Vulcano, Sterope
Dai colpi d'Amore
Bronte
Ciascuno si guardi
Vulcano, Sterope, Bronte, a tre
Ch'irreparabili
Incontrastabili
Sono i suoi dardi,
Da i colpi d'Amore
Ciascuno si guardi.
Amore
Questi nuovi aurati strali,
Che già crudi, già mortali
Su la cote ancor raffino:
A portar novelle palme
Di grand'alme
Tutto lieto io li destino.
Tu t'addormi, olà fraschetta
Maledetta,
In girar cotesta rota?
Che sì, che sì.
Amorino
Non dormo no, al canto mi fermai;
Un che serve ad Amor non dorme mai.
Filotero
Oh povero Orïone
Le tue perdute luci
Oggi speri di aver qui ritrovate,
Et io vi scorgo Amore,
Per cui ti fur cavate.
Orione
S'Amor là dentro stassi,
Moviam lungi di qui veloci i passi.
Filotero
No, no, seguimi pure;
S'ha da sanarti il fuoco
Ben può giovarti Amore
Di cui forse non v'è foco maggiore.
Vulcano, Sterope, Bronte, (a 3)
Di Giove irato i fulmini
Son manco horribili,
Son più soffribili,
Giungon più tardi.
Dai colpi d'Amore
Ciascuno si guardi
Ch'irreparabili
Incontrastabili
Sono i suoi dardi,
Da i colpi d'Amore
Ciascuno si guardi.
Orione
Quel canto mi spaventa
Filotero
Ohibò, non sai
Ch'Amor entra per gli occhi, e tu non gli hai?
Su su, l'antico ardir l'alma riprenda:
Prega, supplica Amore,
Ch'oggi gli occhi ti renda,
De le sciagure tue mosso a pietà.
Orione
Amor darmi non può quel ch'ei non ha.
Filotero
Dunque a Vulcan t'appressa,
Ch'al fin non è già troppo,
Ch'oggi dimandi un cieco
La caritade a un zoppo.
Orione
Oh della Dea d'Amor diletto sposo...
Filotero
Sotto questo saluto
Vi s'intende cornuto.
Orione
Dei dardi di Cupido
De i fulmini di Giove industre Fabro,
Dimanda a te mercede,
Spera da te salute,
Chi t'inchina, e t'adora, e non ti vede.
Se promessa del Ciel non è fallace,
Se Dio del foco sei,
Illuminar mi dei.
Vulcano
Simil virtù non ho,
E con gli arnesi miei,
Gli occhi cavar, ma non rimetter so.
Filotero
Egli vuol dire a fé,
Che potria far la caritade a me.
Sterope
Questo cieco zerbino
Per far coi guardi suoi piaghe mortali,
Dimanda gli occhi, ove si fan gli strali.
Bronte
Non men pazzo che cieco egli si mostra,
Se da Vulcan le luci impetrar vuole,
Che le daria, potendo,
A la sua cieca prole.
Filotero
Oh povero Orïon; ed ecco il bene
Che la fucina di Vulcan t'ha fatto;
Uno t'ha per zerbin, l'altro per matto.
Amore
Questi è dunque Orïon?
Filotero
Così non fosse.
Amore
A me pur troppo è noto
De le sciagure tue l'ordine strano;
Vien meco e ti consola,
Ch'oggi nel tempio suo il Dio del lume
Ha risoluto il Cielo,
Ch'a gli occhi tuoi squarci de l'ombre il velo.
Orione
Andianne Filotero
Filotero
Andianne pure.
Orione
Oh fortunato dì
Filotero
S'un Cieco il Cieco guida
Voglia il Ciel, che sia così.
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