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P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

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  • Libro 4
    • Cap.18 Altri Opuscoli in diversi tempi, ed in quest'ultima età elaborati da Alfonso in benefizio delle Anime.
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Cap.18

Altri Opuscoli in diversi tempi, ed in quest'ultima età elaborati da Alfonso in benefizio delle Anime.

 


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Tra le tante Opere di Alfonso, l'ultima che diede in luce, e che indirizzò a' Monarchi, fu la Fedeltà de' Vassalli verso Dio. Altri argomenti alla mano egli aveva per lo bene delle Anime, e per la gloria di Gesù Cristo.

Il P. Villani avendo a cuore conservargli la vita, vedendolo decaduto, e così estenuato, gli proibì, come Direttore, ogni altra intrapresa. Di fatti in questi tempi vedevasi molto abbattuto. Egli medesimo confessa il suo stato in una sua al P. de Paola in Frosinone in data de' 2. Gennaro 1777.: Io mi sento malamente, gli scrisse, che non posso né scrivere, né leggere. Un dolore di testa, ma continuo, mi travaglia, ed ho lasciato ogni sorta di applicazione.

 

Anche in questo stato, non per applicazione, ma per sollievo, come ei si espresse col P. Villani, non mancò dar fuori alcuni fogli per divulgarsi dai nostri, e da altri Missionarj nel decorso delle Missioni.

In poche pagine rileva i due più necessarj avvertimenti ad ognuno


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per salvarsi, cioè La necessità della preghiera, e della meditazione di Maria Santissima. Stabilisce, che la preghiera è necessaria come di mezzo per conseguire la salute eterna. Che oltre l'ajuto generale per perseverare nella grazia, ci necessita lo speciale. Che chi non prega, non l'ottiene, e che Iddio non può non concedere le grazie a chi umiliato, e con perseveranza gliele domanda. Che siamo tenuti ricorrere a Dio, ed è precetto grave, specialmente ritrovandoci in pericolo di morte, o di grave tentazione. Colla preghiera a Dio incurca una special divozione a Maria Santissima. Chi non ha questa special divozione, con difficoltà, ei dice, potrà perseverare nel bene, e vincere il Demonio, venendo chiamata la Divina Madre, la Madre della Perseveranza. Conchiude: Chi prega si salva, e chi non prega è dannato.

 

Avea egli per le mani un trattatino del Sacrificio dell'Altare, che tutto giorno si fa da Gesù Cristo. Se ne compiacque; e vi distese una breve dichiarazione per le preghiere, che si fanno nella Messa. Pruova essere lo stesso il Sacrificio della Croce con quello dell'altare. Entra a spiegare parte a parte tutte le circostanze della Messa, rilevandone i misteri. Queste sue dichiarazioni giovano così per chi celebra che per chi assiste a questo gran Sacrificio.

 

Evvi una lettera ad un giovanetto circa gli Esercizj spirituali fatti in solitudine; come Iddio si comunica in quel tempo; e del gran profitto, che si ricava. Similmente restringe in un Opuscolo le meditazioni per otto giorni di Esercizj sopra le Massime eterne.

 

Vi sono gli Avvertimenti a giovani studenti, applicati allo Stato Ecclesiastico. Pondera quale sia la vera sapienza. Ah quanti uomini, ei dice, vivono gonfi di se stessi, per sapere di matematica, di belle lettere, di lingue straniere, e di cento notizie dell'antichità, che niente conducono al bene della Religione, e niente giovano al profitto spirituale. Esorta, che siccome si profitta nelle lettere, così avvanzi nello spirito, se giovar si voglia a se stessi, e rendersi utili anche agli altri.

 

Abbiamo una lettera di risposta ad un giovane, che dimanda consiglio circa lo stato di vita, che deve eleggere. Vuole che, per deliberarsi, si proponga esser l'Anima eterna, e l'unico fine per cui Iddio ci ha posto al mondo; che si metta avanti il punto della morte, e si scelga quello stato, che in quel punto si vorrebbe eletto. Propone lo Stato Religioso, come più sicuro per i gran mezzi che somministra a potersi salvare, e mette avanti i pericoli, che sono nel mondo. Vuole bensì, che si scelga un Monistero ove vi sia dell'osservanza: Se vogliate entrare, ei dice, ove sta rilasciato lo spirito, vi mettete in pericolo di perdervi.


