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P. Antonio Maria Tannoia
Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori...

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  • Libro 4
    • Cap.39 Funerali solennizzati nella Cattedrale di Nocera, e nelle nostre Case, ed altri prodigj operati da Alfonso.
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Cap.39

Funerali solennizzati nella Cattedrale di Nocera, e nelle nostre Case, ed altri prodigj operati da Alfonso.

 


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Troppo scarsa nella nostra Chiesa, perché non capace, erasi stimata la pompa funebre per Alfonso. Unito di sentimento il P. Villani con Monsignor Vescovo si determinò replicarla il settimo giorno nella Chiesa Cattedrale, per supplire in parte a quel tutto, che per necessità erasi mancato.

Preventivamente Monsignore fe precorrere l'invito a tutti i Regolari, a gentiluomini e titolati, ed a tutta l'Ufficialità, che nel Real Quartiere resideva. Glorioso fu il catafalco. V'intervennero i nostri, Monsignore assistette alla Messa, non potendo esso solennizzarla per i noti suoi acciacchi, ed il Canonico D. Francesco Saverio Calenda, miracolo di eloquenza, pose sotto gli occhi di tutti i meriti, che Alfonso aveva con Dio, e le rare virtù, che praticato aveva.
La Cattedrale, che non è picciola, zeppa si vide di popolo. Non invocavasi Alfonso, che come un Santo, e comune fu il pianto, ma di consolazione, e di tenerezza.

 

Solennizzandosi i funerali nella Cattedrale, in Casa nostra concorsa vi era quantità di gentiluomini Cavajuoli, ed Amalfitani: anche da Napoli, e dalla Torre, anziosi tutti di visitare il sepolcro, e farsi ricchi, se non di altro, de' ritagli delle vesti di Monsignore.

 

Nello stesso giorno si solennizzarono i funerali nella Casa de' Ciorani. Quel Rettore, il P. D. Pasquale Maria Capriola, mezzo non lasciò, né badò a spesa per renderli gloriosi. Superba fu la macchina, e tale, che equivaleva alle più pompose, che si veggono nella Capitale. Tutto fu singolare. La fama, che animava i popoli a venerare Alfonso, essa fece l'invito per assistere a questi funerali.

Un mondo di gente, animandosi l'un l'altro, concorrere si vide da tutte le borgate di Sanseverino, da Siano, dalla Baronia di S. Giorgio, e da' Casali di Bracigliano, e col popolo la nobiltà tutta de' rispettivi Paesi. Dico cosa di più.

Quasi si fosse per celebrare non una pompa di lutto, ma la Festa di un qualche gran Santo, a situar si vennero, anche da Paesi lontani, colle loro banche, dei venditori delle confetture, ed altri dolci. Monsignor Nicodemo, Vescovo di Marsico, ritrovandosi nella Penta sua Padria, accettò con suo piacere l'incarico per solennizzarvi i Pontificali.

Invito vi fu di Sacerdoti, e Parrochi; e da Bracigliano portaronsi i RR. PP. Riformati di S. Francesco per cantarvi l'Ufficio. La Chiesa, ancorché spaziosa, non videsi capace a tanto popolo. Spettò al nostro P. D. Francesco Saverio di Leo tesserne l'elogio. Monsignore,


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ammirando le gesta, vedevasi sul Trono non piangere, ma dare in singulti.

Mancava cosa per rendere in tutto gloriosa questa pompa, e supplì Alfonso. Una donna che da dieci anni pativa di cataratte, ed era in tutto cieca, desiderosa di ottener grazia, si fe portar in Chiesa. Animata dalla confidenza, alzando la voce alla presenza di tutti, D. Alfonsodisse, non ti tengo per santo, e che stai in Cielo, se non mi fai la grazia.  Quanto chiese, tanto ottenne; e colla vista ricevuta, tutta contenta fe ritorno a casa sua.

 

Umili, e dimessi credevansi sortire questi lugubri Ufficj nella Casa d'Iliceto, perché solitaria, e lontana dall'abitato. Sollecito il P. D. Baldassarre Apicella, che n'era Rettore, volerne solennizzare la memoria colla maggior pompa che si poteva, ottenne da' Canonici di Troja, mitra, e pastorale, e tutti quei apparati che bisognavano, per solennizzarvi la Messa, e vestir a bruno la Chiesa. Tra i tanti Oratori in Provincia, prescelse per l'orazione funebre D. Teodoro Calvino, Canonico della Cattedrale di Venosa, uomo troppo benemerito della Congregazione, e di Alfonso: così per la Messa invitato venne da Ascoli l'Arcidiacono D. Michelangelo Cirillo, anch'esso nostro benefattore, e divotissimo di Monsignore.

Essendosi penetrato ne' vicini Paesi, che nella nostra Casa architettavasi castellana per i funerali di Monsignor Liguori, più non vi volle per vedersi i nostri sopraffatti da quantità di Preti, di Regolari, e di gentiluomini. Oltre dei tanti che vennero da Troja, da Ascoli, da Venosa, da Candela, da Santagata, dalla Rocchetta, da Bovino, da Monteleone, e dalla Terra di Accadia, ne capitarono anche da Foggia, da Lucera, e da Venosa. Il Capitolo d'Iliceto anche v'intervenne cogli abiti corali. Fu tale il concorso, e tale la pompa, che fe del rumore in quella Provincia.

