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cap. 41
Ferma fiducia, e sentimento comune de' Vescovi, e di
altre persone di riguardo, volendosi Alfonso di certo in Cielo, seguita la sua
morte.
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Sparsa la voce della
morte di Alfonso, tanti e tanti Vescovi non furono a condolersi, ma a
rallegrarsi coi nostri, per aversi presso Dio un comun Protettore, anzi facendo
eco all'innocente fanciullo Giuseppe Maria Fusco, tutti di consenso lo vollero
certo in Cielo. "Non mi cade dubbio, ed ho tutta la ferma certezza che
goda Iddio, così Monsignor Sanfelice riscontrato di esser morto. Gesù Cristo ha
detto: chi glorificherà me, io glorificherò lui; e qual uomo si è veduto così
impegnato per la gloria di Gesù Cristo, come Monsignor Liguori? Senza dubbio
dobbiamo aver per certo, che Gesù Cristo lo abbia subito accolto in Cielo, e
glorificato".
"Sono nella sicura
prevenzione, così Monsignor Aprile, Vescovo di Melfi, che la sua bell'Anima
abbia accresciuto il numero degli Eletti. Egli fu un vero modello di soda
pietà, e di esemplarissima vita, ed ha cercato sempre giovare al prossimo; ma
tale giovamento si estende anche alla tarda posterità, e coi suoi scritti, e
per mezzo de' suoi degnissimi figli".
Bastantemente è conosciuto
e per pietà, e per dottrina Monsignor Cervone, Vescovo dell'Aquila. Scrivendo
al P. Villani, così si spiega: - 219 -
"Da questo Signor D. Pasquale dell'Acqua, Fiscale di questo Regio
Tribunale, seppi il fine della santa, e gloriosa carriera di Monsignor Liguori,
e dalla sua ho rilevato le circostanze del felice suo transito. Io non fo
dubbio, che sia stato accolto in seno a Dio, e che goda la pienezza di ogni
bene in premio dell'Apostolico Ministero, virtuosamente da lui disimpegnato collo
spirito, colla lingua, colla penna, e colle sante operazioni. Anziché piangere,
sembra, che convenga festeggiare con replicati Alleluja il passaggio, che ha fatto dalla terra al Cielo, dalla via
al termine, e dal paese della menzogna, e della miseria, al regno della verità,
e della beatitudine".
In questa fiducia lo fu
anche Monsignor Sambiase, Arcivescovo di Conza. "Il Signore, così egli,
l'ha voluto alla sua gloria, che dobbiamo sperare aversi meritata
coll'esemplarità della vita, e con una santa condotta costantemente tenuta per
lungo corso di anni".
Monsignor D. Francesco
Sanseverino, Arcivescovo di Palermo, e Morreale, fatto inteso della morte di
Alfonso dal P. Villani, e pregato de' suffragj. "Ditela un po' meglio,
rescrisse: Noi abbiamo bisogno, che il santo nostro Monsignore, che sicuramente
ha riportato il premio delle indefesse sue fatighe in beneficio delle Anime, e
delle sue rare, e luminose virtù, ed ora sta godendo la faccia di Dio, che
preghi Iddio per noi. Io ne spero molto, perché mi amò sempre; e confido, che
mi abbia ad impetrare da Dio un sincero ravvedimento, e che una volta riformi
la mia vita".
"Il Signore ha glorificato, così in un altra sua, il santo nostro
Monsignore, che pregherà per noi".
Avendo sentito i
prodigj che operava, rescrisse: "Sempre più vi ringrazio delle notizie,
che mi continuate, riguardo al nostro santo Monsignore. Confido, che il Signore
lo abbia a glorificare. Una cosa, che l'appartiene, conservatela anche per me.
Il foglio l'ho fatto girare per i miei Monasteri, e per la Città tutta, dove è
stato sempre in concetto di santo".
Somma venerazione aveva
per Monsignor Liguori l'Eminentissimo Banditi, Arcivescovo di Benevento.
