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Cap. 40
Altri solenni funerali fatti per Alfonso in altri
luoghi del Regno.
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Se la gloria a' giusti è
il compenso delle proprie umiliazioni, straordinaria, e fuor di misura esser
doveva per Alfonso, perché umili, e troppo profondi furono i suoi abbassamenti.
Il giorno trentesimo della sua morte non fu per lui, che giorno di trionfo, ed
altro non si videro per ogni dove, che suntuosi funerali, e superbe castellane.
Anche i primi oratori furono a gara a chi più magnificar poteva le tante virtù
di un Prelato così distinto, e così benemerito della Santa Chiesa.
Napoli se non fu la
prima, non fu di certo la seconda, nell'onorarne le memoria. Due magnifiche
castellane erette si videro, una a' 30. di Agosto nella Congregazione de'
Missionarj, detta della Conferenza; e l'altra a' 12. Settembre in quella delle
Apostoliche Missioni, riconoscendolo tutte e due per loro Confratello. Nella
prima vi recitò la funebre orazione il Sacerdote D. Giuseppe di Onofrio, e - 215 -
nell'altra il Parroco D.
Onofrio Scoppa, ambedue tra i primi oratori di questa Capitale; ed in tutte e
due le funzioni intervenir vi volle l'Eminentissimo Capece Zurlo, già
Arcivescovo di Napoli.
Ritrovandosi presente
il nostro P. d'Agostino, "Solenni, ci scrisse, sono stati i funerali in
questa Congregazione della Conferenza. Vi ha celebrato Monsignor Jorio. Oltre
del Cardinale vi sono intervenuti Vescovi, e Vicarj; fra gli altri Monsignor
Brancaccio, Vicario di Ariano, e Capua, ora di Cosenza; così D. Gennaro
Tortora, attuale Vicario di Salerno. Tutti vi sono intervenuti i PP.
dell'Oratorio; e vedevasi piena la Congregazione dentro e fuori di Avvocati, e
Cavalieri. Lunga è stata l'orazione funebre, che può dirsi un Panegirico di
Santi. Si è toccata la dottrina; ed ha battuto molto i rigoristi, e qualche
boccone non è mancato a' Vescovi. Così coll'intervento dell'Eminentissimo
Zurlo, Vescovi, e Vicarj Generali, con concorso di Regolari, e di altre persone
di primo rango celebrati si sono i funerali nell'altra Congregazione delle
Apostoliche Missioni".
Meno sontuosi non
furono ancora i funerali, che in Napoli si celebrarono nella Congregazione de'
Dottori, ed in quella che è detta de' Bianchi, similmente riconoscendolo tutte
e due per loro Confratello. Lo stesso fu fatto nella loro Chiesa da' Sacerdoti
della Sagra Famiglia detta de' Cinesi, fra quali un tempo vi fu Alfonso
Convittore. Esiste un Carmen a del degnissimo P. D. Felice
Cappelli della medesima - 216 -
Congregazione,
uno tra primi Letterati Napoletani, membro della Reale Accademia, e Soggetto
troppo ossequioso per Alfonso.
Monsignor Lopez di
Nola, e quel rispettabile Capitolo, che tanto lo venerarono in vita, anche dopo
morto se gli videro ossequiosi. Solenni furono i funerali, né si badò a spesa.
Emuli della Cattedrale
i Canonici dell'insigne Collegiata di Ottajano anche si segnalarono
nell'onorarne la memoria con Sagrificj, e con solenne castellana. "Come
quì si è intesa la notizia della morte di Monsignore, così anche da Somma il
Canonico D. Saverio Rodini al Padre Villani, il nostro Capitolo nè ha celebrati
i funerali. Sono questi piccioli contrassegni del grande ossequioso rispetto,
con cui ci rechiamo a pregio venerare la sant'Anima, e la sua Congregazione; e
crediamo non doverla cedere a qualunque Clero di questo Regno". Così si
celebrarono i funerali anche in Bosco. Troppo divoto era quel Clero di
Monsignor Liguori.
In Amalfi Monsignor
Puoti anche si segnalò. Tutto il Duomo fu vestito a bruno, ed anche tale la
porta esteriore. Superba fu la castellana. In Diocesi vi fu l'invito di
Ecclesiastici, e gentiluomini. Con applauso si recitarono le lodi di Alfonso
dal di lui degnissimo Nipote D. Gioacchino Puoti; né fu meno la spesa di circa cento scudi. Scala, e Ravello, ove
Alfonso buttato aveva le fondamenta di sua Congregazione, anch'esse, che godute
avevano i frutti delle prime sue fatighe, non furono lente ad onorarlo con i
loro funerali.
Monsignor Amato in
Lacedogna, così ben affetto di Alfonso, anch'esso si distinse tra tanti altri,
anzi ne anticipò gli ossequj. "Fin da Sabbato della prossima scorsa
settimana, così egli agli otto di Agosto, avendo ricevuto notizia certa di tal
dolorosa perdita del nostro benefattore Monsignor Liguori, stimai mio preciso
dovere far celebrare in questa mia Cattedrale le solenni esequie con
castellana, Messa cantata, Ufficio, ed altre proprie funzioni, senza
tralasciare di applicare il mio Sacrificio, siccome farò per molti altri giorni
continui, tuttoché sono nella ferma credenza, che bisogno non abbia l'Anima
benedetta di suffargj, e son sicuro, che nella Celeste Padria avrà ella memoria
di me misero peccatore".
