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P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

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  • LIBRO II
    • Cap. 52 Si prosiegue lo stesso soggetto.
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Cap. 52

Si prosiegue lo stesso soggetto.

 


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Avendo a cuore Alfonso l'evelles et plantes da Dio intimato al Profeta Geremia, non solo sbarbicar cercava i vizj, ma innestarvi ancora, e piantarvi le virtù cristiane; lasciava mezzo per venir a capo di quanto desiderava.

Trovando un Clero numeroso, o che unir potevasi da circonvicini villaggi, stabilir soleva, ed era suo principale intento, una Congregazione, in cui si discettassero ogn'otto giorni, i casi morali più difficili, così per render maggiormente illuminati i già Confessori, come per invogliarne nel Ministero e renderne istruiti i novelli Sacerdoti. Intrecciava ancora degli esercizj predicabili; e nel tempo istesso varie pratiche di pietà per comune profitto.
Queste adunanze da per tutto riuscivan fruttuosissime; e siccome erano di bene per le Anime, e per vantaggio spirituale de' medesimi Sacerdoti, così erano ancora di non poca consolazione ai respettivi Vescovi.

 

Premevagli, dopo il Clero, l'esemplarità ne' Galantuomini. Stabilir soleva anche per questi una particolar Congregazione, o infervoravala, se vi era. "Questi sono, diceva Alfonso, quelle lucerne ardenti in un luogo caliginoso, qual'è il Popolo. Non vi è bilancia, anche


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soleva dire, che possa contrapesare il gran bene, che col suo esempio può dare un Galantuomo moriggerato, e l' gran male, che può fare uno di questi, essendo scostumato".

Prescriveva il viver lontani da passatempi illeciti; visitare giornalmente Gesù Sacramentato, e la divozione a Maria Santissima, colla recita del S. Rosario. Affidavane la cura a qualche zelante Sacerdote, che ogni Domenica ricever doveva le confessioni, ed istruirli; ed ogni mese esser si doveva una general comunione. Non voleva per queste Congregazioni forma di abito, interesse per lo mezzo.

 

Ne' villaggi, concorrendovi altri Casali, e maggiormente ne' luoghi popolati, stabilir soleva una particolar Congregazione di bracciali, ed artieri, anche non di abito, ma di semplice adunanza, e senza contribuzione di danaro. Se non si toglieva di mezzo l'interesse, in senso suo, non ci poteva essere Dio, pace.
Queste Congregazioni tra tutte riuscivano sommamente fruttuose. Vedevansi i cento di questa devota gente, ed i cento cinquanta esser a tutti di edificazione. L'adunanza veniva affidata a qualche ottimo Sacerdote; ed i fratelli, oltre altri doveri, erano in obbligo fuggire  i giuochi, e le taverne; la Domenica mattina doveva ognuno confessarsi, e comunicarsi, e di sera intervenir tutti al catechismo, e ad altri esercizj di pietà. Così ogni mese eravi per tutti la Comunione generale col fervorino.

 

Erangli sommamente a cuore queste pie adunanze ne respettivi paesi, e non lasciava mezzo per vederle stabilite, e poste in gran fervore. I moderni Novatori , che mormorano, diceva Alfonso, contro queste fruttuose adunanze, che noi chiamiamo Congregazioni; ma confessar dovrebbero, con loro dispetto, esser santo e profittevole tutto ciò che in questi si pratica.

 

Ebbe anche in mira una santa educazione per le zitelle. Per queste eriggeva in ogni luogo anche una particolar Congregazione, concorrendovi ne' villaggi quelle de' vicini Casali, e non affidavala, che a qualche vecchio sperimentato ecclesiastico. Istruir si dovevano ogn'otto giorni sopra le virtù Cristiane, mettendosi loro in veduta specialmente i pregi della castità, e frequentar dovevano ogni otto giorni i santi Sacramenti. Quest'era una grand'opera. Vi erano zitelle, che anche si comunicavano le due, o tre volte in ogni settimana; e tante di queste si consacravano a Gesù Cristo, senza voler sapere nulla di marito.

 

Stabiliva in Chiesa ogni mattina la meditazione in comune de' novissimi, maggiormente sulla Passione di Gesù Cristo; ed un Sacerdote in atto, che celebravasi la santa Messa, legger dovea al Popolo un punto di queste meditazioni. Insinuava, non potendosi andare in Chiesa, farla in casa. Con questo mezzo si vedevano in ogni luogo anime elevate a somma perfezione.


