Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

IntraText CT - Lettura del testo

  • Libro 4
    • Cap.3 Perfeziona Alfonso, e dedica a Pio VI la sua Opera sulla Divina Provvidenza.
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

- 12 -


Cap.3

Perfeziona Alfonso, e dedica a Pio VI la sua Opera sulla Divina Provvidenza.

 


- 13 -


In Nocera, nel medesimo anno che vi giunse, ancorché così occupato, e travagliato, perfezionò Alfonso l'Opera intrapresa sulla Divina Provvidenza; cioè in aver Iddio salvato l'uomo per mezzo di Gesù Cristo. Quest'Opera non può leggersi senza intenerirsi, e vedersi commosso ad amare un Dio fatto Uomo per amore dell'uomo.

I suoi sentimenti, così si spiega il Canonico D. Giuseppe Rossi, sono tanti sproni, che risvegliano ad amarlo: Quibusdam, veluti additis calcaribus in Dei charitate hominum animus excitatur; sono tali, che le anime meticolose animate si veggono a sperare la Divina Misericordia: Opportuna quaedam exibentur monita, unde in Divinae miserationis fiducia, meticulosi fideles inflammatur.

Aggiunge di vantaggio in quest'Opera altri due opuscoli; il primo dell'Amore Divino, e de' mezzi per acquistarlo: il secondo contiene varj consigli, che sono di sollievo, e di confidenza per un'Anima desolata.

 

Non finisce di ammirare l'anzidetto Canonico il zelo di Alfonso, e come in età così avanzata, e così mal ridotto, non lasciava impiegarsi per lo bene delle Anime: Licet senio confectus, et deperditarum virium imbecillitate laboret, semper tamen sibi idem, frequentibus scriptis Christianae plebi ad pietatem informandae, quoad ejus fieri potest, animum intendit.

Ammirando quest'opera Monsignor Cervone, allora Regio Professore, meno stupito non resta: Benché vi sieno, così egli alla Maestà del Re, fino alla nausea di tai libri divoti, tuttavolta le opere di Monsignor Liguori sono al di sopra di tutti, quanto a tutti è superiore la pietà sua, non solo ne' vostri Regni, ma per l'Italia tutta:  Quae sunt religiosissimi Alphonsi de Ligorio, olim Antistitis Agatensis, e multitudine emergunt, tantumque eminent supra caetera omnia, quantum ejus pietas, modestia, charitas supra omnium recentiorum scriptorum virtutem eminere per omnem Italiam, nedum Regnorum tuorum Provincias, compertum est.

 

Tra questo tempo essendosi veduta fuori colle stampe la stravagante riforma, che nella Chiesa intentar voleva l'Abbate Rolli, Prete Calabrese, contraria alla dovuta pietà verso Maria SS., Alfonso non mancò attaccarlo. Critica l'Abbate i titoli che se le danno di Turris Davidica, Eburnea, et Domus Aurea, chiamandole voci affettate e ridicole: così Speculum justitiae, Refugium peccatorum, Janua Coeli, et Stella mattutina. Vorrebbe, che si abolissero le Litanie; e con bocca sacrilega si


- 14 -


anche avanza, che per cieco rispetto, e con ispirito di partito si sostengono tai titoli nella Salve Regina.

Restò tocco nel vivo Alfonso per tanta empietà dell'Abbate; e benché diffusamente attaccato l'avesse Idelfonso Cardone, Religioso di S. Francesco di Paola, egli in accorcio, e con altre aggiunte non mancò attaccarlo; e con esso anche Lamindo Prittanio, di cui il Rolli si avvaleva. "A scrivere quel poco che ho scritto, così egli, mi ha mosso il veder posto in discredito dall'Abbate Rolli le divote preghiere, ed i titoli, che comunemente da' Fedeli si danno a Maria Santissima nella Litania, e nella Salve Regina, come sentir chiamare divozioncelle gli scapolari, ed il Rosario: divozioni così religiose, che mi sono state care fin dalla fanciullezza".

 

Essendosi veduto soprafatto Alfonso da tante beneficenze del Santo Padre Pio VI, così in accrescerli la pensione,e rilasciarli i diritti, che per vedersi sgravato dal peso del Vescovato, volendo essergli grato, se altro non poté, li fe dono è dedicolli nel principio di Novembre quest'Opera, che compiuto aveva, sulla Divina Provvidenza. Con questa vi unì ancora altre sue Opere. "Le umilio, ei dice, questa mia operetta composta in questi ultimi anni di mia vita, quale penso che verisimilmente sarà l'ultima; giacché da quattro, o cinque mesi in qua, vedo che la testa mi va lasciando. Supplico correggerla, se vi è cosa che non le piaccia; e stimandola profittevole a' fedeli, volermi benedire insieme coll'Opera".

 

Gradì Pio VI. il dono, benché picciolo, e col Breve, che li trasmise, dimostronne il sommo suo compiacimento. Loda la pietà, ed esalta la dottrina. Perlibenter accepimus duo a te nobis dono transmissa opuscula, così egli a' 16. del medesimo mese, in quibus praeclarum pietatis tuae studium cum sacra doctrina conjunctum elucet.

Spiegasi, che maggiormente verso di lui se li accresce, e conferma la sua paterna amorevolezza, perchè nata dal merito della virtù, che in se possiede: Eamdem mirifice augent nostram, qua te complectimur paterni animi benevolentiam, quae quum ex virtutis, meritorumque opinione proficiscitur, majorem in modum confirmatur.

