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Francesco Melosio
Orione

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  • ATTO PRIMO
    • Scena quarta. Amore, che scende a volo, e i suddetti
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Scena quarta. Amore, che scende a volo, e i suddetti

 

Amore
Al fin, come al Ciel piacque,
Dopo lungo cercarti in più d'un loco,
Zoppo Nume del foco
Ti trovo intorno a l'acque.

Sterope
Quanto è superbo Amore:
Di chiamarlo per padre egli ha rossore.

Vulcano
E tu solo non sai,
Ch'oggi Numi del Cielo
Vengon con Febo a festeggiare in Delo?

Amore
Ciò saper non cur'io,
Che d'altr'arco le glorie
Celebrar non vuò mai, se non del mio.
Qui, per altro non venni,
Che per prender da te nuove saette;
Già vuota ho la faretra,
Né d'altro, che di face armato io .

Sterope e Bronte, a 2
Maledetto sia il mestiero,
E colui che lo trovò.
S'un momento
Di riposo, e di contento
Mai godere non si può.
Maledetto sia il mestiero
E colui che lo trovò.

Vulcano
Ver la fucina appunto
Io coi Ciclopi miei drizzava i passi,
E benché stanchi, e lassi,
Per darti nuovi strali
Su l'incude sudar io gli farò.

Sterope e Bronte, a 2
Maledetto sia il mestiero,
E colui che lo trovò.
S'un momento
Di riposo, e di contento
Mai godere non si può.
Maledetto sia il mestiero
E colui che lo trovò.

Vulcano
Ma tu, di nuovo armato,
Vanne poscia a ferir lungi di qui;
funestar, ti prego, al Dio del lume,
Come è pur tuo costume,
Così festoso .

Amore
Troppe cure ti pigli;
Amor non vuol consigli.

 




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