"Sensibilissima mi è stata, così egli, l'infausta notizia della perdita
del fu Monsignor Liguori, Soggetto degno di eterna memoria, e per la santità, e
per la dottrina; ed io che ne aveva tutta la venerazione, ne provo un sommo
dispiacere. Spero che il Signore lo abbia già nel numero de' suoi più cari, e
che dal Paradiso abbia ad influire a pro di noi, e della Congregazione. "
Riscontrato delle circostanze della morte,
così con altra sua: "Le circostanze della preziosa morte di Monsignor
Liguori mi hanno colmato di particolar tenerezza, rilevando a chiari argomenti
la glorificazione del Signore nel suo Servo per li prodigj, che sono seguiti, e
seguono. Ho avuto la consolazione di sentire le lodi del defonto, - 220 -
che ogni ceto di persone
fa al medesimo, con ricordare le virtuose di lui azioni. So che in Napoli se ne
parla con encomj: ed i funerali quì seguiti hanno richiamato il numeroso popolo
a dar lodi a Dio nel suo Servo".
Particolar divoto di
Alfonso fu Monsignor Coppola, Vescovo di Cassano. "Io ne ho inteso un
giubilo grande, così scrisse al P. Villani, sentendone i prodigj, avendolo
avuto per singolar padrone, e cordiale amico in vita, ed ora, che mi ci
raccomando, spero averlo mio Avvocato in Paradiso, acciò m'impetri dal Signore
la grazia, che sicuramente sta godendo, di salvarmi l'Anima, ed è quello, che
solo desidero".
Non altrimente la sente
Monsignor Santoro, Vescovo di Polignano. "La vita passata da Monsignor
Liguori, in se stessa irreprensibile, per quanto possiamo giudicare, e sempre
laboriosa pel servizio di Dio, e per la salute del prossimo, ci consola.
Speriamo, che lo stesso Iddio, per sua misericordia, lo voglia glorificare
anche in faccia al mondo in questi tempi
specialmente, che la Chiesa bersagliata per tutto dal mal costume,
dall'ambizione, e dalla miscredenza, sembra aver bisogno della di lui visibile
assistenza".
Giusto estimatore delle
virtù di Alfonso fu Monsignor Lopez, allora Vescovo di Nola, e di poi
Arcivescovo di Palermo, e Viceré in Sicilia. "Da sensibilissimo dolore,
così egli al P. Villani, è stato penetrato l'animo mio nella funesta notizia
della morte di Monsignor Liguori, la di cui perdita, quanto per cotesta
Venerabile Congregazione, altrettanto è riuscita per me amara, e dolorosa. Se
ella piange in lui un Padre e Fondatore, io compiango un Soggetto
rispettabilissimo, e per santità, e per dottrina. Viene non però temperata
l'acerbità di tal dolore dalla ferma speranza, che abbia Iddio in Cielo
coronato le sua virtù, e che ivi faccia per noi da fervoroso
Intercessore".
Bastantemente era nota
anche a Monsignor Sanseverino, Confessore del Re, la vita santa di Alfonso.
Quest'uomo così illuminato, come a tutti è noto; "E' vero, ei dice, che
cotesta Congregazione sia restata priva della presenza di Monsignor Liguori,
che è passato al mondo di là, ma non già della di lui protezione. La di lui
Anima santa è certamente nel Regno della gloria, ove particolare, e più potente
protezione avrà di noi, e della sua Congregazione".
In questa ferma
certezza, che Alfonso godesse in Cielo la gloria de' Beati, lo fu parimente
Monsignor Amato, Vescovo di Lacedogna. "Mi affliggo, ei scrisse, rilevando
la perdita dell'Anima santa del nostro Monsignor Liguori; e soltanto ritraggo
sollievo dalla ferma fiducia, e quasi certezza, che ora ritrovasi nella Padria
celeste, e gode - 221 -
l'eterna
gloria". In un altra degli 8. Agosto: "Rilevo con mia somma amarezza
la perdita fatta da ciascun di noi del nostro santo benefattore, Monsignor
Liguori, quantunque sono nella ferma fiducia, che la di lui Anima benedetta sia
già nel Cielo, e che goda quell'eterna gloria, ben meritata coll'eccelse sue
virtù".
Ringraziato Monsignor
Amato de' solenni funerali celebrati nella sua Cattedrale, rescrisse a' 22.