Dovete voi, ei dice, essere persuaso, che quanto finora abbiamo fatto a vostro riguardo, non è che un pegno della buona inclinazione, che abbiamo verso di voi; e non mancheremo, secondo ci si presenteranno le occasioni, conprovarvelo co' fatti: Illud igitur tibi persuasum esse jure debet, quod in tui gratiam hactenus fecimus, pignus quoddam esse egregiae voluntatis in te nostrae, quam pro opportunitate magis in dies, magisque tibi testatum re ipsa facere parayti sumus.

Conchiude: Hanc in Pontificiae sanctitatis argumentum Apostolicam benedictionem fraternitati tuae peramanter impartimur. Porta la data il Breve apud Sanctam Mariam majorem sub annulo piscatoris die XIX. Novembris 1775.


- 15 -


Confuso Alfonso per tanta benignità del Pontefice, non trascurò i suoi più umili, e più sinceri ringraziamenti. Corrispondendo Pio VI. al di lui grato animo, con altro Breve de' 16. Dicembre si spiega essere stati superflui i suoi ringraziamenti, così per la pensione accresciuta, che per li diritti rilasciati, avendo a tutto abbondantemente supplito coi due mandatili in dono, e con uno dedicato a se medesimo: Liberalitatem erga te nostram, tum in augenda pensione, tum in minuendis ipsius expediendae pensionis sumptibus, de qua liberalitate plurimas gratias agis literis tuis, abunde quidem remuneratus viderim duobus illis libellis, quos dono misisti, et quorum unum nostro etiam nomine dicatum voluisti.

 

Si avanza il Papa e dice: Niuna cosa è stata a noi più grata, né più accetta di questo dono, che anzi rendiamo noi a voi i maggiori ringraziamenti, che se offerto ci avreste qualunque dono, che in maggior pregio si abbia presso tutti: Nihil nobis gratius, nihil acceptius fuit, et hac de causa majores tibi debemus gratias, quam si quae praetiosa et amplissima vulgo existimantur munera nobis obtulisti.

Confessa aver letto, benché tumultuariamente varie carte, e compromettesi, avanzandoli tempo, farlo di vantaggio: Illos quidem nos hac illac versavimus, et cursim attigimus, perlecturi aliquando, si a tot tantisque curis, quibus detinemur, respirandis locus erit.

Soggiunge esser egli ben persuaso rilevarsi nell'opera l'indefesso suo zelo in pascere il gregge di Gesù Cristo per quanto può; e che avendo rinunciato il Vescovado, dimesso non abbia il zelo, e l'officio di Vescovo: Non dubitamus tamen quia in iis mirifice elucet studium perpetuum, et ardentissimus pascendi, quoad potes Christi gregis: ita quidem ut Episcopatu abdicato, nunquam tamen Episcopalis animi vim et munus abjecisse videaris.

Non avendo Alfonso lasciato raccomandarli la Congregazione: Non vi è cosa più giusta, che cercar mi potete, dice il Papa, ed io non sono per negarla, così a voi, per la vostra esimia pietà, che a' vostri congregati: De societate Sanctissimi Redentoris, quam nostro et Apostolicae Sedis Patrocinio commendas, et a qua petis, et nihil est, quod nos tibi, eidemque societati, pro vestra eximia pietate, non libenter concessuri simus.

Conchiude: Interim nostrae charitatis certissimum pignus accipe Apostolicam benedictionem, quam tibi Venerabilis Frater per amanter impartimur. Datum Romae apud Sanctam Mariam Majorem XVI. Kalendas Decembris 1776.

 

Altra opera abbiamo di Alfonso giunto in Nocera. In due tometti pose in veduta le vittorie riportate in faccia a' tiranni da' Martiri più segnalati, che abbiamo nella Chiesa. Nella prima premette alcune riflessioni per ricavar frutto dalla lettura di queste vittorie. Rileva le


- 16 -


virtù esercitate da' medesimi Martiri ne' loro combattimenti, i diversi tormenti co' quali furono cruciati; ed indi i particolari martirj di varj eroi ricavati da atti autentici. La seconda parte contiene gli ultimi Martiri, che nel Giappone hanno data la vita per Gesù Cristo. Sussiegue in fine un trattato del Sacrificio di Gesù Cristo sulla Croce, e su l'Altare, con una breve dichiarazione delle preghiere, che si dicono nella Messa.

 

Compose quest'opera, essendo molto travagliato nella salute, e scrivendo a' 13. Novembre al P. Landi. "Io ho, dice, un catarro di petto di quelli soliti, che più volte mi hanno ridotto vicino alla morte; ma sto in pace, ed aspetto la morte senza spavento". Anche quest'Opera fece senso in Napoli.

Contesta il Canonico Fabio Massa, che tra le molte Opere date in luce da Alfonso, Nulla unquam, ni fallor, Christianae Reipublicae utilior apparuit, quanto questa della Vittoria de' Martiri, che benchè decrepito ha dato in luce: Quamvis aetate nimium fessus illustriores Martirum triumphos seligit, in iisque passiones intuetur, constantiam admirandam proponit. vi ha cosa, che sia più atta, ei dice, specialmente in questi tempi calamitosi, per render stabile la Fede, e per eccitarvi la Pietà: quo nihil validius ad Fidem, Religionemque firmandam, et roborandam, ac pietatem excitandam, nostris praefertim miserandis temporibus contraria nitentibus.

Benedetto Cervone, indi poi Vescovo dell'Aquila, trassecola anch'esso, ammirando in Alfonso un tanto zelo. Alphonsus de Ligorio Episcopus Agathensis, integritate morum, intelligentia, vigilantia, liberalitate supra omnium saeculorum memoriam praedicandus, qui de gravissimo animae negotio sollicitus, nihil eorum praetermittit, quibus sibi, aliisque ad coelestem patriam iter aut patefacere possit, aut expedire.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL