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Cap.34
Alfonso dà alle stampe le Glorie di Maria SS. ed altri
Opuscoli in bene delle Anime.
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Indefesso Alfonso
sempre più in operare per Dio, e per le Anime, non eravi minuzzolo di tempo,
che andasse a voto. Ritirato in Casa, diede fuori, correndo l'estate di quest'anno,
l'aurea Opera delle Glorie di Maria SS. Se eragli a cuore veder Gesù Cristo
glorificato, e vedevasi tutto zelo, per far che da tutti si amasse: non minor
ardenza egli aveva per veder la Divina Madre anche da tutti ossequiata, e
glorificata.
E' fatica quest'Opera
di più anni in far prescelta tra Padri, e Teologi delle sentenze più decisive
in onore della Vergine, e delle più affettuose per incitare i Fedeli ad amarla.
"Ben io, ei dice,
ho osservato innumerabili libri, che trattano delle Glorie di Maria e grandi, e
piccoli. Considerando, che questi erano o rari, o voluminosi, o non secondo il
mio intento, perciò ho procurato averli per le mani, e raccogliere in breve le
sentenze più spiritose de' Padri, e de' Teologi: affine di dare il commodo a Divoti,
con poca fatica e spesa, di infiammarsi colla lezione nell'amore di Maria SS.;
Specialmente di porger materia a Sacerdoti di promuover colle Prediche la
divozione verso questa divina Madre.
Attacca Egli in
quest'Opera il celebre Ludovico Antonio Muratori (cap.V.§ I.), come quello che
nella Regolata Divozione, troppo poco parziale si dimostra in esaltare i pregi
della Vergine.
Contrasta il Muratori
questa sana proposizione, cioè che quanto
di bene noi riceviamo da Dio, tutto ci viene per mezzo di Maria: volendo
che questa ed altre espressioni di sua Onnipotenza, siano iperbole ed
esagerazioni cadute di bocca ad alcuni Santi nell'eccesso di lor fervore, e che
non reggono, ove si mettano al paragone colla sana Teologia.
Alfonso fa vedere altra
essere la meditazione di Giustizia per via di merito: com'è quella di Gesù
Cristo: altra la mediazione di Grazia, per via di Preghiere, qual' è quella di
Maria. Che fe Gesù Cristo è l'unico Mediatore di Giustizia, che con i meriti
suoi ci ottiene la salute: Maria è Mediatrice di Grazia, perchè prega e tutto
ottiene per li meriti di Gesù Cristo. "Troppo avaro, ei dice, si è
dimostrato il Muratori in accordare a Maria questa Gloria, che darcela non han
fatto scrupolo tanti Padri della Chiesa, e tanti Dottori, che comunemente
asseriscono esser l'intercessione di Maria non solo utile, ma ancor necessaria.
E' divisa quest'Opera
in due parti. Nella Prima commentando - 224 -
la Salve Regina, rileva i pregi della Vergine e le copiose grazie, che
ottiene, e dispensa a suoi divoti: La seconda Parte contiene nove particolari
discorsi sulle principali Feste della Vergine, e delle riflessioni sopra i
sette Dolori: si specificano ancora le sue particolari virtù; e spiana i varii
ossequi, che con frutto prestare si possono a Maria SS.
Non ad altri dedica
Alfonso questa sua fatica che a Gesù Cristo, "Io non so, ei dice, a chi
meglio dedicarla, che a Voi cui tanto preme la Gloria di questa Madre. E per
mercede donatemi, vi prego, quell'amore verso di Maria, che Io con questa mia
Operetta, ho desiderato di vedere acceso in tutti coloro che la leggeranno.
Quanto chiese tanto ottenne. Non è da credersi l'applauso, con cui quest'Opera
fu ricevuta: Dico bensì, che fin'ora solo in Venezia se ne sono fatte dodeci
edizioni.
Il concorso de'
giovanetti virtuosi ne' Ciorani, e le tante contraddizioni, anzi gli strapazzi,
che soffrivano da' parenti per impedirsi loro la vocazione, diede motivo ad
Alfonso per un'operetta, che intitolò: Avvisi
spettanti alla Vocazione Religiosa.
In questa fa vedere, che le chiamate di Dio non debbonsi assoggetare alla
Sindacatura de' parenti, e che quanto Iddio chiama, non deesi dar loro udienza:
ma a Dio. Fa vedere l'eccellenza dello Stato Religioso, come più sicuro per
mettere in salvo la propria Anima. Mette in veduta i vantaggi, che vi si
ritrovano, e dà de' mezzi per custodire la Vocazione. Sussieguono quindeci
Meditazioni per coloro, che sono chiamati a questo stato. Fa vedere i premi
riservati da Dio a chi corrisponde alla chiamata, ed i castighi per coloro, che
chiamati non corrispondono.
Facendogli compassione
le gravi tentazioni, che dal Demonio soffrono i giovanetti in tempo del
Noviziato, per far loro cedere il posto, diede fuori a beneficio di questi un
altro Opuscolo: che intitolò: Conforto a'
Novizj per la perseveranza nella Vocazione. In questo discuopre Alfonso
gl'inganni, le illusioni, e i tanti lacci, che loro tende il Demonio per
tirarli al secolo; e dà i mezzi più proprj per evitarli, ed essere fedele a
Dio.
In queste due Operette
egli ebbe di mira non solo i nostri giovanetti; ma tutti gli altri, chiamati
ne' Chiostri Religiosi, ove vi regna l'osservanza, e ne fece in Napoli un
regalo a tutt'i Noviziati. Comune fu il gradimento, e ne riscosse da tutti i
più vivi ringraziamenti. Se salvo uno di
questi chiamati, diceva Alfonso, non
è picciolo il guadagno, che ci ho fatto.
Soffriva Alfonso con
rincrescimento l'imperizia di taluni, che vantandosi Filosofi, e Teologi,
tutt'altro sanno, che scrivere Italiano. Volendo giovare a' suoi, ed agli altri
restrinse in un opuscolo le regole più essenziali dell'Italiana ortografia, per
aversi queste alla mano, e scriversi - 225 -
senza difetto.
Di più pose anche in accorcio, ma con somma chiarezza,
le principali quattro regole dell'Aritmetica per comodo de' Fratelli Servienti.
Tanto sa industriarsi, e tanto ha in mira la Carità, quando è da vero impegnata
per lo bene del prossimo.
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