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Vi sono gli Stimoli a' Religiosi per avvanzarsi nella perfezione del proprio stato. Pondera il fine per cui iddio li ha cavati da mezzo al mondo: rileva l'incorrispondenza di taluni; e viene ai mezzi, coi quali possono riformarsi, ed avvanzarsi nella perfezione.

 

Molti Opuscoli abbiamo per le sagre Vergini, e sono: Avvertimenti ad una Donzella, che sta in dubbio dello stato che ha da eleggere. Premette l'esempio di tante Sante Verginelle che, voltando le spalle al mondo, si sono consagrate a Gesù Cristo. Propone lo Stato Religioso, e pondera i pregi della verginità: così l'infelicità dello Stato conjugale, ed i pericoli, che l'accompagnano. Similmente la fiducia di salvarsi, servendo a Gesù Cristo nel chiostro, ed il timore che vi è di perdersi, vivendo nel mondo. Ogni maritata, conchiude, può dirsi Martire di pazienza; ma se ci ha pazienza. Altrimenti patirà un martirio in questo mondo, ed un martirio più penoso nell'altro.

 

Vi è un discorso familiare ad una fanciulla, che prende l'abito di Monaca. In questo rileva i pericoli, che vi sono nel mondo, e le grazie che si ricevono da Dio nello Stato Religioso. Anima la fanciulla a perseverarvi, e rileva i mezzi per corrispondere ad una tal grazia.

 

Abbiamo gli Stimoli ad una Religiosa per avvanzarsi nell'amore del suo Sposo Divino. In Succinto quest'Opuscolo contiene tutto ciò, che può stimolare una Monaca a togliere ogn'impedimento per farsi santa, ed amare Gesù Cristo.
Meditare, ed avere presente la Passione di Gesù Cristo sono i mezzi, che ei . L'amore che non nasce dalla Passione, che Gesù Cristo ha offerto per noi, è debole, ei dice. Consiglia la lezione de' libri santi. Nell'orazione noi parliamo a Dio, dice Alfonso, e nella lezione Iddio parla a noi. Anima la Religiosa alla comunione frequente. Quì si diffonde circa la disposizione. Soprattutto ricerca compiacimento, ed uniformità di volontà colla volontà di Dio. Una Monaca, così egli, che tutta si è data a Dio, di nulla si lamenta, e si contenta di tutto; ama la Regola, ed accetta ogni officio, ancorché disgustevole.

 

Volendo vedere vieppiù innamorate le Comunità Religiose di Gesù Cristo, con un altro Opuscolo esorta queste a voler fare avanti l'Altare del Sagramento le comuni orazioni. Quantunque il Signore, in ogni luogo, ei dice, è pronto ad esaudire ognuno, che lo prega, stando nel Sagramento, egli dispensa con maggiore abbondanza le sue grazie. Non contento di questo, desidera che a vicenda si destini in ogni ora del giorno una Religiosa, che facci compagnia a Gesù Sagramentato.

 

Altri avvertimenti generali vi sono per la Perfezione delle Monache. Restringe questa in dodici massime. Vuole per fondamento di tutta la perfezione una somma confidenza in Dio, ed una totale diffidenza di se stessa;


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guardarsi da ogni difetto ad occhi aperti, e non inquietarsi essendosi caduto, ma umiliarsi, risolversi, e con confidenza ricorrere a Dio; distacco da' parenti, e da ogni cosa; rallegrarsi vedendosi disprezzata; conservare il desiderio di crescere nell'amore di Dio; offerirsi spesso a Dio, ed uniformarsi nelle cose contrarie col divino volere; osservanza della Regola, ed ubbidienza ai Superiori, ed al P. Spirituale; aver Dio presente, e spesso purificare l'intenzione di volergli dar gusto. La buona intenzione, ei dice, si chiama l'alchimia spirituale, che fa diventare oro le azioni più materiali.

 

Abbiamo alcuni ricordi alle Religiose del SS. Redentore, che sono in Scala, ed in S. Agata. Raccomanda con gelosia la Vita Comune; che si guardi ognuna d'introdurre abusi contro l'osservanza; e che ognuna, sempre che si comunichi, rinnovi i santi Voti. Che si attenta al lavoro nelle ore definite, e che in Chiesa non s'introduca canto figurato, né musica. La Monaca, che canta con canto figurato, ei dice, piuttosto da agli uomini tentazione, che divozione.

