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Francesco Melosio
Orione

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  • ATTO PRIMO
    • Scena quinta. Orione, e Filotero
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Scena quinta. Orione, e Filotero

 

Filotero
Coraggio mio Signore,
Che già, mercé del Cielo,
Siam giunti salvi in Delo:
Ed io, dal mare uscito,
Col pié tocco la terra;
E mi par di toccare il Ciel col dito.

Orione
Coraggio pur, coraggio.
Mi faccia mai sempre
Nemica fortuna
Il peggio che può,
Che fin a la morte
Con lei pugnerò.
Di fiero destino
Nell'aspro rigore
Diviene il mio core
Più forte, e più saggio:
Coraggio, coraggio.

Filotero
Con questa cieca Dea
La pigli pur chi vuole;
Ch'io sol, perché fortuna ho in mar lasciato,
Mi stimo fortunato.
De l'onde l'orgoglio
Disfida pur tu;
Diventi uno scoglio,
S'io v'entro mai più.

Orione
Felice te, cui non contende il fato
Vagheggiar questo suolo,
Ch'al più lucido Dio porse la cuna.
Io, se mirar nol posso,
Ecco lo bacio riverente almeno.
E già dentro il mio seno
Nascer la speme io sento,
A colmarmi di gioia, e di contento.

Filotero
Speme fondata in vanità de' sogni.

Orione
Fu visïon, non sogno,
Che venuta dal Ciel mentir non può.

Filotero
E come ha visïon, chi non ha vista?
Certo capir nol so.

Orione
Mentre preda del sonno in sul mattino
Me ne giaceva in Chio,
Nume del Ciel vid'io
Che qua venir mi consigliò repente,
Ove in virtù del Divin foco avrei
Racquistato la luce a gli occhi miei.

Filotero
Del fuoco?

Orione


Filotero
T'inganni
Ei non ha fatto poco,
A rasciugarci i panni.

Orione
Deh, se per l'ampio mar fosti mia scorta,
Guidami ancor per questa terra angusta;
disperar, che il Ciel mai non mentisce.
Andianne, andianne.

Filotero
Dove?

Orione
A cercar la veduta Deità.

Filotero
Meglio saria cercar la carità.
Parmi la strana cosa,
Che non s'incontri alcuno:
E per un prato d'erbe e fiori adorno
Altra bestia che noi non vada attorno.

Orione
È sacro questo loco,
Né lo calcan giammai piante ferine,
Anzi par, che divoto, e riverente
Premerlo anco il mio piede oggi pavente.

Filotero
Ma la tua renitenza
È timor di cader, non riverenza.

Orione
Taci

Filotero
Che c'è?

Orione
Di ripercosso ferro
Ho qualche suono inteso.

Filotero
Io nulla sento, e pur l'orecchio ho teso.

Orione
Non senti?

Filotero
No, il Destino,
Perché m'accoppii teco,
Vuol ch'io sia sordo, come tu sei cieco.
Ma già sento e già veggio
(Signor, qua t'avvicina)
Veggio, s'io non m'inganno,
Di Vulcan la fucina.

Orione
E come in queste parti,
S'egli in Lenno ha la reggia, e non in Delo?

Filotero
Non so come si sia:
Ch'io non m'intendo di Geografia.




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