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Voleva ogni sera, l'inculcava ai Parrochi, e raccomandavalo ai Vescovi, che verso le ore ventiquattro fatta si fosse in Chiesa in comune la visita a Gesù Sacramentato, ed a Maria Santissima. Se Gesù Cristo, è il fonte di tutte le grazie, Maria Santissima n'è il canale.

E' sentimento comune, ch'egli solo Alfonso abbia stabilito, e promosso in questo Regno un tale ossequio verso Gesù Sacramentato, e Maria Santissima. Di presente si può dire, che quasi non v'è fedele, che manchi ad un sì divoto esercizio; v'è Chiesa, ove non vedesi di sera praticato un culto così sacrosanto.
Ogni giovedì la sera voleva ancora, che, sonata, un'ora di notte, si sciogliessero festeggiando le campane di tutte le Chiese, e che ognuno cacciandosi de' lumi alle finestre della propria casa, rammemorasse il gran dono, che Gesù Cristo in questo giorno ci fece del divin Sacramento, e che ginocchione recitar dovesse in onor suo cinque Pater, Ave, e Gloria avanti alla finestra, colla faccia rivolta ove conservavasi il Santissimo Sacramento.

 

In ogni paese, affinchè il Popolo avesse tenuto presente la Morte, e Passione del Salvatore, erigger soleva, nell'ultimo giorno della vita divota, il Calvario, in poca distanza dall'abitato, consistente in cinque gran Croci. Questa funzione riusciva troppo tenera. Usciva di Chiesa Alfonso e Compagni, ognuno con pesante Croce sulle spalle; e piantandosi ogni Croce, eravi un divoto sentimento intorno al proprio Mistero. Non era quello un atto apparente per Alfonso. Avendo di mira Gesù al Calvario, caricavasi della Croce la più gravosa. Nella Terra di Caposele fu veduto così oppresso dal peso della Croce, che impiagato se li vide l'omero sinistro, e scorticato.

 

Tra tutti i mezzi, che Alfonso avea a cuore, affinchè le Anime mantenute si fossero in grazia, il mezzo de' mezzi era, che si capisse il gran bene, che produr suole la frequenza de' Sacramenti, e che ognuno se n'invogliasse. Confessione e Comunione sono, ei diceva, e ripetevalo sempre, la sorgente di tutt'i beni; questi abbattono le passioni, e ci fortificano contro le tentazioni: senza di questi si cade, e si va in precipizio.

Inculcava perciò che in ogni otto giorni ricevuti si fossero questi due Sacramenti, con ispiegare la disposizione con cui dovean riceverli; ma alle anime divote, ed esenti da' volontari peccati veniali, voleva la comunione due, o tre volte la settimana.

Per la frequenza de' Sacramenti è molto tenuto specialmente questo Regno, allo zelo di Alfonso Liguori, che per ogni dove la promosse e già radicata si vede con comune consolazione.

 

In ogni Missione soleva egli fare una particolar predica sulla necessità della Preghiera, e quanto questa sia efficace, per ottener da Dio le grazie necessarie. Questa predica eragli molto a cuore, e voleva, che dai nostri tralasciata non si fosse.
Gesù Cristo, diceva, ha riposto


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la nostra salute nella Preghiera: se non si prega, le grazie non si ottengono; e se il Popolo non comprende cosa sia questo gran mezzo, non sarà mai per invogliarsene, e ricorrere con fiducia ai piedi di Gesù Cristo. Si diffonderà in orazioni vocali, o mal capite, se in latino, o strapazzatamente affardellate, ancorchè italiane.

Oltre della predica a parte fu questo particolare, anche in fine d'ogni predica incaricava, e trattenevasi imboccando al popolo il come ricorrere a Dio nelle angustie, e tentazioni.

Altre pratiche di pietà suggeriva ancora al Popolo per passare la giornata cristianamente, e per ascoltare con frutto la S. Messa. Pregate, diceva, e pregate assai: se pregarete, otterrete; vi mancherà cosa per potervi salvare.

 

Tra' i Missionarj del regno non eravi in uso la predica del Patrocinio di Maria Santissima. Tutto era terrore, e spavento. Alfonso l' introdusse, ed essendosi sperimentata di molto profitto, di presente adottata si vede da tutti i Missionarj.