Li Signori Canonici dell'insigne
Collegiata in Iliceto grati furono anch'essi in solennizzarne la memoria,
memori del gran bene da esso operato in quella Terra. Non contenti di aver
assistito ai funerali nella nostra Chiesa, ne solennizzarono gli altri nella
propria Collegiata.
Men sollecito non fu il
prestare ad Alfonso i più solenni onori Monsignor Nicodemo, Vescovo di Marsico
Nuovo; così Monsignor Rossetti in Bojano, e Monsignor Rosa nella sua Cattedrale
di Policastro. - 217 -
Tutti
e tre quest'insigni Prelati, si può dire, che gareggiarono in far noto a tutti
con eloquenti orazioni la vita sua, il sua zelo, e quanto oprato avea per le
Anime, e per la gloria di Gesù Cristo.
L'Arciprete D. Giuseppe
di Lucia, che un tempo fu nostro, volle anch'esso nella Terra di Sanfelice, in
Diocesi di Muro, prestare ad Alfonso i più solenni suffragj. Non mediocre
castellana eretta si vide nell'Arcipretale di quella Terra; ed il Sacerdote D.
Sebastiano de Jacobis, nostro Alunno vi recitò un enfatica orazione, e tale che
commosso si vide al pianto il popolo tutto. Non contento di questo anche vi fu
una eruditissima Accademia, in cui con Poesie in varj metri, toscani, greci, e
latini, con consolazione comune si specificarono, con lode di Alfonso, tutte le
di lui operazioni.
Se in vita fu
ossequioso per Alfonso Monsignor Zunica, Arcivescovo di Acerenza, e Matera, men
divoto non dimostrossi sentendolo passato all'altra vita. Non è che suffragollo
come defonto, ma onorollo come un santo glorificato in Cielo. Pomposi furono
nella Cattedrale di Matera i funerali, con invito del Ministero, del Clero
Secolare, e Regolare, e de' primi gentiluomini di quella Città, capo di tutta
la Provincia.
Non contento il Clero
della Città de' Pagani aver assistito a tutt'i suffragj nella nostra Chiesa,
come in quelli della Cattedrale, volle particolarmente rinnovarli nella propria
Matrice. Uniti i quattro Parrochi col Rettore della medesima D. Vincenzo
Criscuoli, a' 27. Settembre si celebrarono con pompa particolare. Ricca fu la
castellana, numeroso il concorso de' Regolari, e gentiluomini, graziosissimo
l'elogio, e venne rappresentato dal Sacerdote D. Giuseppe Messina, dotto
Individuo nella Congregazione de' Preti Missionarj della Città medesima. Non fu
funerale, ma trionfo da Santo; né segnalossi altrimenti per Alfonso anche il
Clero della Terra di Angri.
Volendo dimostrare i
gentiluomini della Terra di Arienzo una particolare gratitudine verso chi era
stato loro Vescovo, e Padre, non soddisfatti de' funerali già fatti da' Signori
Canonici nella insigne Collegiata di quella Terra, anch'essi vollero
segnalarsi, rinnovandone la memoria nel giorno decimo terzo di Ottobre.
Celebrati furono i funerali nella Regia Chiesa, detta dell'Annunciata. La
castellana, che fu fatta a spese del Pubblico, fu oltremodo gloriosa. Tutta la
Chiesa si vide vestita a bruno, e si solennizzarono i Pontificali da Monsignor
Rossetti, cittadino di Arienzo, e vescovo di Bojano, assistendoci Monsignor
Puoti, anche loro concittadino, ed Arcivescovo di Amalfi.
Per l'orazione funebre
venne incumbenzato il Cattedratico D. Nicola Valletta, noto in Napoli, e
concittadino anche di Arienzo. Sparsa la voce di tal apparecchio, e che il
Valletta era per coronar la pompa colla - 218 -
funebre orazione,
concorso vi fu di Preti, di Regolari, di gentiluomini, e titolati, non meno
dalla Diocesi, che da Montesarchio, e da altri Paesi circonvicini.
Grati i PP. Cappuccini
di Arienzo al loro insigne benefattore, dopo altri quindeci giorni, onorar vollero
anch'essi nella medesima Chiesa la memoria di Alfonso; e recitata fu l'orazione
dal P. Michelangelo di Ottajano, celebre tra i Cappuccini della Provincia.
Anche tanti Monisteri di Sacre Vergini,
per dirla in uno, non solo in Nocera, in Napoli, e nella Diocesi di S. Agata,
ma altrove ancora ne onorarono la memoria.
Ove recitossi il Notturno colle Laudi,
ed ove l'intero Ufficio con Messa solenne, e Libera. Migliaja di Sacerdoti per
ogni dove del Regno non mancarono suffragarlo con i loro particolari suffragj.
L'Eminentissimo Banditi, oltre aver
assistito ai funerali nella nostra Chiesa del Gesù, per più giorni suffragar
volle di per se la benedetta Anima, celebrando per quella. Ne pianse la morte
come perdita fatta di un intercessore in terra, e consolavasi, avendolo di
certo Protettore in Cielo.
Posizione Originale Nota - Libro IV, Cap. XL,
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