Che con sommissione si accetti ogni officio, e si lasci totalmente la guida delle proprie nipoti alla Maestra destinata dalla Comunità; che non si scrivano lettere senza presentarle alla Superiora, e che dalla medesima si leggano le risposte. Entrando in dettagli di maggior perfezione, inculca la preghiera, e le orazioni giaculatorie, vuole che non si trascurino gli SS. Esercizj ogni anno, ed un giorno di ritiramento ogni mese. Soprattutto che ogni una si sforzi avvanzarsi nell'amore di Gesù Cristo, meditando l'amore, che ci ha dimostrato nella sua passione, ed in lasciarsi nel Santissimo Sagramento. Così avvanzarsi nell'amore di Maria Santissima. La Monaca, egli dice, che con amore speciale non ama la Madre di Dio, poco amerà Gesù Cristo, e molto ha che temere di sua salute.

 

Un altr'Opuscolo contiene tanti consigli di sollievo, e di confidenza per un Anima desolata. Consiglia per primo, che si ubbidisca esattamente al proprio Direttore; che nelle cose contrarie, si riceva tutto dalle mani di Dio; umiltà, e rassegnazione, ei vuole, nell'infermità; che spesso si offerisca a Dio senza riserba, e che sono soggetto delle sue meditazioni sia Gesù Crocefisso sul Calvario, ed annientato nell'Eucaristia; e soprattutto, che l'Anima si eserciti nella preghiera.
Conchiude, e dice, che niuna cosa tanto ci unisce con Dio, quanto le desolazioni, perché nelle desolazioni sono più puri, e più perfetti gli atti di uniformità colla volontà di Dio.

 

Avendo in mira i condannati a morte, restringe in un altr'Opuscolo gli Avvertimenti a' Sacerdoti che loro assistono. Rileva le tentazioni, che questi possono avere: così, se odiosità l'investe o contro gli Accusatori,. o contro gli Giudici: maggiormente se odiati si stimano da Dio, ed indegni del perdono, o che stimasi Iddio come tiranno,


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che creati gli abbia per l'Inferno; e per queste, e per ogni altra tentazione suggerisce de' varj mezzi.

 

In un Opuscolo abbiamo ciocchè in Missione il Predicatore avvertir deve per comune profitto; cioè la necessità, che si ha di pregare; la fuga dalle occasioni, ed il gran male di tante Anime, che per erubescenza non confessano i peccati commessi. Soprattutto vuole si animi il Popolo all'amore verso Gesù Cristo, ed alla divozione verso Maria Santissima.

 

In un librettino di poche pagine restringe per li Confessori di mezzano sapere i lumi più necessarj per lo disimpegno del proprio impiego. Quest'opuscolo quanto è ristretto, altrettanto è ripieno di celeste dottrina.

 

Gli scrissi, avendo io della divozione per le Anime purganti, che avendo fatto tante belle Opere in onore di varj Santi, non aveva fatto cosa particolare per le Anime del Purgatorio; tanto bastò per tesserne una breve novena. Promuove la divozione, ed anima i Fedeli a suffragarle.

 

Fra tutti gli Opuscoli, ed è forse l'ultimo da lui composto, è quello dell'Amore Divino, e de' mezzi per acquistarlo. Fa vedere, come e quanto Iddio desidera, e comanda essere amato da noi, e l'anticipata beatitudine, che si gode amando Iddio. Mezzo per avvanzarsi in questo amore inculca il distacco dagli affetti terreni; meditare, ed aver presente la sua Passione, e l'amore in lasciarsi per noi nel Divin Sagramento. Uniformità ricerca colla divina volontà; raccomanda l'orazione, e la preghiera. Tutta la vita de' Santi, ei dice, è stata vita di orazione, e di preghiera; e tutte le grazie, con cui si sono fatti santi, non le hanno ricevute, che colla preghiera, e coll'orazione.

Altri Opuscoli vi sono, che ora non sovvengono, e tanti uniti anche si veggono nelle diverse sue Opere.

 

Eccezione di Anima non vi fu in Alfonso. A tutto pensò fino all'ultima decrepitezza. Tutte gli erano care, perché tutte redente col sangue di Gesù Cristo. Avrebbe voluto togliere dal mondo il peccato, e veder tutti in salvo quanti vi erano nel mondo, massime in istato di perfezione quelle Anime, che a Dio eransi consegrate. Il zelo di Dio, e delle Anime, dir poteva anch'esso, mi ha roso, e consumato.




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