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Cap.30
Altre Opere Apostoliche di Alfonso in Napoli, ed in
altri luoghi del Regno.
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Si ritirò Alfonso da
Napoli, come dissi, sì perchè non era tempo opportuno nella Capitale far delle
Missioni dopo le feste di Pasqua, molto più perchè strutto e spossato da tante
sue fatiche; ma non per questo si può dire, che stiedesi ozioso, dimorando
nella Casa di Ciorani. Lo zelo di Dio, che lo divorava non facevagli aver pace,
se non vedevasi in armi contra l'Inferno.
Accerchiato da'
Parochi, ed acclamato dalle vicine popolazioni, non ebbe lo spirito di dar la
negativa a veruno. Tra l'altro, essendo stato invitato per la Novena della
Nascita di Maria Santissima in San Cipriano di Gifoni, vi fu con suo particolar
compiacimento, perchè Novena di Maria Santissima. Quella, che credevasi Novena,
riuscì - 207 -
Missione, e
troppo proficua per que' Naturali. Accresciuta si vide la frequenza de'
Sagramenti, ed in tutti un nuovo fervore di divozione verso Maria Santissima, e
Gesù Sacramentato. Anime da anni ed anni addormentate nel peccato, si videro
risvegliate al tuono della sua voce. Attestò quel Parroco, che ce ne furono
molte di queste conversioni; e col timor di Dio ristabilita si vide nelle
famiglie somma pace, e concordia.
Verso la fine di
Ottobre pungevano il cuore ad Alfonso quelle Chiese, che in Napoli lo avean
desiderato, e che compiaciuto non aveva. Rinfrancar volendo l'attrasso, si vide
di nuovo nella Capitale: Chi sà, disse, che ne vuole Iddio dell'Opera mia, e quale
Anima sia predestinata con qualche mia Predica.
Soddisfece per prima il Parroco di S. Anna di Palazzo, aprendo la Missione in
quella Chiesa. Attestava il Parroco, che simile concorso di Popolo a seculo non
erasi veduta in quella sua Parrocchia. Non vi era ceto che non v'interveniva. I
libertini stessi in sentire, che vi predicava il Padre Liguori, si vedevano
spinti a sentirlo. Varj Confessori attestarono esser incappati nella rete, tra
la tempesta della coscienza, pesci tali non ancora veduti in quel littorale.
Non erasi ancora
disbrigato da S. Anna, che venne posto alle strette dal Parroco di tutt'i
Santi, a voler predicare la penitenza nel borgo detto di S. Antonio. Fu Alfonso
invitato a nozze. Questa è quella borgata, in dove coadiuvò egli il nostro
Padre Sarnelli per espurgar la Città, e farvi restringere le Meretrici. Non
furono senza frutto le sue fatiche. Tante di quelle donnacce, animate dalla
grazia, detestarono l'infame mestiere: varie si chiusero in più Conservatori;
ed altre raccomandate a persone pie, furono anche costanti nel loro
proponimento.
Soprattutto si posero in salvo tante tenere Figlie scandalizzate, e non ancora
cadute, che avanzandosi in età, e poste sul precipizio, non potevano evitare la
ruina propria, e quella degli altri. Fu così grande il profitto, che anche di
presente se ne rammentano i prodigi.
Ometto, tra le tante
fatiche, i Monasteri, che, rubando il tempo, furono consolati co' particolari
sermoni. Volevano, almeno per momenti, quelle sacre Vergini godere della sua
voce, e vedersi infervorate nello spirito. In Casa Ecclesiastici rispettabili,
e Secolari di ranco, in ogni tempo, tenevanlo accerchiato, per profittare de'
suoi consigli. In una parola, non aveva egli respiro, ed a stento trovava l'ora
per recitarsi l'Uffizio, e soddisfare alle sue particolari divozioni.
