Scena quinta. Enzo e Laura
Laura
(nelle braccia di Enzo)
Enzo!
Enzo
Laura! Laura!
Cielo! e amor!
Laura
Enzo! mio Enzo!
Enzo! mio amor!
Barnaba
(sinistramente, allontanandosi)
Buona fortuna!
Laura
Oh la sinistra voce!
Enzo
S'ei fu che ti salvò!
Laura
Pur sorridea d'un infernal sorriso!
Enzo
È l'uomo che ci aperse il paradiso!
Deh! non turbare con ree paure
di questi istanti le ebbrezze pure;
d'amor soltanto con me ragiona,
è il cielo, o cara, che schiudi a me!
Laura
Ah! del tuo bacio nel dolce incanto
celeste gioia diventa il pianto,
a umano strazio Dio non perdona
se perdonato amor non è!
Enzo
Ma dimmi come, angelo mio,
mi ravvisasti?
Laura
Nel marinar
Enzo conobbi.
Enzo
Al pari anch'io
te al primo suono della parola.
Laura
Enzo adorato!
(scuotendosi)
Ma il tempo vola...
all'erta! all'erta!
Enzo
Deh!non tremar;
siamo in un'isola tutta deserta,
fra mare e cielo, fra cielo e mar.
Vedrem fra poco tramontar la luna.
Quando sarà corcata, all'aura bruna
noi salperem;
coi baci in fronte e colle vele al vento!
(La luna bassa si svolve dalle nuvole;
il suo disco s'asconderà dietro il vascello.)
Laura ed Enzo
Laggiù nelle nebbie remote,
laggiù nelle tenebre ignote
sta il segno del nostro cammin.
Nell'onde, nell'ombre, nei venti
fidenti, ridenti, fuggenti,
gittiamo la vita e il destin.
La luna discende, discende
ricinta il roride bende,
siccome una sposa all'altar.
E asconde la spenta parvenza
nell'onde, con lenta cadenza
la luna è discesa nel mar!
(Scena e Romanza)
Enzo
(staccandosi)
E il tuo nocchier
or la fuga t'appresta. O amata donna,
tu resta qui.
(Scende sotto il ponte.)
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