 

In Benevento si segnalò nell'onorare Alfonso il nostro P. D. Gaspare Cajone. Ecco come egli medesimo ne riscontra a due Settembre il nostro P. Villani. "Grazie a Dio, qui i funerali pel nostro S. Padre si son fatti con quella maggior pompa, che si potevano. Vi è stato l'intervento del Cardinale, Magistrato, Clero Secolare, e Regolare, nobiltà dell'uno e l'altro sesso, gentiluomini e gentildonne, e popolo di ogni sorte. Calò da S. Angelo anche il P. Rettore con tutti i PP. e Chierici. Sua Eminenza fece pubblicar l'Indulgenza di trecento giorni, e nella Chiesa non si capiva un acino di miglio".

"Cominciò la funzione, così egli prosiegue alle ore tredici, e mezza, e finì alle sedici, ed un quarto. La Messa si celebrò dall'Arciprete Terragnoli: assistette ai Pontificali Sua Eminenza; e fu cantata da' nostri Cappellani, con altri delle migliori voci della Città.

L'orazione funebre non fu meno di un ora, che parve un momento: fu recitata dal Mansionario D. Giovanni Capobianco, che riscosse la


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pubblica approvazione; ed il Cardinale l'intese con infinito piacere. Il catafalco fu suntuosissimo, con due ritratti di Monsignor nostro, uno che riguardava la porta, e l'altro l'altare maggiore: vi erano circa dugento lumi, ed intorno alla pira sedici torcie di tre libre l'una. Intorno vi erano quattro iscrizioni da me fatte, ed un altra sulla facciata esteriore della Chiesa,a coll'impresa del Redentore, ed insegne Episcopali, sostenute da una morte assai ben fatta.

Vi furono cinque assoluzioni colla Libera, ma la prima fu cantata solennemente dal Cardinale. Si dispensarono da sette in sei cento figure, ma ce ne volevano migliaja, ed a momento abbiamo richiesta da ogni ceto, e di figure, e di altre sue reliquie".

Sua Eminenza  ragguagliandone anch'essa il P. Villani: "Qui, scrisse Venerdì si fece la funzione assai decorosamente, ed io c'intervenni, e ci assistei Pontificalmente".

 

In S. Angelo a Cupolo anche si distinsero i nostri. Non contento il


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P. Rettore D. Niccolò Grossi di un funerale, appena s'intese la morte, un altro, ma pomposo, ne solennizzò a tredici di Agosto con invito di amici, e Regolari, di molti Parochi, e Preti di quei Casali. Ritrovavansi in Casa per gli Santi Esercizj un gran numero di iniziandi ai sacri ordini della Diocesi, così di Cerreto, che di Benevento, e Termoli. Invogliati questi di celebrarne le glorie, intavolarono una solenne Accademia, che riuscì a tutti di somma soddisfazione.

 

In Caposele si segnalò il P. Rettore D. Michele Tozzoli. Volendo questi onorare al non più il comun Padre, procurò dalla Cava, non badandosi a spesa, drappi, ed apparatori. Tutta la Chiesa fu posta a bruno; né mancò invitarvi tutti i Parrochi della Diocesi, i Preti, e i


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gentiluomini i più rispettabili. V'intervennero ancora, con loro compiacimento, i Canonici della Cattedrale di Conza. Superba fu la castellana; e non minor soddisfazione vi diede colla sua orazione il P. D. Giuseppe di Meo, Nipote del celebre P. D. Alessandro. Non furono funerali, ma trionfo, anche vedendosi avanti la Chiesa banche di dolci, e di altre merci. Vi fu ancora un erudita Accademia in onore di Alfonso; e furono tali i componimenti, che copie si desiderarono nelle vicine Diocesi.

 

Meno solenne non fu la pompa funebre in Gubbio. Benché conosciuto vi fosse Monsignore solo per le sue Opere, sentendosi la sua morte, il Vescovo, tutto il Clero, ed il popolo ne presero la più tenera divozione. Un magnifico catafalco, in tre piani diviso, si vide eretto nell'Arcipretale di S. Giovanni. Scorgeansi, ne' quattro lati del primo, le armi gentilizie de' Signori Liguori, unite a quelle della nostra Congregazione: nel secondo, varj emblemi indicanti le virtù di Monsignore; e nel terzo, vedeasi situata la di lui Immagine, che venne da tutti ossequiata, come quella di un Santo.

V'intervenne tutto il Clero, vi fu musica, e solennizzò la Messa Monsignor Angeletti, già Vescovo di Gubbio. Oltre un gran concorso di popolo, di Dame, e Cavalieri, vi assistettero con loro compiacimento tutte le Comunità Religiose. Una commovente orazione si recitò dal nostro P. D. Giuseppe Maria Martorelli, un tempo chiarissimo Gesuita; vi fu cosa, che mancasse per eternare in quella Città la memoria di Monsignor Liguori. Così in Scifelli, ancorché Luogo non frequentato, si onorò la memoria del comun Padre nel miglior modo, che comportava la picciolezza del Luogo.