Settembre. "Altro non ho preteso, che adempiere a' miei precisi doveri,
con accompagnare l'Anima santa del nostro benedetto Prelato di S. Chiesa, il
prodigioso Monsignor Liguori coll'esequie, e funerali celebrati nel settimo
giorno del di lui felice passaggio in questa mia Chiesa Cattedrale, quantunque
di ciò bisogno non aveva, per la ferma fiducia, che spirito abbia l'Anima
benedetta nelle mani del nostro Divin Redentore; e, con tutto ciò, stimai mia
obbligazione unir a tal officio la celebrazione di molti Sacrificj, per
soddisfare in parte alle mie strettissime obbligazioni, quali continuo a
professare".
Monsignor Bonaventura,
Vescovo di Nusco, fu così preso dalla santità di Alfonso, che poco mancò e nol
mettesse sull'altare. Avendo inteso i patenti prodigj, e che Iddio vedevasi in
esso glorificato, "Mi sono animato, rescrisse, maggiormente a confidare
nella sua potente mediazione, ed invocarlo ne' miei bisogni spirituali. Sin dal
punto, che ebbi la sua figura, me la posi sul petto, e voglio in ogni conto la
reliquia promessami, che potrebbe acchiudere nella lettera medesima: Mirabilis Deus in Sanctis suis.
In un altra sua de' 16.
Agosto, così si spiega: "Quale è stata la sua edificante vita, tale è
stato il suo beato fine. Ecco finiti gli stenti i travagli, i sudori; ed ha
mietuto per una eternità quello che ha seminato in pochi periodi di vita
mortale. Sono io pazzo a non imitarlo. Iddio in mezzo alle maggiori corruzioni,
in cui si trova il presente secolo, ha de' suoi veri adoratori. Vorrei la
grazia di avere qualche reliquia per sollievo del mio povero afflittissimo
spirito". Ringraziando per il pezzetto di mantellone, e della veste, che
ricevuto aveva, "io lo porto, disse sul mio petto, con somma mia
divozione; e spero per la di lui mediazione, ed intercessione, ogni grazia, e
sollievo dalla misericordia di Dio alla mia estrema miseria. Ora ha in Cielo la
sua rispettabile Congregazione un gran Protettore, specialmente nella presente
universale corruttela".
Essendo stato
riscontrato, di esser Alfonso prossimo alla morte, Monsignor Puoti, Arcivescovo
di Amalfi, avanzandoci lettera a' 31. Luglio così si spiega: "La notizia
dello stato, in cui ritrovasi il nostro veneratissimo Monsignor Liguori,
siccome per una parte mi è riuscita di somma afflizione per la perdita che fa
la Chiesa militante - 222 -
di
un sì degno Soggetto; così per l'altra mi è stata di consolazione, sentendolo prossimo,
per sua rassegnazione, ad andare a raccogliere il frutto delle sue ben molte
fatighe. Avrei desiderato trovarmi presente ad un sì felice passaggio, se la
malagevolezza del viaggio, e la stagione corrente me l'avessero permesso, per
vedere co' proprj occhi come muore il giusto, ed animarmi ad imitarlo. Spero,
che andando a godere la bella faccia di Dio, per la somma bontà, che sempre ha
avuta per me, mi voglia impetrare il di lui duplicato spirito per ben adempiere
al mio laborioso, e difficile Ministero, e per terminare i miei giorni nella
pace del Signore".
"Con sommo mio
dispiacere, così Monsignor Zunica, Arcivescovo di Matera, ho inteso la perdita
fatta di Monsignor nostro; ma dobbiamo ringraziare l'Altissimo di avercelo fatto
godere per tanti anni, sperando che voglia ora dal Cielo favorirci assai più di
quello, che ha fatto in terra. Ho ricevuto da Napoli le sue Immagini. In
vederle mi sono intenerito, e spero, che voglia pregare Dio per me, giacchè io,
per ubbidire a lui, accettai questa carica".
Non è Vescovo il P. D.
Antonio d'Agostino, Expreposito Generale de' Pii Operarj, degno bensì della
Mitra, e del Cappello. Questi non altrimente lo considera, che come suo
Avvocato, e Protettore in Cielo: "La sua morte, così egli, ha corrisposto
alla sua santa vita. Tale è stato sempre il mio sentimento. Mi dispiace essersi
perduto in terra un Avvocato presso Dio; ma mi consolai, e mi consolo essersi
guadagnato un Protettore in Paradiso. In tale stima l'ho tenuto sempre, e per tale
l'hanno stimato tutti li Soggetti della mia Congregazione.
