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Arrigo Boito
La Gioconda

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  • ATTO TERZO - CA’ D’ORO
    • Scena seconda. Laura e Alvise; poi Gioconda, nascosta
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Scena seconda. Laura e Alvise; poi Gioconda, nascosta

 

Laura
(in ricca veste da ballo,
con perle e gemme; ad Alvise
)
Qui chiamata m'avete?

Alvise
(con affettata cortesia)
Pur che vi piaccia...

Laura
Mio signor...
(Va lentamente a sedere.)

Alvise
Sedete!
(Siedono ai due lati
di un ampio tavolo.
)
(con ironia)
Bella così, madonna,
io non v'ho mai veduta;
pur il sorriso è languido...
perché ristarvi muta?
Dite! un gentil mistero
v'è grave a me svelar,
o un qualche velo nero
dovrò da me strappar?

Laura
Dal vostro accento insolito
cruda ironia traspira,
il labbro a grazia attèggiasi,
ma fuor ne scoppia l'ira...
Mio nobile consorte,
non vi comprendo ancora!

Alvise
Pur d'abbassar la maschera,
madonna, è questa l'ora.

Laura
Che dite?

Alvise
Giunta è l'ora! ad altr'uomo rivolto,
donna infame, è il tuo primo sospir...

Laura
Ad altr'uomo?Che dite?

Alvise
Sì! Donna infame!
Ieri quasi t'ho côlta in peccato, ...

Laura
(Dio!...)

Alvise
...pur potesti salvarti e fuggir...

Laura
(Che ascolto!)

Alvise
Col mio guanto t'ho oggi afferrato,
più non fuggi, t'è d'uopo morir!
(La atterra violentemente.)

Laura
Morir!
Morir! è troppo orribile!
aver dinanzi il cielo
e scender nelle tenebre
d'un desolato avel!
Senti! di sangue tiepido
in seno mi scorre un rivo...
Perché, se piango e vivo,
dirmi: tu dêi morir?
La morte è pena infame
anche a più gran fallir!

Alvise
Invan tu piangi, invan tu speri,
Dio non ti può esaudir!
In lui raccogli i tuoi pensieri;
prepàrati a morir!...

Laura
Aver dinanzi il cielo ecc.

(Scena e Serenata)

Alvise
E già che ai nuovi imeni
l'anima tua sospira,
o indocil sposa,
ten vieni e mira.
(La trascina verso la porta coperta.)

Laura
(atterrita)
Ove m'adduci?

Alvise
(con forza sollevando
la drapperia della camera attigua
e indicando un catafalco
)
Vieni! Vieni! questo
è il talamo tuo!

Laura
(inorridita)
Ah!!!
(Entra Gioconda e s'appiatta in fondo.)

Coro
(interno; molto lontano)
La gaia canzone
fa l'eco languir,
e l'ilare suono
si muta in sospir.

Alvise
(estraendo una fiala)
Prendi questo velen; e già che forte
tanto mi sembri ne' tuoi detti audaci,
con quelle labbra che succhiâro i baci,
suggi la morte.
Scampo non hai.
Odi questa canzon? "Morir dovrai
pria ch'essa giunga all'ultima sua nota."
(Esce.)

Coro
(interno; più vicino)
La la la...
La gaia canzone ecc.
Con vago miraggio
riflette la luna
l'argenteo suo raggio
sull'ampia laguna
e in quel si sublima
riverbero pio,
patetica rima
creata da Dio.
La la la...
Ah!

 




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