Godeva, e non finiva di
consolarli l'Eminentissimo Spinelli, in sentire le conversioni, che tuttogiorno
operava la Grazia per mezzo di Alfonso. Animato dal suo zelo, volle, che anche
nel Duomo, come in altre Chiese, sperimentato si fosse il frutto. Ubbidì
Alfonso. Non tanto si seppe ch'egli dava i santi Esercizj nell'Arcivescovado,
che pieno si vide quel gran vaso con istupore del medesimo Cardinale. - 208 -
Il minor numero facevalo
il popolo. Cavalieri e Dame, Togati, Religiosi e Preti, tutti concorrevano in
folla, e prevenivansi l'un l'altro per avervi luogo.
Quali e quante conversioni vi fossero, se non ora, si saprà nell'Eternità. Dico
solo, che tra queste, e le fatiche antecedenti, centinaia di miscredenti, come
si disse, riconciliati si videro con Dio; e che i confessionali, per ogni dove,
erano così affollati, che non potevasi da' Confessori dar a tutti
soddisfazione.
Non istimando Alfonso
esser Napoli il destino della sua Missione, perchè carico di operai, e chiamato
vedendosi in prestar soccorso a quelle Anime, che tra le ville abbandonate si
veggono, e tra Casali, nell'entrata del Gennaro 1749 si portò colla Missione
nel Casale di S. Michele in Diocesi di Salerno. Passò poi nell'Arcidiocesi di
Conza premurato da Monsig. Nicolai, e predicò la penitenza nel Colliano, in san
Gregorio, Palo, e Contursi.
Troppo in lungo si
anderebbe, se individuar si volesse il gran bene che operò in questi luoghi.
Riformati si videro Ecclesiastici, e Persone di qualità, e tanti buoni Preti anche
s'invogliarono per tirare Anime a Dio, promovendo nel Popolo la pietà, e la
divozione.
Si piantò la Vita Divota, o sia la meditazione
delle cose eterne, e la Visita del Sacramento nelle rispettive Parrocchie, e
soprattutto si vide invogliato il Popolo alla frequenza della Santa Comunione.
Il peccato fu bandito, diradicate si videro le bestemmie, le parole oscene, ed
altri scandali, che per ogni dove vi erano di pratiche invecchiate, e di
antiche inimicizie.
Dall'Arcidiocesi di
Conza passò Alfonso nel mese di Marzo in quella della Cava. Ubertoso fu il
frutto, che si ricavò colla Santa Missione nella Città di Vietri, e nel Casale
di Raito con somma soddisfazione di Monsig. D. Niccolò Borgia, che n'era
Vescovo.
In Vietri uno de'
Spiriti più forti, e che meno ci credeva, entrò in Chiesa una sera, non per
approfittarsi, ma per criticare. Ascoltando la Predica conobbe il suo stato, si
ravvede, si compunge; ma non sta quì il fatto. Uscendo di Chiesa, disse,
rivolto ad un amico: Gli altri predicano,
ma i loro sentimenti non passano che di quà in quà:, toccandosi prima
l'orecchio, e poi la testa: non così il
Padre D. Alfonso, e portando la mano dall'orecchio al cuore, questi, disse, colle sue Prediche passa di qua in qua: volendo dire, che
ancorchè semplici compungevano, e penetravano nell'Anima. Come dissi, entrò in
se stesso, pensò a casi suoi, si diede a Dio, e fu perseverante.
Soddisfatto Raito, e Vietri, passò Alfonso ad istanza di
Monsig. Arcivescovo di Salerno nella Terra de' Lancusi, e nel Casale detto i
Curtoli.
Soddisfatto l'Arcivescovo di Salerno, si portò di
nuovo Alfonso nella Diocesi della Cava. Oltre d'aver consolato, predicando la
penitenza, i Casali di Pasciano e Pregiato, affaticato qual' era, consolò - 209 -
ancora colla santa
Missione la piazza della Cava, perchè centro di tutti i Casali. Anche quì fu
ubertosa la messe.
Tra i tanti negozianti in ispezialtà moderò i contratti, regolò i guadagni, ed
animò ognuno alla limosina. Tutto il dippiù si raccolse in abbondanza secondo
in altri luoghi.
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