia famiglia
Lasciommi il cielo un'adorata
figlia:
Un vil ministro del governatore
Rapirla osava al mio paterno amore...
D'Edwige io sono padre,
Difender io la seppi.
Quest'arma mia l'oppresse...
(mostrando la scure intrisa di sangue)
Ah! lo vedete voi? quest'è suo sangue.
MELCHTHAL
Oh ciel!.. chi lo sostiene?
Tutto pe' giorni
suoi temer conviene.
LEUTOLDO
Sopra l'opposta sponda
Un certo asil m'avrei... Deh!
mi vi guida
(pregando il Pescatore)
PESCATORE
Il torrente e la rocca
Vietano avvicinarsi ove tu brami;
E l'affrontarli, o misero,
E darsi a certa morte.
LEUTOLDO
Oh quanto ingiusto
Sei meco! all'ultim'ora
Non oda i tuoi rimorsi il sommo Nume.