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Francesco Melosio
Orione

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  • ATTO TERZO
    • Scena decimoquarta. Apollo, Diana, Venere, Amore, e i suddetti
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Scena decimoquarta. Apollo, Diana, Venere, Amore, e i suddetti

 

Apollo
Prepara pur gli strali,
Ch'io non placar, ma saettar lo voglio.
Ah, perché non è meco
Per terzo Arcier Cupido?

Amore
Vi sono, Apollo, e del tuo mal mi rido.

Venere
E seco in finto aspetto è Citerea.

Filotero
Ohimé, per una strega io la tenea.

Apollo
Non sempre riderà chi mi ha tradito.

Diana
Sempre questa impudica
De la stirpe del Sol sarà nemica.

Venere
Che impudica? Tu menti.

Amore
Or piglia questa.

Filotero
S'incomincia pur qui la bella festa.

Giove
Cessin vostre contese irati Numi.
Già placato è Nettuno,
Già son di nuovo imprigionati i venti:
Ciò che passò non si rammenti più.
Di voi nessuno errò,
Se de l'alto Destin ministro fu.

Diana
Fui del mio mal ministra.

Apollo
Io del mio sdegno.

Venere, Amore
E Venere et Amor della vendetta.

Filotero
E tutti insieme della mia ruina.

Giove
Così, con darli morte,
Tutti avete Orïon reso immortale,
Che divenuto già lucido segno,
Cinto di nuove stelle in Ciel risplende.

Tutti
Il libro del Destin nessun l'intende.




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