I Novatori, diceva Alfonso, spacciano come' ingiuriosa a Dio la divozione verso Maria Santissima, negandole la possanza, ed impugnandone l'intercessione; ma spetta a noi far vedere per profitto de' Popoli, quanto ella può presso Dio, e quanto sia grato a Dio vederla onorata. Esaltavane il potere, e ne magnificava l'intercessione; e coll'autorità de' Padri comprovava esser impossibile, che un vero divoto della Vergine possa dannarsi, sì perchè ottiene le grazie necessarie per salvarsi, sì perchè non si può esser vero divoto di Maria Santissima, senza essere ossequioso verso Dio.

Predicando voleva sempre di fianco alla Cattedra la statua di Maria Addolorata; ed in fine d'ogni predica non mancava far ricorrere il popolo al di lui patrocinio, per ottener da Gesù Cristo il perdono de proprj peccati. Encomiava così altamente i pregi, e la potenza di Maria Santissima, che anche ogni disperato concepiva speranza di sua salute. Si è conosciuta così profittevole questa predica del patrocinio, che tanti non convertiti nelle prediche di spavento, si veggono compunti in questa di Maria Santissima.

 

Aveva in uso negli esercizj così a' Preti, che a' secolari, e molto più alle Monache di fare una particolar predica dell'amore di Gesù Cristo verso l'uomo, e dell'ingratitudine dell'uomo verso un Dio fatt'uomo per esso. In bocca di Alfonso questa predica promoveva in tutti fiumi di lagrime, e dir soleva, che chi non si commuove in vista dell'amore di Gesù Cristo, o è pazzo, o ha perduta la fede.

 

Come cosa principale aveva sopratutto di mira tra' Cittadini la pace, e l'unione de' cuori. Stimava perduta la Missione, ove rimanevano partiti e dissensioni.
Peccati, e partiti, soleva dire, sono una medesima cosa. Mezzo non lasciava, per rimetter la concordia tra tutti, e tra le particolari famiglie, maggiormente se vi era sangue per lo mezzo:


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trovava riposo, se riconciliati non vedevali, e stretti insieme colla Carità Cristiana.

A tal' oggetto destinava due Padri, che da pacieri avessero avuto di mira questa grand'opera.

 

Il giorno della benedizione era giorno di somma allegrezza per tutti. Riserbava quest'atto in giorno festivo, affinchè tutto il Popolo vi fosse intervenuto.
La mattina con modo particolare assister si doveva dai Padri a ricever le confesisoni di quegli uomini, e donne ritirate da fuori, che forse non ancora eransi riconciliati. Vestivasi di gala una Statua di Maria Santissima, togliendosi di fianco alla Cattedra quella de' dolori.

Esposto il Venerabile, portavasi processionalmente dal Clero, e dalle Confraternite, ed usciti fuori la porta della Chiesa, davasi la triplice benedizione al paese, ed alle campagne. Riposto il Venerabile, e recitati i soliti Pater ed Ave, per lucrarsi le indulgenze, egli salito sulla Cattedra dava li mezzi per mantenersi ognuno in grazia di Gesù-Cristo, coi ricordi particolari ad ogni ceto di persone.
Dandosi la benedizione, tutte le campane delle Chiese festeggiavano, e facevansi eco l'un l'altra.

 

Se diradicare cercava il male, e piantarvi il bene, in seguito innaffiar procurava i semi buttati in tempo della Missione, e renderli vie più vigorosi. Il Rinnovamento di Spirito, così detto, ed è cosa da esso introdotta, l'unico mezzo, che egli adoperò per ottenerne il premeditato intento.

Consisteva questo in ritornare, a capo, di pochi mesi dopo la Missione, nel medesimo paese, ma per pochi giorni, e con minor numero di soggetti. Avvalendosi della parabola de talenti, soleva far vedere, quanto Iddio è rigido esattore con chi non traffica le sue grazie: i castighi temporali, ed eterni per chi non persevera nel bene, l'impossibilità di nuova luce, con chi l'ha ricevuta, e non ci ha corrisposto; e le grazie temporali, ed eterne riservate ai perseveranti, e fedeli.

Con questo infervorava i buoni ad odiar il peccato, rialzava qualche anima ricaduta, e raccoglieva alle volte qualche spica, che in tempo della messe, o era immatura, o scappata si vide a' metitori Evangelici. Sperimentò così proficuo questo rinnovellamento, che lo volle per regola ai suoi Congregati.

Tale fu il sistema, che si tenne da Alfonso nelle sue Missioni.




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