Mi comandate, scrisse al P. Villani, raccomandarlo, e farlo raccomandare al
Signore: potevate dire piuttosto, ricorrere al medesimo, che interceda per me
presso Dio, e per la mia Congregazione, che siccome in vita ci ha amati, così
continui a favorirci presso Dio. Ricorrerò perciò in tutti li bisogni, e son
sicuro, che m'impetrerà da Dio, in virtù de' suoi meriti, quanto mi
occorrerà".
Non altrimente la
sentivano altre persone rispettabili. "Troppo ben comprendo l'afflizione,
e troppo sensibile di V. R., e di tutta la Congregazione, così al Padre Villani
D. Niccolò Robertis, Arcidiacono di S. Agata, e Vicario Capitolare, ma abbiamo
tutti giusto motivo di consolarci, per aver sicuramente acquistato un nuovo
Protettore in Cielo, così per la Congregazione da esso fondata, ed amata, che
per questa Diocesi, che per tredici anni l'ha avuto per suo amantissimo
Pastore".
"Se mi è stata di
somma pena, così D. Saverio Saggese, Arciprete di Foggia, ed indi Vescovo di
Montepoloso, la funesta notizia della perdita che ha fatta la Chiesa militante
di Monsignor Liguori; - 223 -
così
m'è riuscita di somma consolazione, che dopo le tante, e poi tante fatighe,
sudori, e pene sofferte per amor di Dio, e del prossimo, la di lui beatissima
Anima volata se ne sia agli eterni riposi. Son sicuro, che siccome è stato
pieno di carità, essendo viatore; così ci farà sperimentare molto più dal
Cielo, come comprensore, gli effetti della di lui valevole intercessione".
Era così sicuro di
vederlo glorificato con segni, e prodigj, che soggiunge: "Sto con anzietà
attendendo riscontro de' varj prodigj, che il Signore si compiacerà operare per
i di lui meriti. La virtù, che risplendeva in Monsignor Liguori, è la maggior
pruova della di lui santità".
"Le tante ripruove
della bontà di sua vita, e la fiducia che abbiamo di aver fatto acquisto di un
efficace Intercessore nel Cielo, così a' 3. di Agosto il P. D. Francesco
Maffei, Superiore in Napoli della Sagra Famiglia, debbono essere bastanti
motivi di consolazione più tosto, che di rammarico. Celebrerò li funerali,
benché credo fermamente, che porge egli all'Altissimo preghiere per tutti noi,
anziché noi a pro di lui".
Una volta fu in Napoli,
e fu apposta per ossequiarlo di persona in Arienzo, il Canonico D. Domenico
Spoto, Ciandro di Girgenti in Sicilia. "Mi sono consolato, ei dice, e lo
credo fermamente, che da questo mondo sia passato a godere Iddio nella beata
eternità; né mi fa meraviglia il sentire, che il Signore ha cominciato a
manifestare con molti fatti miracolosi la santità della sua vita, non meno nel
corso dell'infermità, che dopo la sua morte; e son sicuro che ne verranno
appresso de' più strepitosi".
Non voglio ommettere anche i sensi
della Fondatrice del Venerabile Monistero del Santissimo Redentore della Città
di S. Agata. Si sa da tutti la gran santità che godeva questa Religiosa. Avendo
inteso che Alfonso stava male. "Tale perdita, così ella ci scrisse, reca a
tutti un dolore universale, perché si leva dal mondo un vero santo, che colle
sole sue orazioni ci conservava, e che il Signore per le sue preghiere, sono di
certo che non ha scaricato sopra di noi peccatori li fulmini del suo giusto
sdegno.
Se lo perderemo qui in terra,
l'acquisteremo Protettore in Cielo, ove perfezionandosi la carità, sarà nostro
perpetuo Avvocato".
Avendo inteso la morte, rescrisse:
"La dolorosa notizia del passaggio all'eternità del nostro comun Padre ha
fatto diversi effetti nella mia Anima: di pena per la gran perdita che ne ha
fatto il mondo: di gioja per la pia, e certa fermezza, che il Cielo ne ha fatto
acquisto, in dove farà certamente il nostro Avvocato".
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