 

In Frosinone si segnalò tra tutti, anzi s'immortalò, il P. D. Francesco de Paola, ritrovandosi Superior Generale.

Riscontrandoci di colà il P. D. Michele di Michele, scrisse: "Qui i funerali si sono fatti solenni al nostro santo Fondatore. Vi è stato l'invito della Collegiata. Tutti i Signori Canonici vi sono intervenuti con sommo compiacimento, e la prima Dignità ha solennizzata la Messa. Nel mezzo della Chiesa si è eretta una non mediocre castellana; l'orazione funebre, che tanto è piaciuta, che benché composta dal P. de Paola, si è recitata dal nostro P. Quattrini. Il concorso de' Preti, de' Monaci, e delle persone civili, non fu picciolo. Verso la metà della castellana eravi situato il Ritratto di Monsignore; e tutti di ogni ceto, anche Preti, e Regolari andavano a baciarlo. Si è risvegliata in tutti una somma divozione verso la benedetta Anima; ed avendolo tutti per santo, tutti vogliono Immagini, e reliquie".

 

In Sicilia anche si segnalarono i nostri nella Casa di Girgenti. Oltre de' comuni Suffragj, onorar si volle la memoria a' cinque di ottobre con una pompa non ordinaria.
Questa fu fatta nella Chiesa Cattedrale, volendone onorare la memoria quel rispettabilissimo Capitolo.


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Assistettero tutti i Regolari; v'intervenne, oltre un gran popolo, tutta la nobiltà, e ci fu concorso da varj Paesi vicini. Superba fu la macchina, ed a vista del popolo, l'Immagine di Alfonso circondata da emblemi. Il Canonico D. Domenico Spoto, Vicario capitolare, e prima Dignità di quella Cattedrale, solennizzò la Messa; ed il P. D. Pietro Blasucci, che n'era Rettore, rilevò con applauso di Monsignore, le virtù tutte da esso praticate.

Tutto fu glorioso; ma Iddio vi volle concorrere anch'esso nel glorificare Alfonso. Un uomo da gran tempo afflitto da varie infermità, sentendo i funerali per un Vescovo santo, non reggendosi in piedi, si fe portare in Chiesa.

Raccomandandosi ad Alfonso, riceve a vista di tutti, ma con istupore di ognuno, l'intiera guarigione; e glorificando Iddio, e magnificando Alfonso, sano ritorno a casa.

 

Ommetto, volendo dar luogo alla brevità, i funerali fatti con non minor pompa nella Città di S. Agata. Troppo ossequioso era per Alfonso quel Reverendissimo Capitolo, e molto più l'Arcidiacono D. Nicolò de Robertis, ch'era Vicario Capitolare. Il Canonico D. Pasquale Napoletano, che recitò, con applauso comune, la funebre orazione, non dovette andar raccogliendo i pregi del defonto, avendo a dovizia sotto i suoi proprj occhi i rari esempj delle di lui azioni.

Così con non minor fasto si solennizzarono i funerali in tutta la Diocesi. Non si pianse la perdita, ma si consolavano tutti, colla certa fiducia, di avere in Cielo un Padre, e così amoroso, per loro Protettore.

 

 

 

Posizione Originale Nota - Libro IV, Cap. XXXIX, pag. 211

Nel frontespizio della Chiesa al di fuori.

 

ALPHONSOMARIAE . DE . LIGORIO PATRICIO . NEAPOLITANO

S. AGATHAE . GOTHORUM . EPISCOPO

CONGREGATIONIS . SANCTISSIMI . REDEMPTORIS

INSTITUTORI PATRI . BENEMERENTISSIMO

OPTIMO . INCOMPARABILI  FILII . TANTO . PRAESIDIO . ORBATI

MOERENTES . JUSTA . PERSOLVUNT.

 

In faccia al Catafalco.

 

ALPHONSOMARIAE . DE . LIGORIO NEAPOLI . SUMMO . LOCO . NATO

MUNDI . TRIUMPHATORI . EXIMIO

ECCLESIASTICI . ORDINIS CATHOLICAE . FIDEI

LUMINI . DECORI . ORNAMENTO

CONGREGATIONIS . SANCTISSIMI . REDEMPTORIS

PATRI . INSTITUTORI CIVITATIS . S. AGATHAE . GOTHORUM

EPISCOPO . VIGILANTISSIMO

VIRO . VERE . APOSTOLOCO . VERE . MAGNO

HEU . NUPER . E . VIVIS NON . SINE . INGENTI . BONORUM . LUCTU

EREPTO SEMPITERNAM . REQUIEM ADPRECATOR




a Gli emblemi che nel catafalco si apposero, perché non di pompa, ma di merito, non è giusto attrassarli. Sono i seguenti; e tanto più sinceri, perché intimo il P. D. Gaspare, e testimonio oculare delle gesta di Alfonso.






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